Silvio Berlusconi



12
luglio

CURRENT: DA STASERA VA IN ONDA VIDEOCRACY, RACCONTO A SENSO UNICO SULL’ITALIA DELLA TV

Videocrazy, il documentario trasmesso questa sera da Current TV

Su Current va in onda l’Italia delle veline e dei tronisti, degli addominali tartarugati di Corona e delle festicciole al Billionaire. Il paese dei Balocchi che ammalia e contamina il Paese reale. A partire da stasera, 12 luglio, dalle 21.10 il canale 130 di Sky trasmetterà il documentario “Videocracy, basta apparire” del regista bergamasco-svedese Erik Gandini. Current propone così per la prima volta la discussa inchiesta che nessuna emittente aveva ancora mandato in onda (e ci sarà pure stato un motivo). La pellicola, presentata al festival di Venezia 2009, racconta del presunto partito catodico che suggestiona le menti e governa la Penisola, degradandola culturalmente. Tutti vogliono fare la tv: la colpa di questa tendenza perversa, manco a dirlo, sarebbe di Berlusconi e delle sue reti. Ci si aspettano grandi rivelazioni da questo documentario, ma il flop è dietro l’angolo.

L’inchiesta assembla immagini e suggestioni, portando avanti la tesi che quella orchestrata da Berlusconi sia una macchina di potere prima che di intrattenimento. Una ‘videocrazia’, appunto. In realtà, se le premesse possono incuriosire e sembrare valide, sono le argomentazioni che lasciano a desiderare. C’è Fabrizio Corona che fa la doccia col pacco in bella vista, raccontando come si fanno i soldi (e si finisce in tribunale). Poi Lele Mora si dichiara “mussoliniano” e ci fa ascoltare le suonerie del Ventennio sul suo cellulare. Seguono immagini di provini, con ragazze che sculettano e sognano la celebrità. Tutto qui: “Videocracy” scopre l’aqua calda, ci racconta che certa tv illude e ‘usa’ le persone, promettendo loro una popolarità effimera, e soldi facili.

Il promo del documentario di Erik Gandini, a suo tempo, non era andato in onda su Rai e Mediaset suscitando polemiche. Ora Current propone “Videocracy” per intero, nonostante le imprecisioni che esso contiene. Quella più clamorosa, ad esempio, riguarda l’attribuzione di un programma di spogliarelli alle tv di Berlusconi (quando a realizzarlo era invece la rete locale Tele Torino International, nel 1977). Current trasmetterà tutto da stasera, commettendo forse una stonatura, se consideriamo l’ampia serie di inchieste ben confezionate che solitamente l’emittente realizza.




8
luglio

MAGIC ITALY: SILVIO ‘THE VOICE’, BERLUSCONI FA LO SPEAKER IN TV PER PROMUOVERE IL TURISMO IN ITALIA (VIDEO)

Quando si dice “Italia amore mio”… Se il presidente operaio vi lasciava perplessi e quello chansonnier vi strappava un sorriso, eccovi ora il presidente tour operator. Non c’è storia: Silvio fa tutto, ti consiglia pure come trascorrere le vacanze. Per lui il “ghe pensi mi” è una filosofia di vita, ce l’ha nel sangue, che ci volete fare?! Serviva un testimonial noto, una voce convincente che promuovesse le bellezze artistiche e paesaggistiche del Belpaese, che dicesse agli italiani quanto è magica la loro penisola. Berlusconi non ha esitato un secondo (è più forte di lui): ha scritto un breve testo e lo ha pure inciso, mettendoci la voce. Il risultato è uno spot pubblicitario istituzionale, che da settimana prossima andrà in onda in tv sulle reti Rai, e anche all’estero su Rai International.

Questa che vedi è la tua Italia, un Paese unico fatto di cielo, di sole, di mare… un Paese straordinario che devi ancora scoprire”. In sottofondo c’è la voce di Berlusconi, quella suadente e impostata da teleimbonitore, e sullo schermo scorrono le immagini di alcuni tra i luoghi più incantevoli d’Italia. Il Duomo di Milano, le calli di Venezia, i faraglioni di Capri e la fontana di Trevi… La colonna sonora è “Un amore così grande” di Claudio Villa, e a giudicare dall’indole canterina sembra che il premier abbia scelto pure quella. Poi, come nei migliori spot tv, c’è il gran finale, quello che cattura il telespettatore: “Impiega le tue vacanze per conoscere meglio l’Italia, la tua magica Italia” dice Berlusconi.

Il promo è stato realizzato per il Ministero del Turismo e presentato ieri da una a dir poco entusiasta Michela Vittoria Brambilla. Dal punto di vista televisivo niente da dire: lo spot cattura e, in pochi secondi, mostra scorci di Italia che lasciano a bocca aperta. Il messaggio è chiaro e condivisibile: caro turista, invece di fare il pecorone e chiuderti in un villaggio vacanze all’estero perché non visiti il tuo Paese e ne scopri le bellezze più nascoste? Resta però da capire perché debba essere un politico a promuovere il turismo, proprio di questi tempi in cui i governanti, Presidente del consiglio in primis, dovrebbero occuparsi di ben altro. In fondo ci sono enti preposti e ben finanziati per assolvere a questo compito.  

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30
giugno

LA GRANDE AVVENTURA (11^ PUNTATA): STAGIONE TV 1991/1992, E’ L’ORA DELLA DIRETTA.

Sono passati quasi due anni dall’ultima “puntata” de La Grande Avventura, una vera e propria chicca di davidemaggio.it, con la quale abbiamo cercato di scrivere una Storia della TV Commerciale, dalla sua nascita e sino alla fatidica ”discesa in campo” del suo creatore, con alcune video-chicche imperdibili relative alle prime puntate di ciascun programma cult. Riprendiamo quest’oggi il filo con la Stagione TV 1991/1992 che vede ancora una volta le reti Fininvest pronte a sfidare la Rai con nuovi programmi, alcuni dei quali destinati ad entrare nella storia del piccolo schermo nostrano.

A caratterizzare la stagione di cui parliamo è certamente l’arrivo della diretta. Fonti ufficiali fanno riferimento, per la prima diretta, a Non è la Rai (9 settembre 1991, Canale5) con la conduzione di Enrica Bonaccorti dallo studio 1 del Centro Palatino. In realtà le prove generali erano iniziate mesi prima con un programma che in pochi ricordano e che segnò l’esordio nel mezzogiorno di Canale5 di Iva Zanicchi: Estate5. Come se non bastasse, contemporaneamente ad Estate 5, nell’estate del 91, anche il preserale di Canale5 si accendeva per la prima (e forse unica) volta in diretta con l’arrivo di Jocelyn e del suo Cos’è Cos’è, che vedeva la partecipazione di Antonella Elia.

La prima serata della stagione 91/92 vede due programmi avviarsi al tramonto: la terza ed ultima edizione di Sabato al Circo (che nella stagione successiva avrà uno sfortunato spin off su Rete4: Il Grande Circo di Rete4) condotta da Gerry Scotti e la quinta ed ultima edizione di TeleMike con Mike Bongiorno che l’anno successivo sarà seguita da Tutti per Uno che con le sue due edizioni sarà l’ultimo quiz in prima serata di Canale5.

Ma per due programmi che danno l’addio a Canale5, il 92 riserverà ai telespettatori due titoli, uno dei quali continua ancora oggi a tener banc sugli schermi dell’ammiraglia. L’altro, invece, si protrarrà invece per 10 edizioni. Il primo debutta nella domenica di Italia1: si tratta di Scherzi a Parte condotto da Teo Teocoli e Gene Gnocchi (con Angela Melillo e Gabriella Labate). Il programma, che si scontrava con la mega fiction di Canale 5 Piazza di Spagna (Lorella Cuccarini, Serena Grandi e Fabio Testi), ben presto battè il prime time dell’ammiraglia portando il programma della Ruffini al 25% di share. Fatma Ruffini sforna una delle sue trasmissioni più riuscite. La trasmissione, visto il successo, farà approdare il programma su Canale 5 nella stagione successiva.

 





25
giugno

INNOCENZI SI DIMETTE DALL’AGCOM, INDAGATO DOPO LE PRESSIONI DEL PREMIER

Giancarlo Innocenzi dimissioni

Alla fine Giancarlo Innocenzi ha deciso di farsi da parte, di stare lontano dai riflettori, almeno per un po’. Il componente del consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, ieri ha scelto di dimettersi, rimettendo il suo incarico nelle mani di Corrado Calabrò, presidente dell’Agcom. Da quasi tre mesi l’aria non era delle migliori per Innocenzi che era finito nella bufera dell’inchiesta di Trani, quella delle intercettazioni telefoniche in cui Berlusconi chiedeva di contrastare alcuni programmi tv e sembrava invocare la chiusura di Annozero.  A seguito di quelle vicende, anche la stessa Autorità aveva avviato un’istruttoria sul Commissario, per valutare eventuali violazioni del codice etico dell’organo di garanzia. Da quel momento Innocenzi non aveva più partecipato ai lavori del Consiglio.

La Procura di Trani aveva iscritto Innocenzi al registro degli indagati ipotizzando per lui il reato di favoreggiamento, in seguito alle dichiarazioni rese nel corso di un’audizione in cui avrebbe negato di aver ricevuto pressioni dal Presidente del Consiglio. Nei giorni successivi all’apertura dell’inchiesta, i giornali davano in pasto ai lettori stralci di intercettazioni, come quelle ormai celebri in cui Berlusconi si lamenta con Innocenzi e sbotta: “Stai vedendo Annozero? E’ una cosa oscena. Adesso basta ora chiudiamo tutto”. Ai primi di luglio l’ex Commissario Agcom sarà sentito dai magistrati di Trani.

«Sono stato io a spingere per le sue dimissioni, per affrontare con tranquillità l’interrogatorio in procura previsto ai primi di luglio” ha dichiarato l’avvocato di Innocenzi, Marcello Melandri. “Siamo assolutamente tranquilli nella difesa penale, ma vogliamo sentirci ancora più liberi di dire tutto quello che vogliamo. A questo punto abbiamo valutato che è il momento di chiarire la nostra posizione” ha aggiunto il legale, lasciando così intuire che il suo assistito non si avvarrà della facoltà di non rispondere. All’Agcom pare abbiano ben accolto le dimissioni, sembra quasi con un certo sollievo.  Il Consiglio dell’Autorità guidata da Calabrò ha ringraziato Innocenzi, esprimendo “sentito e unanime apprezzamento per la sensibilità istituzionale da lui dimostrata“.


19
giugno

SKY SUL DIGITALE TERRESTRE, L’ANTITRUST UE FRENA. FORSE DIETRO LA DECISIONE LO ZAMPINO DI SILVIO

Il mare magnum del digitale terrestre può attendere, lo ‘Squalo’ sguazzerà nella boccia di vetro ancora per un po’. La notizia è che il Commissario europeo alla Concorrenza Joaquin Almunia ha deciso di prendere tempo sull’autorizzazione a Sky a partecipare alla prossima assegnazione delle frequenze digitali. La tv di Rupert Murdoch era pronta all’arrembaggio, visto che la concessione all’emittente a operare sul digitale terrestre già da quest’anno sembrava ormai imminente. C’era anche la bozza di delibera, bella pronta da firmare. Invece niente, l’Antitrust dell’Ue ha frenato tutto, almeno per ora.

La decisione dell’ufficio del Commissario Almunia sarebbe stata dettata dal fatto che l’Ue starebbe effettuando una ricognizione aggiuntiva sul mercato televisivo italiano. Questa la motivazione ufficiale che Bruxelles ha dato in pasto alla stampa e agli addetti ai lavori. Ricognizione o meno, immaginatevi come l’abbia presa l’amministratore delegato di Sky Italia Tom Mockridge. Pare che il dirigente della tv satellitare non abbia affatto gradito la sorpresa europea, arrivata proprio quando sembrava tutto deciso. In verità i ben informati svelano che dietro lo stop dell’Antitrust Ue ci sarebbe lo stesso Berlusconi, intervenuto -pare- in prima persona sulla vicenda.

Cucù: e spunta ancora Silvio. L’indiscrezione la dà il settimanale MF-Milano Finanza, secondo il quale il premier avrebbe incontrato il Garante Joaquim Almunia durante uno degli ultimi vertici europei, chiedendogli di prendere tempo, di congelare la decisione sulla concessione a Sky. Berlusconi avrebbe cioè ‘difeso’ i network italiani esponendo il timore che questi possano essere soffocati dall’arrivo del colosso di Murdoch sul digitale terrestre. Sempre secondo il settimanale economico milanese, Berlusconi avrebbe trattato la questione anche con il Presidente della Commissione Ue Josè Barroso, durante una sua visita a Roma. Almunia e Barroso avrebbero ascoltato Silvio, riservandosi poi di decidere autonomamente.





9
giugno

DA SANTORO AL REINTEGRO DI RUFFINI, QUANTI GRATTACAPI IN RAI. E IL PREMIER SI SFOGA: SI CAMBI O NON FIRMO IL CONTRATTO DI SERVIZIO

O la Rai cambia o non firmo il contratto di servizioBerlusconi spara il siluro, lancia l’aut aut che tanto fa discutere, e il primo ad incassare il colpo è Mauro Masi. Le parole pronunciate ieri dal premier, in perfetta sincronia con l’inizio del Cda di Viale Mazzini, pare abbiano fatto fischiare le orecchie al Direttore Generale. Infatti, secondo alcuni, lo sfogo di Silvio sarebbe da leggersi come come un avvertimento al dirigente, un messaggio in codice che lo esorta a prendere il mano la situazione. O, addirittura, un avviso di sfratto.

Si tratta di semplici interpretazioni, certo è che in questi ultimi tempi l’azienda pubblica è stata protagonista di scossoni, dibattiti interni e colpi di scena che si sarebbero evitati volentieri, almeno per quieto vivere. In tutto questo Masi avrebbe perso il controllo della situazione, spazientendo non poco il premier. Il caso-Santoro, il reintegro di Ruffini, lo show di Fazio e Saviano pronto a partire tra qualche polemica: sembrerà una visione semplicistica, ma il destino degli organigrammi della tv pubblica si deciderà anche a partire dall’esito di questa serie di eventi.

Il primo grattacapo di Masi si chiama Michele Santoro. Da qualche mese il conduttore di Annozero ha trascinato la Rai nella bufera, denunciando un clima ostile al suo lavoro, tra diffide e ostacoli vari. Settimane fa il Dg sembrava convinto di poter mettere fuori gioco il giornalista grazie ad un accordo firmato dal Cda e raggiunto tramite la mediazione dell’agente Lucio Presta. Peccato che su quell’intesa mancasse la firma definitiva, un piccolo dettaglio che ha permesso alla vipera Michele di spiazzare tutti, ribaltando la situazione nel giro di pochi giorni. Così, alla conferenza di fine Annozero dell’altro ieri, Santoro non ha ufficializzato l’accordo -come alcuni si aspettavano- ma anzi ha rimesso tutto nelle mani dei dirigenti Rai.


2
giugno

BALLARO’, BERLUSCONI TELEFONA A SORPRESA E SBOTTA: SONDAGGI FASULLI, BASTA MENZOGNE SULLA TV DI STATO. POI RIATTACCA (VIDEO)

Una telefonata allunga il litigio, soprattutto a Ballarò. Se poi dall’altra parte della cornetta c’è Silvio, puoi aspettarti l’imprevisto, il coup de théâtre, la sparata che lascia tutti a bocca aperta. Ieri sera nel talk poltico condotto da Giovanni Floris su Raitre si parlava di manovra economica e tasse, un argomento delicato ma anche bello pesantuccio. Tra cifre, cavilli e previsioni più o meno lugubri per il futuro, milioni di italiani stavano già cadendo in catalessi, senza prima aver toccato ferro. Si sa mai. Ad un tratto, a scuotere tutti, una telefonata a sorpresa, una voce inconfondibile, quella di Silvio Berlusconi. Il Presidente del Consiglio è intervenuto dopo che il vicedirettore di Repubblica Massimo Giannini aveva criticato la politica del governo sull’evasione fiscale, affermando che lo stesso Berlusconi, ai tempi di Prodi, disse: “evadere in Italia è inevitabile”.  

Alza la cornetta, Silvio non aspetta. Il premier, intervenendo in diretta a Ballarò, è subito partito a testa bassa contro  Giannini:”Vorrei dire che il giornalista di Repubblica ha mentito spudoratamente: da parte mia non c’è mai stato un sostegno all’evasione fiscale. Sono il primo contribuente d’Italia” ha affermato. Poi la ‘guerra’ delle cifre. Berlusconi infatti ha anche confutato i sondaggi di Ballarò:”Sono fasulli, ho in mano un sondaggio di Euromedia che dice che il mio gradimento è al 62% e quello del governo è vicino al 50%. Tanto vi dovevo perché non è accettabile sentire in una Tv di Stato certe menzogne”. Silvio, come un fiume in piena, mitraglia critiche tutto d’un fiato ma poi fa un erroraccio. Terminato il suo intervento, riattacca il telefono in tutta fretta, senza nemmeno aspettare le eventuali repliche da studio.

Il ‘maestrino’ Giovanni Floris, impettito ma per nulla imbarazzato, ha subito stigmatizzato l’atteggiamento del premier, rimproverandolo al volo con una bella bacchettata: “Ciò che veramente è inaccettabile in una televisione di Stato è che si inizi un dialogo ma poi si insulti e si butti giù il telefono prima che arrivi la risposta” ha detto risentito, ricevendo l’applauso del pubblico. Un minuto e venti secondi, tanto è durata la telefonata di Berlusconi, che hanno ridestato i telespettatori e acceso nuovamente il dibattito a Ballarò. Col solo rammarico che lo show di Silviuccio fosse finito così presto.


22
aprile

“SEPARATI IN CASA”, AD ANNOZERO MICHELE SANTORO PARLA DELLE GRANE DEL CENTRODESTRA

Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi

Prova solo a immaginare: ti chiami Michele Santoro e nel centrodestra, da settimane, si stanno prendendo a mazzate sul serio. Fini minaccia Berlusconi, Lupi insulta Bocchino in diretta tv, ormai siamo al tutti contro tutti senza esclusione di colpi. Tu, giornalista leggermente – ma solo leggermente - di sinistra, cosa fai? Semplice: gongoli come come un matto e ci organizzi sopra un bel puntatone del tuo programma. “Separati in casa” è il titolo della puntata di Annozero che andrà in onda stasera alle 21:05, su Raidue. Michele Santoro partirà dalle fratture interne al Pdl, tra correnti e contro-correnti, dibattendo con gli ospiti in studio e aiutandosi con contributi video.

Resa dei conti e rottura totale, il giorno della verità. Stamane a Roma si è riunita la direzione nazionale del Pdl e sono state scintille davanti alle telecamere (QUI IL VIDEO). Gianfranco Fini, che lamentava la mancanza di un dibattito interno al partito, ha praticamente ricevuto lo sfratto da Silvio Berlusconi, che in uno dei momenti di massima tensione tra i due gli ha intimato: “Se vuoi fare politica lascia quel ruolo super partes e torna nel partito”. La dichiarazione, potete capire, ha subito fatto il giro dei telegiornali. Immaginatevi quelli di Annozero, si saranno sfregati le mani, con tutta quella carne al fuoco che ci sarà nella puntata di stasera.   

Gli ospiti di Michele Santoro saranno, per il Pdl, il Ministro Mara Carfagna e il finiano Benedetto Della Vedova. Per il Pd, il conduttore ha invitato il sindaco di Firenze Matteo Renzi, l’europarlamentare Debora Serracchiani e il consigliere regionale lombardo Giuseppe Civati, giovani volti del centrosinistra. Ovviamente, per rispettare un copione che anche quest’anno ha garantito ad Annozero altissimi ascolti, in studio non mancheranno gli interventi a gamba tesa del giornalista Marco Travaglio e le vignette di Vauro. Anche stavolta, basterà davvero poco perchè il confronto si accenda come benzina sul fuoco.