Giorni di caos quelli che vive la nostra televisione. Tra i mille punti interrogativi sui buchi di palinsesto una nuova questione arriva a tenere banco, o per meglio dire, arriva a smentire le facili congetture sul gusto del pubblico, intorno alle quali per anni abbiamo sentito moralismi e pistolotti infiniti. E’ un dato di fatto ormai che il trash, che avrebbe dovuto sbancare a prescindere, ovunque si palesasse, bussa alla porta dell’Auditel con sempre meno vigore nonostante a portarlo alla ribalta sia la trasmissione più eclatante del momento, Tamarreide.
Sia chiaro che ci sono mille alibi per comprendere il poco seguito televisivo dei tamarri on the road. E’ verosimile che il sistema mediale multipiattaforma faccia sì che molto del potenziale target catodico frammenti la propria fidelizzazione col programma scegliendo quando, come e dove vedere il programma via web. Molti dei ragazzi che ne parlano per strada lo hanno visto on line, o peggio non sanno nemmeno quando sia la reale trasmissione sulla rete giovane Mediaset.
Pesa indubbiamente sul programma oltre che il fattore estate anche una strategia troppo debole di soapizzazione. Probabilmente sarebbe stato molto diverso se ci fossero state delle strisce orizzontali di richiamo costante. Il risultato di Tamarreide è comunque ben al di sotto delle aspettative, specie per chi vedendone il contenuto alquanto spinto ne poteva profetizzare un sicuro feedback da parte dei telespettatori.