riforma Rai



22
ottobre

RIFORMA RAI APPROVATA ALLA CAMERA. ROBERTO FICO: INQUALIFICABILE, PEGGIO DELLA GASPARRI

Matteo Renzi, Rai

Con 259 voti favorevoli e 143 contrari (4 invece gli astenuti), ieri la Camera ha dato il via libera alla riforma della Rai targata Renzi. Tra i punti più significativi e discussi della norma vi sono la trasformazione del Direttore Generale in Amministratore Delegato, un Cda più snello non più eletto dalla Vigilanza e un Presidente di garanzia. In attesa che il provvedimento ritorni al Senato, divampano ancora le polemiche: tra le voci più critiche, quella del Presidente della Vigilanza Roberto Fico.

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4
agosto

RAI: RENZI ELOGIA CAMPO DALL’ORTO COME POSSIBILE DG. OGGI IL NUOVO CDA

Matteo Renzi

La Rai del futuro sta per prendere forma. Il premier Matteo Renzi ha annunciato che domani – mercoledì 5 agosto – scioglierà le riserve ed indicherà i suoi due nomi per la direzione generale e la presidenza di Viale Mazzini. “Saranno professionisti di alto profilo, di grande competenza e indipendenza” ha detto il Presidente del Consiglio dal Giappone, dove si trova in visita ufficiale. Incalzato dai giornalisti, Renzi ha anche speso parole di elogio per Antonio Campo Dall’Orto, che secondo indiscrezioni sempre più insistenti sarebbe in pole position per il ruolo di DG.

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4
agosto

ENRICO MENTANA CRITICA RENZI SULLA RAI: “SARA’ IDENTICA A PRIMA”. E CORTEGGIA HELGA COSSU PER IL SUO TG

Enrico Mentana

Dentro la Rai non soffia alcun vento riformatore. Vogliamo dirlo? Dai direttori agli uscieri son tutti lì a chiedersi chi arriva adesso. È l’unica cosa che interessa “. Enrico Mentana entra a gamba tesa nel dibattito sulla riforma del servizio pubblico e lo fa proprio nei giorni in cui a Viale Mazzini ci si appresta a rinnovare la governance e il CdA. Dalle colonne di Repubblica, il direttore del TgLa7 ha punzecchiato il premier Matteo Renzi, rimproverandogli di non aver attuato la rivoluzione Rai promessa a parole. “Quei discorsi si sono persi per strada” ha accusato il giornalista.





30
luglio

RAI, PADOAN SCRIVE ALLA VIGILANZA: RINNOVARE IL CDA CON LA LEGGE GASPARRI

Renzi, Padoan

Tempo scaduto. Il CdA Rai va rinnovato subito e con legge Gasparri, senza aspettare la riforma del servizio pubblico. Il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha scritto al Presidente della Commissione di Vigilanza Roberto Fico perché si proceda “quanto prima” alle nuove nomine per l’organo amministrativo di Viale Mazzini. L’indicazione è arrivata proprio alla vigilia del dibattito sulla riforma Rai, ora approdata al Senato, portando con sé polemiche e reazioni da parte delle forze politiche.

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10
luglio

RIFORMA RAI: VIA LIBERA DA COMMISSIONE SENATO. “IN AULA ENTRO LA PAUSA ESTIVA”

Rai

La riforma della Rai ingrana la marcia e riprende la sua corsa. Ieri la commissione Lavori Pubblici del Senato ha concluso l’esame del Ddl su Viale Mazzini, votando il mandato ai relatori Enrico Buemi (Psi) e Raffaele Ranucci (Pd). Superate le sabbie mobili, ora il provvedimento passerà all’esame dell’Aula, in una vera e propria corsa contro il tempo: infatti, qualora la manovra non venisse approvata entro l’estate (come auspicato dal governo), il CdA del servizio pubblico sarà rinnovato con la Legge Gasparri attualmente in vigore.

Riforma Rai, corsa contro il tempo

Anche alla luce di questa scadenza, non è escluso che il Ddl possa essere inserito già nel calendario della prossima settimana. In ogni caso, la tempistica sarà decisa dalla Conferenza dei capigruppo. “Il via libera di Palazzo Madama arriverà entro la pausa estiva” ha assicurato il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, dando voce alle intenzioni dello stesso premier Matteo Renzi. Quest’ultimo, secondo i retroscenisti, avrebbe già trovato un’intesa con Forza Italia per garantire una corsia preferenziale al Ddl e ottenere una convergenza sui candidati alla guida della futura Rai.

Riforma Rai, i poteri dell’AD e del CdA

Tra le poltrone più prestigiose da occupare c’è sicuramente quella di Amministratore Delegato, figura cui verranno attribuiti poteri di nomina per tutti i dirigenti e i direttori di testate. Secondo una modifica approvata in commissione, però, il CdA potrà bloccare tali nomine con la maggioranza dei due terzi (ovvero di cinque membri su sette). Su tutte le altre nomine al vertice (comprese quelle dei direttori di rete) il parere sarà obbligatorio ma non vincolante. Inoltre, in Aula verranno riesaminati alcuni emendamenti sui criteri per la scelta dei consiglieri di amministrazione.

Finanziamento del servizio pubblico alle tv locali di qualità

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8
luglio

RAI: RENZI RISCHIA SULLA RIFORMA. BERLUSCONI VUOLE LUISA TODINI ALLA PRESIDENZA

Luisa Todini

Dal Palazzo provengono segnali pressoché univoci: la riforma della Rai va portata a termine. A dare una implicita benedizione alla manovra ieri è arrivata anche Laura Boldrini: “è il momento giusto, da molti punti di vista, per dirci quello che tutti noi vogliamo dal servizio pubblico” ha detto la Presidente della Camera intervenendo alla relazione annuale dell’ Autorità per le comunicazioni. Ma il tempo è tiranno. Il 12 luglio prossimo, infatti, scadrà formalmente il CdA di Viale Mazzini e Renzi dovrà varare la riforma (attualmente arenata al Senato) entro settembre. Diversamente, il rinnovo della governance avverrà con la Legge Gasparri.

Riforma Rai, corsa contro il tempo

Come Vigilanza noi siamo tenuti a rispettare la legge attualmente in vigore” ha già fatto sapere il Presidente della bicamerale Roberto Fico. E qualcuno si diverte a scommettere: Renzi riuscirà a portare a casa la partita di Viale Mazzini o rimedierà una figuraccia? In attesa di capire come andrà a finire, sono già iniziati a circolare i nome dei possibili top manager che siederanno ai vertici Rai. Al riguardo, qualcuno ipotizza che la corsa contro il tempo per varare la riforma possa passare attraverso un combinato disposto tra Renzi e Berlusconi: una sorta di ‘accordo’ che consenta al premier di ottenere il risultato desiderato e al Cavaliere di mantenere un ruolo centrale.

CdA Rai, Luisa Todini e Vincenzo Novari tra i favoriti

In particolare, secondo il Corriere della Sera, Berlusconi potrebbe avere voce in capitolo sulla nomina del Presidente di Viale Mazzini. Per questo ruolo, all’ex premier non dispiacerebbe Luisa Todini, ex Consigliera d’Amministrazione Rai oggi alla Presidenza di Poste Italiane. Un nome, questo, sul quale nemmeno Renzi avrebbe obiezioni. La convergenza su un candidato condiviso sarebbe una delle soluzioni per sbloccare la questione Rai. Per la carica di Amministratore Delegato (che nella Rai renziana avrà ampia autorità in materia editoriale ed economica) il nome più gettonato è al momento quello di Vincenzo Novari, attuale AD di Tre Italia.

Gubitosi verso l’addio alla Rai


12
marzo

RAI, LA RIFORMA DI RENZI: NUOVO CDA, UN MANAGER, TRE RETI SPECIALIZZATE

Matteo Renzi

Il premier Renzi passa all’azione: è tempo di riformare la Rai. Quest’oggi l’annunciata riorganizzazione del servizio pubblico approderà sul tavolo del Consiglio dei Ministri con un dossier che costituirà poi la base di confronto con i partiti. Il testo, di cui i quotidiani riportano le prime indiscrezioni, trasforma Viale Mazzini in un’ottica manageriale che prevede un Amministratore Delegato forte, un Consiglio d’Amministrazione più snello e tre reti ’specializzate’ (di cui una senza spot). Una rivoluzione copernicana, che oggi Renzi presenterà ai suoi collaboratori di governo.

Riforma Rai: arriva l’AD con potere di voto

Alcune bozze informali circolate a Palazzo Chigi auspicano una Rai più snella e competitiva, guidata da un responsabile “che possa decidere”. Con ogni probabilità, questa intenzione si tradurrà nella proposta di introdurre a Viale Mazzini un Amministratore Delegato con ampia autorità (in materia editoriale ed economica), che faccia parte del CdA con potere di voto e non solo di proposta, come invece accade oggi. Per la sua nomina si prevedono candidature trasparenti e curriculum pubblicati sul web.

Riforma Rai, cambia il CdA

Lo stesso criterio dovrebbe essere adottato per il CdA, altro punto forte della riforma in arrivo. Stando ad indiscrezioni, il numero dei Consiglieri dovrebbe passare da nove a sette (o cinque), con importanti novità sulle modalità di nomina. Secondo il Corriere, in futuro tre Consiglieri (tra cui l’AD) saranno nominati dal Consiglio dei ministri su proposta del ministero dell’Economia, tre saranno scelti dalle Camere in seduta comune e uno votato dai dipendenti Rai. Non solo: ciascuno di essi dovrà essere scelto in base alla propria specializzazione negli ambiti dell’informazione, dell’intrattenimento, della cultura, del bilancio aziendale. Secondo un’altra ipotesi, invece, a nominare il CdA potrebbe essere un Consiglio di sorveglianza con membri nominati dal governo e dall’Autorità di garanzia.

Riforma Rai: tre reti specializzate (una senza spot)

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23
febbraio

RAI, RENZI LAVORA ALLA RIFORMA. MA PALAZZO CHIGI SMENTISCE L’IPOTESI DECRETO LEGGE

Matteo Renzi

Matteo Renzi vuole “sottrarre la Rai alle forze politiche“. Lo ha ribadito più volte, ed ora è arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti. In altri termini, il premier intende riformare il servizio pubblico sganciando la nomina dei vertici di Viale Mazzini da influenze politiche, secondo un modello che è allo studio proprio in queste settimane.

Riforma Rai, Renzi al lavoro

Si vocifera che Renzi stia pensando ad una Rai dalla governance più snella, con un Cda ridotto, composto da pochi Consiglieri (cinque, si ipotizza) nominati da una Fondazione e non più dalla Commissione di Vigilanza. All’organigramma si aggiungerebbero un Direttore Generale operativo e un Amministratore delegato. Tra gli obiettivi della riforma ci sarebbe anche un nuovo canone Rai, di importo inferiore a quello attuale, legato alla bolletta elettrica o al titolare dell’abitazione. Ma si tratta solo di rumors, visto che per ora i contenuti della manovra restano top secret.

Riforma Rai, l’ipotesi decreto legge

A Palazzo Chigi si lavora alacremente: ad aprile scadrà infatti il Consiglio d’Amministrazione in carica, anche se con alcune proroghe lo scioglimento potrebbe slittare a giugno. Secondo indiscrezioni, il premier vorrebbe che la riforma fosse già in vigore entro quella data, per evitare che nuovo CdA venga nominato con la Legge Gasparri. Ieri alcuni organi di stampa avevano ipotizzato che, per accelerare i tempi, Renzi stesse pensando ad un decreto legge da presentare tra marzo e aprile. Ma è arrivata una smentita.

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