Tv estiva



6
luglio

TV D’ESTATE: 5 MOTIVI PER I QUALI GUARDARLA PUO’ ESSERE UN PIACERE

Downton Abbey - Prima stagione

Dite la verità, ogni anno è la stessa storia: con l’arrivo del mese di giugno chiudono le scuole e chiude i battenti anche la tv, che se ne va in ferie anticipate lasciando il telespettatore ancora impegnato con il lavoro e senza il palinsesto “attivo” a cui è abituato. Una cosa che manda puntualmente su tutte le furie gli abbonati Rai – che pagano un canone annuale e non trimestrale –  e scatena immancabili proteste. Alcune volte condivisibili, altre volte molto meno.

Ebbene, oggi vogliamo osare farvi una domanda che di sicuro non vi aspettate: siete così sicuri che la tv che vediamo d’estate sia tutta da buttar via? Sicuri che non ci sia niente di buono da salvare in questo marasma di repliche o, al massimo, di programmi fotocopia di quelli invernali? Beh, noi abbiamo trovato ben cinque motivi per i quali i mesi caldi in tv non sono da considerarsi il male, ma possono addirittura trasformarsi in un’opportunità.

1. Tv d’estate: le serie tv punto e accapo

Se vi siete persi una serie tv che avete sempre desiderato vedere, non siete pratici di servizi ondemand e non volete spendere soldi per comprare il cofanetto dvd, d’estate potrebbe esserci chi ritrasmette la serie che volevate vedere sin dalla prima stagione. Come stanno facendo La5 con Downton Abbey e Rai 4 con Scandal.

2. Tv d’estate: i prodotti di nicchia

Nei palinsesti sfollati dal solleone possono comparire prodotti “minori”, o di nicchia, che nel periodo di garanzia nessuno si prenderebbe la briga di mandare in onda, perchè sulla carta poco appetibili. Tipo Cedar Cove, in onda su Rai 1, che è un prodotto da atmosfere e struttura un po’ troppo antichi, ma assai gradevole nell’insieme.

3. Tv d’estate: volti nuovi nel daytime




25
giugno

AMARCORD, LA TV CHE APRIVA PER FERIE: GIOCHI SENZA FRONTIERE

Giochi Senza Frontiere

Attention, trois, deux, un… Continua il nostro viaggio attraverso le storiche trasmissioni televisive andate in onda, nel corso degli anni, durante la stagione estiva. Questa volta vogliamo ricordare uno dei programmi più famosi della televisione italiana, Giochi senza frontiere. Andato in onda per la prima volta su quello che, all’epoca, si chiamava Secondo Programma della Tv di Stato (oggi Raidue) il 26 maggio del 1965, il programma consisteva in una serie di prove fisiche che le nazioni dell’allora non ancora nata Unione Europea dovevano affrontare per guadagnare punti.

Prodotto dalla EBU (European Broadcasting Union) il gioco derivava dalla trasmissione francese Intervilles la cui idea originaria partiva da un format tutto italiano, Campanile Sera, noto programma televisivo degli anni ’50 condotto da Enzo Tortora. Non a caso fu proprio l’indimenticato conduttore di Portobello a condurre le prime edizioni del programma, insieme a Giulio Marchetti e, dal 1967, a Renata Mauro. Gli anni ‘70 vedono alla guida dei giochi la coppia Marchetti-Rosanna Vaudetti, con la famosa annunciatrice Rai che, a partire dal 1978 lascia il posto ad un’altra celebre presenza femminile, Milly Carlucci. Nello stesso anno debutta alla conduzione di Giochi senza frontiere colui che, senza dubbio, detiene il record di presenze alla guida della competizione, Ettore Andenna.

Il presentatore milanese, infatti, ha condotto ben 12 edizioni della competizione (se si considerano anche quelle invernali) per un totale di 103 puntate nel corso delle quali è diventato un vero e proprio simbolo dei giochi assieme ad un’altra coppia storica, quella formata dagli arbitri Guido Pancaldi e Gennaro Olivieri, in carica fino alla fine degli anni 80, periodo in cui vennero sostituiti dal direttore di gara belga Dennis Pettiaux. Nella prima edizione del programma parteciparono solo 4 nazioni, tra cui l’Italia (l’unica presente in tutte le edizioni del programma), impegnate a sfidarsi in una sorta di olimpiadi ristrette con prove suggestive e coreografiche, complice la struttura itinerante dello show che, in ogni puntata, andava in onda dalle più importanti piazze europee (nelle ultime quattro edizioni si è optato per una sede fissa). Trasmesso ininterrottamente dal 1965 al 1982, anno in cui fu sospeso per problemi di costi produttivi, il programma riprese il suo ciclo nel 1988, questa volta su Raiuno, con la conduzione di Claudio Lippi che nel 1991 passò il testimone di nuovo ad Andenna.


23
giugno

AMARCORD, LA TV CHE APRIVA PER FERIE: SENZA RETE

Senza Rete

In tempi di crisi economica, quando anche gli show televisivi di punta sono costretti a tirare la cinghia e ad accontentarsi di budget ridotti e di ospiti improvvisati anche in pieno periodo di garanzia, non ci stupiamo che soprattutto in estate, quando la maggior parte dei telespettatori va in vacanza, anche il tubo catodico ne approfitti per chiudere per ferie. Eppure non è stato sempre così. Un tempo, neanche troppo lontano, anche durante la stagione più bella dell’anno la tv offriva spettacoli e produzioni innovative che, sfruttando anche grandi risorse artistiche ed economiche, non avevano nulla da invidiare ai tanto celebrati show invernali di prima serata.

Proprio per rinfrescare la memoria degli addetti ai lavori, e non solo, proponiamo, a partire da oggi e per tutta la stagione estiva, una nuova rubrica amarcord che celebra proprio quella tv che rimaneva accesa sotto l’ombrellone, attraverso il ricordo delle trasmissioni televisive entrate nella storia della tv pubblica e commerciale.

Cominciamo il nostro viaggio da Senza Rete, popolarissimo programma andato in onda per dieci estati consecutive a partire dal 1968. Dapprima previsto per il giovedì sera e successivamente, dalla terza edizione in poi, promosso alla più prestigiosa serata del sabato, il varietà andava in onda dall’auditorium Rai di Napoli, tornato ultimamente in auge grazie al grande successo di Ti lascio una canzone. La formula, molto semplice, prevedeva l’esibizione di una coppia di cantanti tra i più popolari dell’epoca che si esibivano, contrariamente a quello che avveniva nelle altre trasmissioni televisive, rigorosamente dal vivo, “senza rete” appunto, proponendo per tutta la durata dello spettacolo un medley delle loro canzoni più famose.