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21
maggio

FURORE: DAI TEMI SOCIALI ALLE SCENE HOT IL PASSO E’ BREVE. TENETE D’OCCHIO QUELLA FRAGOLA

furore

Giuliana de Sio e Massimiliano Morra

Prima ancora di andare in onda, la fiction Furore - Il Vento della Speranza aveva già fatto discutere perché incentrata sul tema del razzismo all’italiana e sulla pessima ospitalità riservata agli immigranti del sud da parte dei ricchi e potenti del nord. Buoni (del sud) contro cattivi (del nord), con poche sfumature e qualche contaminazione. Come sempre accade in fiction di questo genere.

Furore: il razzismo secondo Massimiliano Morra e Francesco Testi

Un racconto unidirezionale, dunque, che per questo ha fatto storcere il naso a qualcuno. Certo, non è la prima volta che una fiction Ares indaga i conflitti sociali e la prevaricazione dei forti sui deboli; basti pensare a Baciamo le mani, ma lì eravamo fuori dal Belpaese, a Little Italy, e dunque non sono scattate immedesimazioni e polemiche. I due interpreti principali di Furore, intervistati da Tv Sorrisi e Canzoni sull’argomento, hanno dimostrato di avere due approcci diversi al problema e la cosa non stupisce, visto che Francesco Testi è nato a Verona e Massimiliano Morra a Napoli.

Se il primo ritiene che “nel 2014 ogni razzismo sia anacronistico” e che “gli imbecilli ci sono in tutte le città e in tutti i Paesi. Da bambino andavo ad Agrigento dove i ragazzini siciliani mi chiamavano “polentone”, Morra è di tutt’altro avviso, raccontando esperienze personali a dimostrazione che il razzismo non appartiene al passato, ma è ancora radicato.

Allora (nell’epoca in cui è ambientata la fiction, ndDM) c’era un distacco sociale, che forse c’è tuttora, fra Meridione e Settentrione, e i meridionali venivano bistrattati. Erano i “terroni”[...]Quando facevo il modello ho vissuto un anno a Milano. A volte ho subito piccole discriminazioni, magari a un casting: quando sapevano che ero meridionale si facevano una risatina”.

Furore: la scena hot con la fragola