riforma Rai



17
febbraio

MATTEO RENZI: A MARZO LA RIFORMA RAI. GUBITOSI ACCELERA, OK DELLA VIGILANZA AL PIANO NEWS

Matteo Renzi, Rai

Tirato per la giacchetta, Matteo Renzi ha fissato una scadenza. La tanto discussa riforma del servizio pubblico partirà a marzo: “vogliamo fare della Rai la più innovativa azienda di produzione culturale” ha affermato il premier nell’intervista rilasciata al Tg1 lo scorso 14 febbraio. Il Presidente del Consiglio sembra determinato – almeno nelle intenzioni – ma ancor di più lo è il DG Luigi Gubitosi, il quale non vede l’ora di attuare i cambiamenti in progetto.

Il mese di marzo è alle porte, la partita in gioco è alta. E i tempi d’azione sono ristretti. A metà 2015 scadranno infatti i mandati del CdA e del Direttore Generale, mentre nel maggio 2016 scadrà la Convenzione con la quale lo Stato affida in esclusiva alla Rai la concessione del servizio pubblico radiotelevisivo. La volontà di Gubitosi è quella di premere l’acceleratore soprattutto per quanto riguarda la sua riforma dell’informazione. Ma, anche in questo caso, gli ostacoli non mancano.

Rai, Gubitosi contro l’immobilismo di sindacati e politica

Il nostro piano è un atto serio e moderno che avvicinerebbe la Rai alle migliori emittenti europee. Eppure incontriamo grandi, tenaci resistenze. Di fronte abbiamo il ‘pc’: il partito della conservazione, che unisce una parte del sindacato a una parte della politica. Il loro obiettivo è l’immobilismo

ha dichiarato il DG Rai a Repubblica, con esplicito riferimento alle forze contrarie. Come se non bastasse, tra le righe Gubitosi ha anche rifilato una frecciata proprio al Governo.




16
ottobre

RAI, ROBERTO FICO: LA RIFORMA DELLA GOVERNANCE SIA DEL PARLAMENTO, NO A DDL DEL GOVERNO

Roberto Fico

La riforma della Rai non spetti a Renzi. Il Presidente della Commissione di Vigilanza Roberto Fico non ha usato giri di parole e, proprio nei (cento) giorni in cui il Governo si appresta a cambiare il servizio pubblico, ha lanciato la propria idea. “La riforma della governance Rai deve discendere dal Parlamento. Più che un ddl del governo, servirebbe un’iniziativa parlamentare” ha dichiarato l’esponente grillino nell’ambito di un convegno cui ha partecipato anche la Presidente di Viale Mazzini Anna Maria Tarantola (qui il suo intervento).

Fico, in particolare, ha chiesto ai gruppi parlamentari di “lavorare insieme ad una proposta di legge” e, con un pronunciamento dal retrogusto politico, ha auspicato che sia l’Aula- con i suoi tempi – a definire le trasformazioni alla governance di Viale Mazzini.

Roberto Fico: riforma è materia del Parlamento

La riforma della governance è assolutamente materia del Parlamento ed è il Parlamento che deve affrontarla anche in tempi non velocissimi per riformare il servizio pubblico da qui a 10 o 20 anni. Nella riforma dovremo far comprendere perché vengono eletti i consiglieri e quali meriti hanno. Se la tv è il quarto potere, deve essere trattato come tale, garantendo una netta divisione rispetto agli altri poteri

ha detto Fico. Dal fronte governativo, intanto, il Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo economico, Antonello Giacomelli, ha ribadito l’intenzione dell’esecutivo di intervenire.

Rai, Giacomelli: pronti a scuotere il servizio pubblico


6
ottobre

RIFORMA RAI: CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE SCELTO DA ORGANISMI NEUTRI

Riforma Rai

Riforma Rai

Matteo Renzi ha un cruccio, che si chiama Rai. Nonostante il suo partito continui a volare nei sondaggi, con il rischio che in futuro ottenga una maggioranza piena in Parlamento, il Premier e Segretario del Partito Democratico non sembra avere intenzione di controllare le aziende pubbliche o a maggioranza pubblica. Anzi, proprio nel caso della Rai, vorrebbe tentare il colpaccio per sganciarla totalmente dalla politica, con lo scopo di ridarle indipendenza a partire dalla scelta della governance.

A breve scadrà il mandato dell’attuale Consiglio di Amministrazione, votato in era Monti con l’attuale legge Gasparri. Proprio per evitare un nuovo CdA votato con la riforma dell’ex Ministro delle Telecomunicazioni, ora in quota Forza Italia, il Sottosegretario allo Sviluppo Economico Antonello Giacomelli, assieme a Luca Lotti, ora all’Editoria, sta studiando velocemente varie opzioni che dovrebbero sfociare, già entro l’anno il 2015, in un decreto legge, la cui urgenza sarebbe giustificata dal rinnovo anticipato della convenzione.

L’ipotesi più accreditata, per ora, vedrebbe una Rai controllata al 100% dal Ministero dell’Economia con un Consiglio di Amministrazione composto da cinque membri – incluso Presidente e Amministratore Delegato – accuratamente scelti da organismi ed enti ritenuti neutri. Si fanno i nomi della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, dell’Agcom e della Siae, anche se – in tutta franchezza – non sembrerebbero proprio così indipendenti come si vuole far credere.





3
ottobre

MARINELLA SOLDI, AD DI DISCOVERY SULLA NUOVA RAI: 2 CANALI FINANZIATI DAL CANONE E SOLO 4 CANALI DALLA PUBBLICITA’

Marinella Soldi, AD di Discovery

Marinella Soldi, AD di Discovery

Dopo aver espresso più di qualche dubbio su Auditel, chiedendo la nascita di una nuova società che coinvolga tutti gli editori, e non solo Rai e Mediaset, l’Amministratore Delegato di Discovery Marinella Soldi – chiamata in audizione alla Camera dei Deputati presso la Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni – si è sbilanciata anche sul futuro della Rai, in attesa della riforma che, stando alle dichiarazioni del Premier Matteo Renzi, dovrebbe coinvolgere tutti i soggetti tramite una consultazione pubblica.

Riforma Rai – Per Discovery bisogna separare i business

Per la Soldi è giusto separare i business dell’azienda pubblica, anche per “assegnarle un’identità precisa”: da una parte il servizio pubblico puro, dall’altra l’anima commerciale, sul mercato e in diretta concorrenza con gli altri editori, tra cui la stessa Discovery. Ciò consentirebbe all’azienda di “agire sul mercato con maggiore trasparenza, applicando politiche commerciali concorrenziali con quelle degli altri operatori”.

Riforma Rai – 2 canali di servizio pubblico e 4 finanziati dalla pubblicità

Nel dettaglio, per l’AD del noto gruppo editoriale, è giusto che la Rai riduca drasticamente il numero di canali resi disponibili, passando dai 15 attuali a 5 o 6. Un’osservazione che nasce studiando i modelli adottati dagli altri paesi europei e che consentirebbe all’azienda di “rafforzare i propri contenuti, di crescere sul mercato e strutturarsi come media company”. Ecco la proposta: uno o due canali di servizio pubblico finanziati dal solo canone, e 3 o 4 canali tematici finanziati solo con la pubblicità.

Riforma Rai – Dubbi sulla proposta di Discovery

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2
ottobre

RIFORMA CANONE RAI: FINANZIAMENTO TRAMITE LOTTERIA ITALIA E IMPORTO COMPRESO TRA I 35 E I 65 EURO

Antonella Clerici

Chissà se il canone Rai sarà mai incluso all’interno della bolletta elettrica. Certo, Renzi rischierebbe di farsi un po’ troppi nemici tra i suoi elettori, ma intanto l’azienda pubblica potrebbe azzerare definitivamente l’evasione, che si fa sempre più importante anno dopo anno. Sarebbe, comunque, una decisione saggia, anche alla luce del prelievo forzato dei 150 milioni di euro, che sono serviti al Premier per coprire una parte del famoso bonus 80 euro, inserito dallo scorso maggio in busta paga a determinate condizioni.

Saltato l’accordo con Sky, per incrociare i dati degli abbonati della pay tv al fine di “beccare” gli evasori, ora Luigi Gubitosi ha una nuova speranza per coprire il rosso. Sembra, infatti, secondo quanto trapela da Palazzo Chigi, che l’intenzione del Premier sia quella di finanziare il canone tramite l’acquisto dei biglietti della Lotteria Italia.

Non solo, perché nella riforma della Rai prevista per novembre, secondo quanto riportato da la Repubblica, sembrerebbe previsto il finanziamento anche tramite un’imposta al consumo commisurata alle capacità di spesa delle famiglie. Mentre per Il Messaggero, il canone non sarà più un’imposta legata al possesso del televisore, e oscillerà tra i 35 e i 65 euro massimi, variando in base al reddito e ai consumi.





16
giugno

RIFORMA RAI: CONSULTAZIONE POPOLARE DI RENZI SU NUOVO CANONE, GOVERNANCE E LEGGE GASPARRI

Matteo Renzi

Una grande consultazione in tutto il Paese” per cambiare la Rai. La riforma del servizio pubblico targata Matteo Renzi, comincerà da qui. Il prossimo mese di luglio, il governo guidato dal rottamatore fiorentino dovrebbe lanciare una sorta di indagine sul futuro di Viale Mazzini che coinvolgerà non solo gli addetti ai lavori, ma anche i cittadini. Il sondaggio, secondo quanto riporta Repubblica, sarà composto da un questionario e verterà sui temi che dovrebbero essere oggetto di cambiamento: il canone, la governance indipendente dalla politica, la privatizzazione, la mission del servizio pubblico.

Riforma Rai: governance indipendente dalla politica

Il premier sembra intenzionato a fare sul serio, a mettere in atto una progressiva trasformazione che toccherà tutti i pilastri di Viale Mazzini entro il maggio 2016, cioè in vista del rinnovo della convenzione Stato-Rai. L’obiettivo di Renzi, in realtà, sarebbe quello di permettere già ai nuovi vertici aziendali, che saranno nominati nell’aprile 2015, di essere indipendenti dalla politica. Alla manovra stanno lavorando i sottosegretari Antonello Giacomelli e Luca Lotti. Come spiegato, il primo passo dell’impresa sarà la consultazione popolare prevista per il prossimo luglio, i cui risultati saranno presi in esame fino al prossimo autunno.

Riforma Rai: il nuovo canone

Entro fine anno è previsto il secondo step, ossia un decreto del governo per la nuova convenzione Rai, che conterrà anche la tanto attesa e discussa riforma. Spetterà poi all’azienda di Viale Mazzini attuarla. I tempi sono serrati, l’obiettivo è ambizioso ed ampio: contestualmente, infatti, l’esecutivo dovrebbe varare anche la legge sul nuovo canone Rai. Al riguardo, la proposta più accreditata sembra quella di sostituire il canone unico con un’imposta flessibile ad importo variabile, legata alla capacità di spesa delle persone. Il cambiamento dovrebbe rendere l’imposta meno odiosa e ridurre l’evasione, attualmente alle stelle.

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