Telefilm



16
dicembre

ELEVENTH HOUR: QUANDO LA SCIENZA E’ UN CRIMINE DA STASERA SU ITALIA1

Eleventh Hour

Quando si parla di scienza non si sa mai qual è il confine tra cosa è etico e cosa no, tra il lecito e l’illecito. Sovente, infatti, accade che persone senza scrupoli e morale tradiscano il nobile scopo della ricerca, per perpetrare esperimenti abusivi; cosicchè la scienza, nelle loro mani, diventi l’arma più efferata di combattimento. Al centro di Eleventh Hour, da stasera in prima visione, in seconda serata su Italia1, la scienza e il suo utilizzo a fini criminali.

La serie, infatti, narra le vicende del professor Jacob (Rufus Sewell; L’amore non va in vacanza, La leggenda di Zorro), brillante biofisico, che lavora come consulente per un Comitato Speciale del Governo, preposto alle indagini che riguardano gli abusi criminali delle discipline scientifiche. Tale è  la fame di scienza di Jacob che spesso egli perde il contatto con la realtà e il senso del pericolo. Per questo motivo “a vegliare” su di  lui troviamo  la sua “assistente”, l’agente speciale Rachel Young (Marley Shelton; Mai stata baciata, Sin City).

Dietro la serie sci-fi, remake dell’omonima serie britannica, c’è lo zampino di Jerry Bruckheimer, conosciuto come Re Mida di Hollywood per esser stato l’artefice di successi come Cold Case, Senza Traccia e C.S.I.. In effetti, la serie, pur non suscitando la stessa eco mediatica del “rivale” Fringe, ha riscosso un buon successo. Ben 12 i milioni di spettatori americani che hanno seguito, in media, i diciotto episodi che compongono la prima stagione. Tali risultati, però, non sono valsi alla serie la riconferma per un secondo ciclo di puntate. Alla base di siffata decisone pare ci siano stati gli alti costi di produzione.




9
dicembre

DESPERATE HOUSEWIVES 5 E BROTHERS AND SISTERS 3: LE CASALINGHE 5 ANNI DOPO E LE NUOVE AVVENTURE DEI WALKER DA STASERA SU RAIDUE

desperate housewives (quinta stagione)

A Wisteria Lane sono passati cinque anni. Il tempo è fuggito e, inevitabilmente, è stato foriero di cambiamenti, novità inattese che pochi avrebbero immaginato. Ebbene sono cambiate anche loro, le nostre casalinghe, o forse, chissà, sono rimaste le stesse e sono gli eventi intorno a loro ad aver modificato le loro vite. Gabrielle è diventata mamma e ha messo da parte il suo allure; Bree si occupa di catering con Katherine ed è tornata con Orson; Susan ha rotto con Mike in seguito ad un fatto drammatico; e Lynette è alle prese con la crisi di mezza età di Tom e con le bravate dei gemelli ormai cresciuti.

Questo, e ancora altro, è la quinta stagione di Desperate Housewives, al via da stasera su RaiDue alle ore 21.05. La quinta stagione è quella della svolta, quella del salto temporale che proietta ben cinque anni dopo le avventure delle Desperate Housewives, e che segna la fine per uno dei personaggi più amati. Tante novità che non sono bastate a sovvertire il trend in discesa degli ascolti in Usa; 15.6, infatti, i milioni di spettatori, in media, che hanno seguito la serie Oltreoceano. Numeri, questi, comunque alti e che fanno di Desperate Housewives una delle serie di maggior successo in America, diversamente dall’Italia. Su RaiDue, infatti, eccetto la prima stagione, gli ascolti delle casalinghe di Fairview non hanno mai brillato, penalizzati, forse, dal passaggio sul satellite. Ascolti bassi che non devono trarre in inganno sulla bontà della serie. Desperate Housewives è una straordinaria satira sociale, in grado di mescolare ironia, giallo, dramma e mistero, far sorridere e riflettere sullo sfondo di una società dalle apparenze sfavillanti, ma nelle fattezze misera e solitaria.

Ma la serata di stasera di RaiDue non si ferma alle casalinghe disperate. Continua, infatti, alle 22.40 con un altro telefilm cult,  Brothers and Sisters. Ancora una volta tematiche familiari che, in questo caso, prendono la piega del dramma a raccontare le mille contraddizioni della società a stelle e strisce. La serie riprende con gli episodi inediti della terza stagione, che in America ha conquistato meno spettatori delle precedenti (10,6 milioni). Per la prima volta RaiDue sceglie di mandare in onda il telefilm in inverno, proponedolo in coppia con DH, come fa in America la Abc. La collocazione di maggiore prestigio comporta la retrocessione della serie in seconda serata.


2
dicembre

UNITED STATES OF TARA: I QUATTRO VOLTI DI UNA DONNA, DA STASERA SU MYA

United_states_of_tara(mya-prima stagione)

Buck è un rozzo camionista, bevitore di birra e maschilista; Alice è una casalinga perfetta, sin troppo; T. è un’ adolescente disinibita e consumatrice di marijuana. Tre personalità che definire all’antitesi è un eufenismo ma che, nonostante questo, hanno qualcosa, anzi qualcuno, in comune. Buck, Alice e T. sono, infatti, gli Stati Uniti di Tara.

United States of Tara è la  nuova situation comedy, da stasera ore 21 su Mya, che ruota attorno a Tara Gregson (interpretata da Toni Collette, vincitrice di un Emmy per questo ruolo) affetta da un disturbo di personalità multipla. Quello di cui soffre la donna è una patologia che, in particolari momenti di tensione, genera in lei la comparsa di vere e proprie personalità che si impossessano momentaneamente del suo corpo. La cosa singolare, per giunta, è che quando Tara torna in sè non ha idea di cosa sia successo, al contrario dei suoi alter ego, i quali sono al corrente di tutto ciò che riguarda la vita privata della donna.

Una tale malattia non può, ovviamente, non avere ripercussioni, caotiche, sul lavoro e la famiglia di Tara. Quest’ultima, infatti, è un’arredatrice d’interni, sposata con Max (John Corbett, Il mio grosso grasso matrimonio greco) e madre di due figli adolescenti: Marshall (Keir Gilchrist) 14enne bravo ragazzo, gay dichiarato in preda alla prima cotta per un compagno di classe; Kate (Brie Larson) adolescente ribelle che lavora in una catena di ristoranti e che intraprende una relazione con il suo datore di lavoro. Nella vita di Tara, c’è spazio anche per sua sorella Charmaine (Rosemarie DeWitt) che, però, poco solidalmente l’accusa di essere sempre al centro dell’attenzione per il suo disturbo. La serie, negli Stati Uniti in onda sulla cable Showtime, è nata dal genio di Steven Spielberg, ed è stata sviluppata dalla sceneggiatrice Diablo Cody, ex blogger spogliarellista, salita alla ribalta per il pluripremiato Juno.





9
novembre

TRUE BLOOD: DA STASERA LA SECONDA STAGIONE SU FOX, L’IMPORTANTE E’ CHE NON SI DICA IN GIRO

True blood-stagione 2-bill-and-sookieL’eccesso e la violenza, la lussuria e l’innocenza; tinte forti a tratteggiare le umane contraddizioni della società moderna. I vampiri come i neri, gli omosessuali o gli ebrei, una minoranza cattiva da combattere, o peggio ancora estirpare. A Bon Temps, cittadina di provincia della Lousiana, si odiano i cattolici, i metodisti, gli afroamericani, ma ciò che importa è che non si dica in giro.

True Blood ritorna su Fox, da stasera alle 22.00, con gli episodi in anteprima assoluta della seconda stagione. Tratta dai bestsellers di Charlaine Harris e portata sul piccolo schermo da Alan Ball, già creatore di Six Feet Under, True Blood ha saputo cavalcare il filone vampiresco in maniera assolutamente originale, mescolando, non senza un pizzico di kitsch, dramma e comedia, satira sociale ed erotismo. Dimenticatevi, dunque, le edulcorate storie di Twilight: in True Blood il confine tra bene e male, buoni e cattivi, non è mai netto e sesso e sangue si mescolano, sintesi perfetta tra amore e morte.

Tali peculiarità sono valse, oltreoceano, alla serie un gran successo di pubblico. Era dai tempi de I Soprano, infatti, che il network via cavo HBO non raggiungeva ascolti simili. Al successo di pubblico è corrisposto un buon successo di critica (per Aldo Grasso la serie è “potente”), ottenuto malgrado l’eccessiva presenza di scene di sesso e turpiloquio che hanno fatto gridare allo “scandalo” l’America puritana. Tali elementi, però, il più delle volte, sono metafora di una società ambivalente e “sporca” dove sono i pregiudizi a generare mostri e non viceversa.


26
ottobre

LA SIGNORA DEL WEST NEL POMERIGGIO DI RAIDUE, CROLLA COSI L’ULTIMO BALUARDO (I TELEFILM) PER I GIOVANI DELLA RETE

La Signora del West

Fino all’ultimo momento avevamo sperato si trattasse di un errore. Uno di quelli che capitano alle guide tv. Mai e poi mai avremmo immaginato che per sostituire il vuoto di palinsesto lasciato dal soppresso Scalo 76 Talent approdasse, su RaiDue, La Signora del West, vecchio telefilm in replica di RaiUno. E, invece, a poche ore dal debutto siamo a constatare “l’agghiacciante” verità: le repliche, dal primo episodio, di Dr. Quinn – Medicine Women (questo il titolo originale della serie) arricchiranno il variegato palinsesto della rete, per la contentezza di tutte le madri e, soprattutto, nonne d’Italia. Difficile trovare un telefilm che abbia un pubblico più geriatrico: la serie è stata, infatti, negli anni programmata da RaiUno, in estate, tra UnoMattina e La Signora in Giallo; d’altronde, anche negli stessi Stati Uniti, malgrado i numerosi apprezzamenti ricevuti, la serie era seguita da un pubblico prevalentemente femminile ed over 40. 

E dire che la seconda rete della TV di Stato aveva un ricco carnet di telefilm su cui puntare. Dal teen drama, in prima visione, One three Hill ai classici della rete, in replica, come StregheDesperate Housewives; ai generi crime/legal, come Practice Professione Avvocati, Law and Order e Numbers; le opzioni che Liofredi aveva erano non poche. Invece il direttore ha preferito “scippare” a RaiUno (come se già la Setta e la Bianchetti non fossero bastate) il telefilm senza che ce ne fosse bisogno, facendo crollare, così, anche l’ultimo baluardo della “RaiDue giovane”, la programmazione seriale.

Se pensate, però, che nello slot successivo a quello occupato dalla serie con Jane Seymour, ci sia L’Ispettore Derrick o l’ennesimo “programma per vecchi”, vi sbagliate. Per la serie la coerenza è d’obbligo e il marketing è un’opinione. La Signora del West, infatti, farà da traino agli episodi in replica di Las Vegas (sì proprio quelli trasmessi solo qualche mese fa dalla rete) e agli episodi inediti della quinta stagione di Due uomini e mezzo. La sitcom più seguita d’America, interrotta alla fine dell’estate per dare spazio ai programmi del palinsesto autunnale, andrà in onda alle 17.40 a rappresentare  l’unica nota positiva del pomeriggio della rete.





19
ottobre

ROME: UN TEMPO IL MONDO SI CHIAMAVA ROMA. DA STASERA LA SECONDA STAGIONE DELLA SERIE SCANDALO SU RAI4

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[Per l'immagine non censurata clicca sulla foto]

“C’è stato un tempo che sembrava non dover finire, in cui il mondo si chiamava Roma. Una legge, la sua, capace di superare ogni barriera e che resterà per sempre scolpita nella storia. La storia più tragica, la più entusiasmante che l’umanità abbia mai conosciuto”. Incesti e lussuria, violenza e crimini: la storia come mai nessuno ha osato raccontare, da stasera torna su Rai4. La rete giovane della Tv di Stato propone, in seconda serata, a partire dalle 23, la seconda stagione inedita di Roma.

La serie scandalo, cooproduzione HBO, BBC e Rai, ritorna a ben due anni e mezzo di distanza dalla messa in onda della stagione d’esordio su RaiDue. Sulla seconda rete Rai, Rome non ebbe molto fortuna, diversamente da quanto accaduto all’estero, in termini di critica e audience. Da qui, forse, il motivo della mancata riproposizione del telefilm. Una grave pecca, questa, forse la più grossa della RaiDue house of series anche perchè gli ascolti (intorno ai 2 milioni di media il venerdi in prime time) non erano bassissimi ma la qualità della serie è indiscutibile.

Ma laddove RaiDue non può (o non vuole, come in questo caso) arriva Rai4, dove  peraltro i dieci episodi che compongono la seconda stagione andranno in onda senza le censure e i tagli, del pullulare di scene di nudo e violenza, che avevano forzatamente caratterizzato la first season andata in onda in prime time.


23
settembre

LA REPUBBLICA E L’AIART CENSURANO RAI4. FRECCERO: BASTA CON LA TV DEI SANTI E DEL PASSATO. PARLIAMO A UN PUBBLICO GIOVANE!

Carlo Freccero (censura)

“Quando i blog di fan di anime giapponesi hanno scoperto che la Rai avrebbe trasmesso due serie televisive in versione fedele all’originale, i commenti rivelavano incredulità. Soprattutto perchè la Rai è considerata una rete ‘vecchia’.

Fu Carlo Freccero, direttore del quarto canale Rai, a pronunciare queste ‘storiche’ parole al festival di Locarno qualche settimana fa.

Rai 4 ha la missione di parlare non tanto a un pubblico ‘giovane’ quanto a un pubblico ‘aggiornato’, composto da adulti di ogni età che in qualche modo conoscano e apprezzino questa tipologia di prodotti … Certo, si tratta un pubblico aggiornato, che viaggia su internet, gira filmati con i cellulari, e interagisce con YouTube. Un pubblico, insomma, che riconosce il consumo dei media come primario”.

Parole che, evidentemente, fecero a tal punto scuotere i buonisti censori del piccolo schermo, da zittire la gioia delle ultime generazioni. E, soprattutto, parole così pesanti da rendere la reazione di quotidiani e associazioni perbeniste altrettanto intensa e spietata.

Certo, in Italia ogni tentativo di miglioria viene stroncato sul nascere, soprattutto quando si tratta di avvicinare la tv pubblica a quanto di più reale ed esistente possa esserci nel mondo degli adolescenti. Un tentativo, quello di Freccero, tanto lodevole e tanto difficile, se si pensa che tutti sono pronti a gridare allo scandalo, ancor prima di vedere un programma-novità in onda. La prima testata a denunciare il ‘direttore eretico’ è Libero, titolando in maniera inquietante «Rai 4 ti conquista col porno», in cui si passano in disamina i brillanti risultati della nuova rete Rai. “Ma come vengono fatti i risultati più inaspettati? Con i film che ormai più nessuna rete trasmette. Quelli vietati, non solo ai 14enni, ma anche ai minori di 18 anni”. E la conclusione sembra non preannunciare nulla di buono, “avvertendo” i lettori dell’arrivo di due inedite serie giapponesi (Code Geass e Gurren Lagann, in partenza questo giovedì in seconda serata), sfornite della cara e vecchia censura.

Ma il colpo più duro arriva da La Repubblica, dove sabato scorso viene pubblicato un articolo dal titolo “La televisione senza Qualità”, in cui Giovanni Valentini attacca aspramente la popolare serie americana Angel, spin-off di ‘Buffy, l’ammazzavampiri’:


6
settembre

NCIS: IL SEGRETO DEL SUCCESSO DEL SERIAL DI PUNTA DI RAIDUE. DA STASERA LA SESTA STAGIONE

NCIS SESTA STAGIONE CAST

Ci sono storie e personaggi che hanno un effetto dirompente sul pubblico ma che altrettanto dirompentemente fanno perdere le proprie tracce. Altre, invece, hanno bisogno della forza del tempo per imprimersi nella mente del telespettatore. Un successo che proprio perché costruito giorno per giorno diventa più che mai difficile da abbattere. E’ il caso di NCIS acronimo di Navy Criminal Investigative Service.

Nato come costola di Jag, NCIS non ha mai suscitato il clamore di Desperate Housewives o di Lost, ma col passare del tempo è diventato uno tra i telefilm più visti. Lo è sulla Cbs, dove la sesta stagione ha registrato oltre 17 milioni di telespettatori, seconda, in termini di audience, solo a CSI e dove a breve darà vita a uno spin off (NCIS Los Angeles); lo è su Raidue dove, nonostante la difficile collocazione domenicale, è riuscito spesso a oltrepassare la soglia dei 4 milioni di telespettatori. Proprio sulla seconda rete della Tv di Stato, da stasera alle 21, potremmo seguire i 25 episodi inediti della sesta stagione del telefilm prodotto da Donald Bellisario.

Il merito del successo di NCIS non è, dunque, da rintracciare nell’originalità del format (una squadra di agenti speciali che si occupa di tutti i crimini che ruotano intorno alla Marina Militare degli Stati Uniti) che appare come una sorta di incrocio tra CSI e Jag, ma nella bravura di chi ha saputo, all’interno del concept, architettare trame e personaggi. Sono proprio quest’ultimi il vero “marchio di fabbrica ” di NCIS: si va dal burbero capo, Gibbs (Mark Harmon), al playboy appassionato di cinema, Di Nozzo (Michael Weatherly), all’eccentrica tecnica di laboratorio con la battuta pronta, Abby (Pauley Perrette) o all’insicuro “pivello” McGee (Sean Murray).