
Striscia la Notizia
7
gennaio
STRISCIA LA NOTIZIA : TORNA IACCHETTI E POI?
Per Gerry Scotti è finita l’avventura di Striscia La Notizia.
Non era un mistero che la conduzione del presentatore pavese sarebbe terminata il 6 gennaio.
Al Suo posto tornerà, da domani, Enzo Iacchetti grazie al quale si riunirà la coppia storica di Striscia La Notizia, quella che ha saputo regalare i momenti più divertenti ai telespettatori del tg satirico di Canale5.
L’ennesimo passaggio del testimone se da una parte è visto, quanto meno da me, con estremo favore, dall’altra mi porta a fare alcune riflessioni.
Se i miei ricordi televisivi non mi tradiscono, quello del fenomeno del “cambio” a Striscia La Notizia dovrebbe essere un caso isolato.
Mi chiedevo per quale motivo questa trasmissione debba essere soggetta ad una regolare sostituzione dei conduttori nel pieno della programmazione.
Questa simpatica “abitudine” ha caratterizzato il fiore all’occhiello di Ricci sin dalla quarta edizione e rispondeva, nella maggior parte dei casi, ad un’esigenza ben precisa : l’impossibilità per Ezio Greggio di condurre in toto Striscia La Notizia, avendo scelto di vivere per sei mesi in Italia e per sei mesi negli states.
Adesso, però, pare che quest’esigenza si sia trasformata in una vera e propria epidemia che colpisce i presentatori dell’access prime time di Canale5.
Ebbene… non capisco per quale motivo venga permesso ad un conduttore (che, diciamolo pure, altro non è che un dipendente, anche se privilegiato, dell’emittente per la quale, appunto, lavora) di poter fare i propri comodi e scegliere di “andare e tornare” a proprio piacimento nel bel mezzo della programmazione e deludendo quel pubblico che alla coppia di turno s’era affezzionato.
Non è un caso che in seguito al “cambio della coppia” ci sia puntualmente un calo d’ascolti fisiologico.
Se, però, negli ultimi anni, questo calo poteva essere anche spiegato con la minore popolarità, l’indubbia minore simpatia e il palese minore affiatamento delle “accoppiate striscianti” seguenti a quella originale (nella maggior parte dei casi Greggio – Iacchetti), quest’anno le regole si sono invertite.
Da domani, infatti, dopo che a una Hunziker qualunque è stata data la possibilità di scegliere il ”trasferimento” in teatro e dopo il conseguente arrivo di un sovraesposto Scotti a tappare i buchi, FINALMENTE avremo il ritorno della migliore accoppiata degli ultimi anni di Striscia La Notizia.
Non tutti i mali, almeno in questo caso, vengono per nuocere ma speriamo che ci si dia una calmata!


3
gennaio
QUELL’INSOPPRIMIBILE VOGLIA DI PONTIFICARE DI MAURIZIO COSTANZO
Ci risiamo. Maurizio Costanzo proprio non riesce a trattenersi: ama pontificare o per meglio dire, velatamente deplorare. Dopo un periodo di relativo silenzio, nel quale era auspicabile che il baffuto giornalista stesse riflettendo sui flop che hanno accompagnato gli ultimi anni della sua carriera, è tornato a dire la sua sulla televisione e in particolare su uno dei suoi colleghi più amati dal pubblico ovvero Gerry Scotti.
E lo ha fatto ovviamente in grande, attraverso le pagine del Messaggero. Il giornalista dapprima ha criticato la scarsa originalità della programmazione natalizia delle reti generaliste, auspicando qualche innovazione per l’anno venturo, per poi sferrare un piccolo attacco nei confronti dell’erede di Mike Bongiorno, colpevole secondo lui di essersi lasciato andare ad una certa sovraesposizione, come giustamente aveva sottolineato anche il titolare di questo blog.
Come sappiamo Gerry Scotti è apparso in breve tempo, in tre trasmissioni differenti nonchè nella fiction con Lino Banfi e a tutt’oggi lo vediamo contemporaneamente alla conduzione di “Chi vuol essere milionario?” e di “Striscia la notizia”. Quindi tutto vero, anche se va detto che dalla prossima settimana alla guida di quest’ultimo programma verrà sostituito dal veterano Enzo Iachetti.
Stupisce il fatto che proprio Maurizio Costanzo, faccia un accenno alla sovraesposizione di Scotti dal momento che lui ne è da anni il re indiscusso insieme alla moglie. Stiamo parlando di un personaggio che è onnipresente, conducendo in media due trasmissioni all’anno (quando gli va male), scrivendo canzoni, testi teatrali, sceneggiature cinematografiche, producendo pellicole e fiction, collaborando addirittura con il Ministro delle Comunicazioni, scrivendo per testate giornalistiche e l’elenco potrebbe essere infinito.
Non è che ogni tanto, per un fatto di buon gusto bisognerebbe fare un respiro profondo e guardare in casa propria prima di manifestare certe “perplessità”?
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Aggiornamento
“Conversando” il programma nel quale Maurizio Costanzo aveva tanto creduto è stato sospeso. A partire dal 7 gennaio la domenica pomeriggio di Canale 5 sarà interamente affidata a Paola Perego.


13
dicembre
SCOTTI STRISCIA, LA MARINI SCHERZA CON AMENDOLA e LA PIVETTI VOTA!
Arrivano conferme per il passaggio del testimone a Striscia la Notizia. Come annunciato, la Hunziker lascia anzitempo la conduzione dell’access prime time di Canale 5 dal prossimo lunedi. Al Suo posto è confermata la presenza di Gerry Scotti che affiancherà Ezio Greggio sino al prossimo 6 gennaio.
Inizia, insomma, con anticipo, il solito, fastidioso turnover del tg satirico di Canale 5.
Continuano i mormorii sulla coppia che condurrà la prossima edizione di Scherzi a Parte che prenderà il via il 19 gennaio. Sembra che Claudio Amendola stia avendo la meglio su Teo Mammucari mentre tra la Lecciso e la Marini parrebbe ormai certa la convocazione di quest’ultima.
Si mormora che Antonio Marano, direttore di RaiDue, voglia scippare a Rete4 Irene Pivetti per la conduzione del nuovo format, targato Einstein Multimedia, “Vota Antonio“. Si tratta di un programma di satira e di intrattenimento politico per il quale la Pivetti sarebbe più che “azzeccata”. [via DagoSpia]


13
novembre
DOPO LA MONOPOLIZZAZIONE COSTANZIANA, A MEDIASET E’ RICCI A FARLA DA PADRONE…
… e CULTURA MODERNA va in PRIMA SERATA
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una graduale monopolizzazione delle emittenti del biscione che ha modificato in maniera significativa il palinsesto delle emittenti di Cologno Monzese.
Parlo, naturalmente, della penetrazione sempre più profonda di Maurizio Costanzo, Maria De Filippi e la loro Fascino PGT principalmente nelle programmazioni di Canale5.
Il risultato è stato (vi dirò poi per quale motivo parlo al passato) sotto gli occhi di tutti : si inziava la mattina del lunedi con Tutte le Mattine e si finiva la sera della domenica alle 20 con il termine di quella che è stata e continua ad essere, oggi più di prima, l’icona del trash nostrano. Una settimana televisiva piena zeppa di Costanzo, Signora e il loro staff di fedelissimi.
Una presenza eccessiva che è riuscita addirittura a spostare il baricentro delle produzioni Mediaset dalla imponente sede di Cologno Monzese a Roma dove Mediaset, avendo un centro di produzione di dimensioni davvero modeste (P.zza SS. Giovanni e Paolo), è “costretta” a prendere in “prestito” studi televisivi in quel di Cinecittà (che, nemmeno a farlo apposta, vede coinvolto in prima linea Maurizio Costanzo).
Non è finita qui.
L’ascesa di Lucio Presta a manager di punta per il reperimento di risorse artistiche e l’alleanza stretta da quest’ultimo proprio con Costanzo hanno fatto si che lo spostamento in quel di Roma (assieme all’inarrestabile potere costanziano) si rafforzasse ancor di più. Quasi tutti gli artisti del successore di Lele Mora, infatti, lavorano e risiedono nella capitale (giusto per citarne alcuni, Paolo Bonolis e Paola Perego).
Sembra però che ci sia quest’anno (e finalmente) un’inversione di rotta.
L’uscita di scena di MCS dal contenitore domenicale dell’ammiraglia di casa Mediaset ha rappresentato, a mio avviso, il primo di una serie di atti che hanno segnato un dietrofront dell’anchorman più famoso d’Italia quasi desideroso di un ritorno al “vecchio stile” in cui s’occupava di tematiche di scottante attualità senza macchiare e farcire i propri programmi con quel trash del quale, negli ultimi tempi, non riusciva proprio a fare a meno.
Non solo…
I risultati poco esaltanti incassati da Mediaset nel periodo di garanzia di questa nuova stagione televisiva hanno fatto si che i pochi programmi di successo realizzati siano stati elevati a esempi di altissima televisione pur non essendolo, in realtà, nemmeno un po’.
Parlo di Striscia la Notizia, di Cultura Moderna e di Paperissima.
Sarà un caso, fortuna o sarà bravura, ma tutti e tre i programmi citati fanno capo a colui che s’appresta a divenire il nuovo “gestore” dei palinsesti berlusconiani : Antonio Ricci.
Vi sono sincero. Il tipo di televisione che fa Antonio Ricci non mi piace. Ci si trova di fronte ad una frivolezza che se può risultare stimolante, gradevole e divertente nella mezz’ora quotidiana di Striscia la Notizia (meritevole, per quanto mi riguarda, dei successi sinora riscossi) rischia di diventare monotona e piatta se propinata per 2 ore e mezza di fila come nel caso di Paperissima.
Ma la dura legge dell’auditel non fa sconti a nessuno e dà potere a chi porta a casa il maggior numero di telespettatori senza curarsi dei perchè e dei per come quel risultato e’ stato raggiunto.
E cosi’, in un periodo di magra, gli ascolti di Striscia, Paperissima e Cultura Moderna forniscono ad Antonio Ricci quell’autorevolezza necessaria per poter influire (sulla scia Costanzian-Defilippiana) sui palinsesti delle più grandi tv commerciali italiane.
Già tempo fa, qualcuno l’aveva definito come Signore delle Marionette ma, a quanto pare, il teatrino (delle marionette) si sta ingrandendo a dismisura.
C’e’ infatti una novità non trascurabile.
Cultura Moderna starebbe per approdare alla prima serata!
Da gennaio, pare che dovremmo imbatterci in una versione prolungata (circa 2 ore) del programma condotto da Teo Mammucari. Dovrebbero essere infatti realizzate alcune puntate che, per alcune settimane, dovrebbero sondare il gradimento del pubblico.
E’ proprio così disgustosamente inaccettabile mettere in cantiere la produzione di un bel varietà vecchio stile?!?


8
ottobre
TELERISSE : SGARBI vs MIKE
Il servizio mandato in onda da Striscia la Notizia nella puntata di questa sera (7 ottobre) mi ha dato il “la” per proseguire la saga delle “(trash) chicche televisive”, ovvero momenti trash divenuti dei veri e propri cult della televisione italiana.
Dopo la recente lite Sgarbi – Mussolini a La Pupa e il Secchione, è iniziata questa rassegna che ha visto protagonista Alessandra Mussolini nei Suoi exploit a Porta a Porta con Vladimir Luxuria e l’ex (per fortuna) ministro Katia Belillo e Vittorio Sgarbi, preso a sberle, nella famosa lite con Roberto D’agostino a L’Istruttoria di Giuliano Ferrara nel lontano 1991.
Oggi proseguiamo sempre con un’altra storica lite che vede protagonista sempre il Professore : quella tra Mike e Vittorio Sgarbi a Telemike.
Per incrementare il materiale presente in questa categoria, Vi invito, qualora lo vogliate, a contattarmi per suggerirmi alcune “chicche del passato” oppure per inviarmi direttamente dei file audio/video che vorreste ”regalare” ai lettori di davidemaggio.it.
A.A.A.
Vi informo anche che sono alla ricerca di un’altro “momento storico” : la memorabile litigata tra il nostro Mike e Antonella Elia. Durante la registrazione di una puntata de La Ruota della Fortuna, la cara valletta al momento della consegna del premio, una pelliccia Annabella, esulta come un’invasata poichè la vincitrice, da brava animalista, si rifiuta di indossare ciò che aveva vinto… Immaginate cosa sia successo!!! La scena, ovviamente, fu tagliata ma il fuori onda è semplicemente fa-vo-lo-so!!!


3
ottobre
A STRISCIA SCOPRONO L’ACQUA CALDA
Qualora non abbiate visto questo servizio di Striscia La Notizia, guardatelo prima di proseguire nella lettura!
Come avrete notato, si parla della violazione delle segreterie telefoniche centralizzate degli operatori telefonici italiani.
In realtà, se è vero che si tratta di una procedura davvero semplicissima, è altrettanto semplice evitare che la propria casella vocale possa essere violata.
Vi spiego perchè!
TUTTE le segreterie telefoniche centralizzate sono raggiungibili, oltre che dal proprio telefono/telefonino, anche da remoto (tramite qualunque altro telefono, per intenderci) in tre maniere :
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tramite un numero telefonico che ogni operatore dedica all’ascolto delle segreterie telefoniche. Dopo aver chiamato questo numero, inserendo il codice d’accesso e, ovviamente, il proprio numero telefonico, accederete alla Vostra casella vocale (es. per Wind : 323 50 50 400)
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tramite un numero telefonico che consente di raggiungere direttamente la propria casella vocale (praticamente e’ come se chiamaste la Vostra utenza e scattasse direttamente la segreteria). Questo numero è normalmente composto dal Vostro numero di telefono al quale dovete aggiungere un codice di due/tre cifre (diverso a seconda dell’operatore) prima del numero di telefono oppure tra il prefisso e il numero di telefono stesso (es. per Wind : basta anteporre 323 al proprio numero di cellulare. Se il numero di cellulare è 3291234567, basterà chiamare, dunque, il 3233291234567 per accedere alla casella vocale). In questo caso, durante il messaggio di benvenuto (alias : “risponde la segreteria telefonica del numero…”), premendo il tasto “*” o “#” (dipende dal gestore) e inserendo soltanto il proprio codice segreto, accederete alla segreteria telefonica;
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chiamando direttamente il proprio numero telefonico, aspettare che scatti la segreteria telefonica e, durante il messaggio di benvenuto, fare lo stesso procedimento indicato al punto 2.
[Per gli operatori di telefonia fissa vale solo il punto 3]
Come avrete notato, la discriminante è il CODICE d’ACCESSO.
Il problema consiste proprio nel fatto che questo codice, di quattro o sei cifre, è preimpostato, per tutti i clienti, dal gestore di appartenenza con la sola eccezione, per i gestori di telefonia mobile, di 3* e TIM** (es. per Wind : 2121 o 1111). Spetta, poi, al cliente modificarlo durante la prima chiamata - fatta dal proprio telefono - o il primo accesso – effettuato in uno dei 3 modi su citati - alla segreteria telefonica.
L’unico inconveniente potrebbe derivare dalla mancata personalizzazione del codice, durante il primo accesso. Ci si potrebbe, infatti, dimenticare di modificarlo poichè, dal secondo accesso alla segreteria (effettuato chiamando dal proprio telefono il numero dedicato alla segreteria - nel caso di Wind 4040) non è necessario inserire alcun codice per ascoltare o personalizzare la casella vocale.
Qualunque persona, dunque, potrebbe decidere di accedere ai Vostri messaggi, da remoto, approfittando della Vostra dimenticanza. Accedendo, infatti, da qualunque altro telefono al di fuori del Vostro, verrà SEMPRE richiesto il Codice d’Accesso; non avendolo, però, modificato, si potrà “sfruttare” quello preimpostato dall’operatore telefonico.
Insomma, basta un po’ di accortezza e siete al sicuro!!!
RICCI, IL SENSAZIONALISMO FUORI LUOGO NON VA BENE!!!
Per maggiori info sull’accesso (diretto e da remoto) e sui codici preimpostati, visitate
per Tim –> questo link (codice d’accesso NON preimpostato)
per Vodafone –> www.190.it>servizi>altri servizi>segreteria telefonica [non linkabile per motivi di cookies] (codice iniziale : 123456 per le SIM attivate dopo il 21/11/2001, 1234 per quelle attivate prima del 21/11/2001)
per Wind –> questo link (codice iniziale : 2121, 1111)
per 3 –> questo link (codice iniziale : pin originario della USIM)
per Telecom Italia –> questo link (visitate anche le FAQ; codice iniziale : 1234)
per FastWeb –> questo link [documento .pdf] (codice iniziale : 1234)
*= per l’operatore H3G (“3″) il codice d’accesso è si preimpostato ma corrisponde al PIN originario della USIM dell’utente ed è quindi diverso da cliente a cliente.
**= per TIM il servizio di segreteria telefonica non è preattivo ma è necessario attivarlo e scegliere, contestualmente all’attivazione, un codice d’accesso personalizzato.
Enjoy!!!


29
settembre
LA SOAP OPERA DEI PALINSESTI IMPAZZITI
Non ho mai scritto un post che si limitasse a riportare pedissequamente gli scritti di qualche altro autore.
Avete presente, però, quando, leggendo un giornale, un blog o qualsiasi altra fonte di notizie condividi un articolo al punto tale da dire a Te stesso : “Ecco. Esattamente ciò che avrei scritto io“?
Una sensazione grazie alla quale Ti sembra che ciò che stai leggendo sia la materializzazione dei Tuoi pensieri!
Bene! A me è capitato con l’articolo di Aldo Grasso (nella foto) che sto per riportarVi, pubblicato ieri sul Corriere della Sera.
Lungi da me il paragonare i semplici scritti di questo blog ad una penna elegante qual è quella del noto critico televisivo! Ci mancherebbe altro!
Parlo, fondamentalmente, dei contenuti, non della forma e non Vi nascondo che l’aver trovato, nell’articolo di Grasso, delle affinità di interpretazioni e di vedute con quanto ho scritto alcuni giorni fa e con ciò che penso su questa ”scostumata” questione, mi ha inorgoglito un po’!
Oggetto di analisi è l’ormai infinita “soap opera dei palinsesti impazziti”.
Buona Lettura
Un sinistro scricchiolio sta allarmando i custodi del palazzo televisivo. Da dove proviene? Chi l’ha provocato? Lo scricchiolio è causato dalla follia dei palinsesti. Che ormai oscillano come trottole, mappe impazzite. Da tempo, sui giornali, l’inizio della prima serata di Canale 5 e Raiuno è segnalato alle 21. In realtà, non inizia mai prima delle 21.20.
Perché questo inganno? La seconda serata non esiste più, è slittata a mezzanotte. Gli show finiscono all’ una di notte, con buona pace di chi la mattina deve alzarsi. Un telefilm di successo come Dr. House viene brutalmente spostato causando la ribellione dei telespettatori; il programma di Bonolis va in prima serata, poi in seconda, poi viene collocato nella fascia preserale; Reality circus dal lunedì passa alla domenica, dalla domenica al mercoledì: una giostra. Le anomalie non finiscono qui, anzi paiono ben più profonde. Joe Petrosino vince ampiamente la serata di domenica 24 settembre con quasi sei milioni di spettatori, favorito dal clamoroso flop del reality di Canale 5 (3.104.000 spettatori, 16,38% di share, 5/6 punti sotto gli obiettivi della rete). Lunedì 25 Petrosino perde duecentomila spettatori e quasi il 5% di share, andando contro una logica sempre rispettata: ovvero che la seconda puntata di una fiction di successo va meglio della prima, per l’effetto valanga e per l’effetto persistenza, degli spettatori che hanno visto la prima. Ma qui entra in gioco la contro- programmazione de L’Onore e il rispetto, coi suoi 5.656.000 spettatori (22%), già accumulati nelle 4 puntate precedenti. Altri flop da palinsesto. Le quattro serate di Miss Italia, a dimostrazione di come ormai la manifestazione non sia più vissuta come evento. O l’inatteso insuccesso di Luca Barbareschi: Giorni da Leone 2, il seguito di una fiction in onda nel 2002. Allora fece il 20% di share, ma il seguito non funziona. La prima puntata (5 settembre) ha uno share di appena il 12,16 per cento, ridicolo per Raiuno. Tanto che si decide di sfilarla subito per sostituirla con una replica di Bartali.Ma la situazione più clamorosa riguarda Paolo Bonolis. Fattore C, un format così collaudato e sperimentato da sembrare un plagio, floppa clamorosamente in prima serata: domenica 10 settembre supera il 23% di share ma la domenica successiva crolla al 17,61. Spostato nel preserale non fa di meglio, meno del 18% di share.
Programmi dislocati, orari oltraggiati, soppressioni improvvise, sforamenti abituali. Il palinsesto (dal greco palímpsèstos, «raschiato di nuovo», a significare l’originale programmazione trimestrale fatta di tanti fogli sovrapposti) è ormai inattendibile. Rispetto ai corrispettivi francesi (grille) e inglesi (schedule), il termine italiano sottolinea l’incessante lavoro di perfezionamento, ridefinizione, correzione cui è sottoposta la programmazione. Che può essere infatti continuamente rielaborata in rapporto agli obiettivi della rete (proprio come le antiche pergamene venivano continuamente corrette e riutilizzate). Ma la sensazione è che la nostra programmazione venga raschiata ogni giorno, senza sosta, da una mano insensata. Ciò che vediamo sul piccolo schermo corrisponde raramente a ciò che è riportato dalle guide ufficiali.
«Il palinsesto è matematica», sostiene Alba Parietti. Ha ragione. Ma il suo reality sa contare solo fino al 7 (di share). Gli esempi si sprecano, giusto per fornire una sismografia del terremoto in atto. Per Raiuno e Canale 5, come detto, il ritardo è cronico, e francamente anche un po’ ridicolo.
Non va molto meglio sulle altri reti, la litania dello sforamento si ripete. Il telefilm su Raidue e The Oc su Italia 1 iniziano con cinque minuti di ritardo, il film su Retequattro con quindici. Raitre è in orario, e anche La7 non sgarra. Però il programma di Giuliano Ferrara e Ritanna Armeni sfora volentieri. Nel maggio scorso ha ceduto la linea a Gad Lerner solo alle 21.43. Che non l’ha mollata prima delle 24.00. Per la disperazione di Piero Chiambretti, previsto con Markette alle 23.30. Siccome non è un caso isolato, il conduttore ha pensato di ribattezzare il suo programma Uno mattina Markette.
L’altra sera ha bevuto il calice amaro anche Bruno Vespa battuto da Enrico Mentana che aveva in studio Luciano Moggi (Moggi è la variabile impazzita del palinsesto: una volta era chiamato per rispetto adesso per alzare l’audience). Ma Vespa è stato costretto dal film di Raiuno a partire molto tardi. Da cosa dipende questa debolezza intrinseca della tv generalista, questa assurda partita a scacchi che denota mancanza di rispetto nei confronti dello spettatore? Alcuni impazzimenti sono dovuti alle logiche perverse dei palinsesti.Il ritardo della prima serata è stato «inventato» da Striscia la notizia per fare il pieno d’ascolto. Da questo «male» ne discende un altro ancora più grosso. Per non avere concorrenza in quell’ ora topica, Mediaset è stata costretta a riportare Bonolis all’ovile, a peso d’oro. Ma Bonolis è tornato con tutto il clan di Lucio Presta (Paola Perego, Amadeus, Panicucci) imponendo alcuni programmi rivelatisi poi dei fallimenti (Amadeus è già sparito dal video).
Visto che parliamo di clan, la disarticolazione dei palinsesti dipende anche dal fatto che in troppi ci mettono le mani. Ormai personaggi come Lucio Presta, Bibi Ballandi, Lele Mora, Beppe Caschetto contano più dei direttori di rete. Non a caso a dirigere Raiuno c’è Fabrizio Del Noce, un giornalista che non si era mai occupato di programmazione. A dirigere Canale 5 ci sarà Massimo Donelli (tanti auguri!), la cui unica esperienza tv consiste nell’ aver diretto Sorrisi e canzoni (dove spesso si è lamentato dell’infedeltà dei palinsesti!). Qualcuno imputa la follia della programmazione alla crisi imprevista dei reality (difficoltà che coinvolge persino un campione d’ascolti come L’isola dei famosi) o all’esplosione del satellite, di Sky (è il caso di Lost, laserie di culto, che in onda il lunedì regala share record a Fox). Qualcun altro, più addentro, la spiega con la difficoltà delle reti ammiraglie (specie Canale 5) a raggiungere gli obbiettivi promessi agli investitori pubblicitari; di qui gli spostamenti, le protezioni, i traslochi, le cancellazioni apparentemente inspiegabili. Tutto questo mina due meccanismi su cui si fonda, o si dovrebbe fondare, il patto comunicativo della tv: l’abitudine e la fedeltà. Il pubblico è consuetudinario e affezionato ai programmi preferiti. Perché svilire così il palinsesto? Gli orari dei treni non sono sufficienti per garantire a un Paese una rete efficiente di trasporti, ma senza orario i treni non si muovono, e se si muovono creano solo caos.

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