Regione Sicilia



17
settembre

IL COMMISSARIO MONTALBANO: ADDIO SICILIA? IL PRODUTTORE CARLO DEGLI ESPOSTI CORTEGGIATO DALLA PUGLIA

Il Commissario Montalbano

Evidentemente il set di Braccialetti Rossi deve aver acceso l’entusiasmo di Carlo Degli Esposti e della sua Palomar per la Puglia. La notizia ha dell’incredibile: i prossimi film tv de Il Commissario Montalbano potrebbero essere girati nel tacco d’Italia e non più in Sicilia. Il produttore  ha infatti raccontato alcuni retroscena della realizzazione della serie con Luca Zingaretti che mettono a rischio le ambientazioni a cui i telespettatori di Rai 1 sono abituati e affezionati.

Carlo Degli Esposti: per Montalbano, la Sicilia non ha mai contribuito alle riprese

Secondo quanto riportato da Repubblica, infatti, fino ad oggi la Sicilia non ha mai contribuito alle riprese della famosissima serie, motivo per il quale il numero uno di Palomar – società di produzione di Montalbano – starebbe valutando l’ipotesi di portare commissario, commissariato ed indagini in Puglia.

Non mi hanno dato un euro per la produzione di Montalbano. Qualche anno fa un ente del turismo promise di pagare gli alberghi. Beh: saldò solo la prima tranche e non mi dissero di non aver pagato la seconda. È stato l’unico decreto ingiuntivo ricevuto nella mia vita. Basta. L’assessore Tranchida venne sul set del Giovane Montalbano, con giornalisti a seguito, promettendo un contributo di 800mila euro e non si è più fatto trovare. La Puglia mi fa ponti d’oro. Certo che mi dispiacerebbe lasciare la Sicilia, ma non si può continuare così. Il sindaco di Noto insieme a Fabio Granata, grande amico di Camilleri, mi chiede di non andare, pensano di fare anche un museo della fiction di Montalbano, ma in questi anni nessuno ha collaborato. Il successo inglese di Montalbano ha portato Ryanair a comprare tutti gli slot di Comiso per portare i turisti a Ragusa. La serie ha portato la bellezza della Sicilia nel mondo, possibile che la Regione non abbia mai contribuito in tutti questi anni?”

Dello stesso avviso è Andrea Camilleri, l’autore di Montalbano, che è apparso alquanto indignato dal fatto che “la Sicilia non ha mosso un dito malgrado il ritorno economico e turistico che la serie ha portato“. La situazione sembra davvero al limite e se è vero che le fiction italiane ci hanno abituati ai trasferimenti coatti - basti pensare a Don Matteo migrato da Gubbio a Spoleto o a Che Dio ci aiuti 3, che a breve ritroveremo sul piccolo schermo stavolta con Fabriano come sfondo e non più Modena – è anche vero che la Sicilia è parte integrante del successo della serie, che altrove assumerebbe un sapore molto diverso.

Il Commissario Montalbano: la Film Commission Ragusa cerca di correre ai ripari




14
novembre

AGRODOLCE: TORNANO A ROMA I 24 MILIONI DI EURO STANZIATI PER LA SECONDA E LA TERZA STAGIONE, MAI PRODOTTE

Agrodolce

Non c’è pace per Agrodolce. A distanza di qualche anno dallo stop del progetto, gli strascichi dello scandalo che lo colpì si fanno ancora sentire (qui la cronaca completa degli eventi).

Agrodolce: la Regione Sicilia restituisce i fondi ottenuti per la serie

Dopo la conseguente debacle di Einstein Multimedia, la casa di produzione che mise in piedi il progetto e finì con l’accollarsi al posto della Rai tutte le spese per la costruzione del centro di produzione di Termini Imerese senza ottenere mai nessun rimborso, ora tocca alla Regione Sicilia. Che per decisione del Cipe – Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica – ha dovuto restituire i ventiquattro milioni di euro ottenuti come fondi per la messa in produzione della seconda (che in realtà era iniziata ma poi è stata stoppata) e della terza serie.

Altro che creazione di nuovi posti di lavoro, altro che realizzazione di prodotti cinematografici a basso costo, altro che rivalutazione del territorio siculo, altro che aiuto alla popolazione di Termini Imerese, colpita dalle difficoltà dello stabilimento Fiat che dava lavoro a molti e che è poi stato definitivamente chiuso nel 2011. Tutte promesse e speranze cadute nel nulla che hanno deluso non solo loro ma anche il pubblico di affezionati che aveva seguito la prima serie.

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4
agosto

PIPPO BAUDO DICE NO ALLA POLITICA

Pippo Baudo

Pippo Baudo

Continuano le rivelazioni da prima pagina di Pippo Baudo, che presto rivedremo in onda su Rai3 con un Viaggio itinerante per il Belpaese. Dopo aver raccontato del corteggiamento di Sharon Stone, il Pippo nazionale ha rivelato a La Zanzara di Radio24 un altro aneddoto curioso: il Partito Democratico gli ha proposto nientepopodimeno che la poltrona di Governatore della Sicilia.

Ebbene sì, un alto esponente del Partito guidato da Pierluigi Bersani pare abbia chiesto al presentatore di Militello di abbandonare lustrini e paillettes di un mondo che lo trascura per buttarsi a capofitto in politica, alla guida di una Regione che il PD ha da anni serie difficoltà a conquistare nonostante gli “sforzi creativi” nella scelta dei potenziali Governatori.

Scelta creativa che anche per il prossimo turno di elezioni – anticipate per via delle dimissioni di Raffaele Lombardo – non si è fatta attendere. Ma il conduttore pare abbia rispedito in men che non si dica la proposta al mittente: nulla da fare per il PD, che dovrà guardarsi nuovamente attorno e cercare altri volti della tanto decantata “società civile”. Onesta infatti la risposta del Pippo nazionale, dichiaratosi incapace in materia e tutt’altro che intenzionato a farsi “manovrare” dai compromessi politici, soprattutto quelli di una regione come la Sicilia.





17
dicembre

AGRODOLCE: UNA NUOVA BOMBOLA DI OSSIGENO DA 50 MILIONI DI EURO

Agrodolce

Più passa il tempo e più Agrodolce assomiglia a quelle grosse aziende con partecipazione statale che vengono viste come una palla al piede dai più liberisti. Di mezzo ci sono sempre i centri di produzione di Termini Imerese, e anche per questa volta arriva un salvagente gettato dalle istituzioni. Il sospetto però rimane quello di una morte annunciata e solo rimandata.

Il romanzo popolare, questa la nomenclatura radical chic di quella che altrimenti chiameremmo soap, infatti non chiuderà battenti. Dopo le proteste inscenate negli scorsi giorni davanti alla Regione Sicilia con una simbolica bara bianca, sono arrivate le rassicurazioni dei vertici che garantiscono una ricca flebo per far tirare avanti l’appuntamento serale di Raitre.

Cinquanta milioni di euro, di cui metà sborsati dalla Giunta del Governatore Raffaele Lombardo, che s’impegna ormai di fatto ad esserne coproduttrice ufficiale. I 600 lavoratori che finora hanno lavorato davanti e dietro le quinte possono tirare un grosso sospiro di sollievo, anche perché l’assessore regionale alla cultura Leanza continua a manifestare intenzioni serie per lo sviluppo di un apparato produttivo siciliano.