Eccolo, il «bastardo». Si aggira nei pressi dell’Istituto ‘Morvillo Falcone’ di Brindisi, va avanti e indietro. Poi estrae dalla tasca quello che sembra essere un telecomando e stende il braccio, come ad azionare un innesco. Ieri sera, nell’edizione delle 22, Sky Tg24 ha trasmesso in esclusiva un filmato che ritrae il presunto esecutore dell’attentato costato la vita alla giovane Melissa Bassi lo scorso 19 maggio. Le immagini sono a disposizione degli investigatori e ora anche i telespettatori possono vederle integralmente, dopo che ne erano stati divulgati solo dei fotogrammi.
Conoscendo vizi e virtù del piccolo schermo, ci domandiamo come quelle sequenze potranno essere riprese dai programmi che usano il racconto della cronaca come un semplice pretesto. Già ci sembra di ascoltare le disquisizioni dei soliti tuttologi del crimine accomodati negli studi televisivi. Qualche 007 da salotto azzarderà interpretazioni, cercherà indizi e prove schiaccianti. Altri ricorderanno “la piccola Melissa” mostrandosi al pubblico col faccino triste.
Del resto, anche in queste settimane, è già capitato che l’episodio di Brindisi fosse raccontato con uno stile tipico della tv del dolore. E i primi a ribellarsi a questa tendenza sono stati i coetanei di Melissa, che sono scesi in piazza a ricordare la loro amica e per guardare negli occhi il futuro, senza paura. Sabato, nei pressi della scuola Morvillo-Falcone, si è tenuto un corteo dal quale si sono levate voci contrarie alla speculazione sulla tragedia che certa tv avrebbe commesso.