Pierluigi Bersani



26
novembre

BERSANI E RENZI AL BALLOTTAGGIO: MERCOLEDI’ IL CONFRONTO TV IN PRIMA SERATA SU RAI1

Matteo Renzi, Pierluigi Bersani

Una poltrona per due. Dopo la conta dei voti (quasi quattro milioni, mica bruscolini), il centrosinistra si appresta ad affrontare il secondo atto delle sue elezioni primarie: Pierluigi Bersani e Matteo Renzi andranno al ballottaggio. Il Segretario nazionale del Pd e il ‘rottamatore’ fiorentino, che – stando alle schede scrutinate – si sono affermati rispettivamente con il 44,4% e il 36,9% delle preferenze, si giocheranno la leadership domenica prossima, in una sfida ad altissimo valore politico. Prima dello spareggione vero e proprio, però, i due si affronteranno vis-à-vis in televisione. Vai col secondo round.

Come si apprende da fonti bersaniane, il confronto si terrà mercoledì 28 novembre alle 21,10 in diretta su Rai1. Al momento non è dato sapere chi sarà il conduttore del big match. Dopo aver dibattuto su Sky alla vigilia del primo turno (assieme a Puppato, Tabacci e Vendola), ora Bersani e Renzi scelgono gli schermi del servizio pubblico per affrontarsi nel duello finale. La loro sarà una competizione serrata, a caccia di quell’ultimo voto che potrebbe chiudere la partita e designare la candidatura a premier in vista delle elezioni nel 2013.

Intanto, stasera il Segretario nazionale del Pd e il Sindaco di Firenze si confronteranno a distanza a Che tempo che fa del lunedì, con Fabio Fazio. I due esponenti politici commenteranno i risultati del primo turno nel salottino buono di Rai3, ma verranno intervistati separatamente e dunque non ci sarà alcun botta e risposta. Per vedere scintille, fuoco e fiamme (Renzi sarà caricato a molla), invece, l’appuntamento è per martedì sulla rete ammiraglia Rai.




23
novembre

PIERLUIGI BERSANI AL TG1 DELLE 20. I RENZIANI INSORGONO: VERGOGNA, COSI’ SI INQUINANO LE PRIMARIE

Pierluigi Bersani

Fratelli coltelli… Alla vigilia delle primarie di domenica, nel Pd volano stracci e colpi bassi tra i principali candidati alla competizione elettorale di coalizione. Nel pomeriggio di oggi, infatti, lo staff di Matteo Renzi ha reagito duramente alla notizia – divulgata da Dagospia come indiscrezione – che Pierluigi Bersani avrebbe rilasciato un’intervista durante il Tg1 delle 20. Circostanza, questa, confermata poi dallo stesso direttore del notiziario Alberto Maccari: il segretario del Pd ci sarà.

“Se fosse vero che Bersani otterrà stasera un’intervista in diretta nell’edizione di maggiore ascolto, mi sembra chiaro che si tratterebbe da parte del Tg1 di una procedura di inquinamento del voto delle primarie

ha accusato il deputato Pd e renziano Mario Adinolfi, appellandosi persino al buon senso del Direttore Generale della Rai Luigi Gubitosi. Alle sue parole ha fatto eco Roberto Reggi, coordinatore della campagna elettorale del sindaco di Firenze: “sarebbe una vergogna inaccettabile“, ha detto. Da parte sua, il portavoce di Bersani Stefano di Traglia non ha esitato a replicare e a gettare benzina sul fuoco.


21
ottobre

SKY TG24: SARAH VARETTO SI OFFRE DI OSPITARE IL CONFRONTO TV TRA I LEADER DEL PD

Nichi Vendola, Pierluigi Bersani, Matteo Renzi (dal sito di Sky Tg24)

Renzi e Bersani chiamano, Sky Tg24 risponde. Da giorni i due aspiranti candidati alla premiership del centrosinistra – con l’aggiunta di Nichi Vendola – si sono lanciati il guanto di sfida. Se Bersani si è detto “pronto al confronto, secondo le regole dei garanti“, Renzi ha invitato l’ex ministro ad “accettare un confronto pubblico su banche, finanza e trasparenza“. E a Sky non sembravano aspettare altro.

Sky TG24 si offre di ospitare i candidati. Siamo la casa dei faccia a faccia, ci siamo fatti sempre promotori del confronto considerandolo uno strumento fondamentale della democrazia” ha affermato ieri Sarah Varetto, direttore di Sky TG24, commentando l’apertura del Partito Democratico al confronto tra i candidati alle primarie. “Saremo lieti di ospitare i faccia a faccia delle primarie del PD” ha aggiunto Varetto, confermando che “Sky ha già rivolto inviti ufficiali ai candidati e stiamo lavorando a una serie di soluzioni sul formato“.

Sembra passata un’era geologica da quando l’ex Premier Silvio Berlusconi rifiutò il confronto tv con Walter Veltroni prima delle elezioni politiche del 2008, poiché pensava di non avere nulla da guadagnare da un faccia a faccia con l’allora candidato del centrosinistra, che avrebbe scontato sicuramente la disastrosa esperienza del Governo Prodi. Quasi da subito Sky cominciò una battaglia in solitaria, sostenendo la necessità di un confronto tv tra tutti i candidati alle elezioni, appartenenti ad ogni schieramento.





9
ottobre

SIMONA ERCOLANI SPIN DOCTOR DI BERSANI? RENZI SI AFFIDA A GORI. LA POLITICA NELLE MANI DELLA TV.

Simona Ercolani

Simona Ercolani progetta grandi Sfide, non soltanto in tv. Pare infatti che l’ideatrice del noto programma di Rai3 sia stata contattata per dare il proprio contributo al duello politico e dialettico che condizionerà le sorti del centrosinistra, quello tra Matteo Renzi e Pierluigi Bersani alle primarie di partito (o di coalizione, si vedrà).

Secondo quanto riporta Pubblico, il Segretario del Pd avrebbe chiesto alla Ercolani di dargli una mano per svecchiare la propria immagine (più di quanto abbia già fatto Crozza con le sue imitazioni) e mettere così in difficoltà il sindaco di Firenze. L’autrice e produttrice televisiva, insomma, avrebbe ricevuto la proposta di occuparsi della comunicazione di Bersani, in qualità di responsabile. Un incarico simile lo svolse già a fianco di Massimo D’Alema, come sua portavoce a Palazzo Chigi. Ricordate il ‘diabolico’ video nel quale Baffino appariva ai fornelli mentre preparava il risotto? Opera sua.

Oggi, qualora accettasse la mission bersaniana, la Ercolani dovrebbe mettere le sue doti al servizio del Segretario del Pd, che attualmente è in testa ai sondaggi sulle primarie, ma con il competitor fiorentino alle calcagna e sempre più agguerrito. Il suo principale sfidante sarebbe quel Giorgio Gori che in tempi non sospetti ha lasciato Magnolia per dedicarsi a tempo pieno all’attività di spin doctor di Matteo Renzi.


27
ottobre

I POLITICI IN TV? NON VANNO PRESI ‘ALLA LETTERA’

Silvio Berlusconi, Porta a Porta

In Europa hanno capito l’antifona: i politici italiani non vanno presi ‘alla lettera’. A pagarne le conseguenze per primi sono stati Silvio Berlusconi e Gianni Letta, che nei giorni scorsi hanno partorito a fatica una missiva d’intenti da presentare a Bruxelles. Sembrava di rivedere Totò e Peppino alle prese con l’epistola alla Malafemmina: “Punto, due punti! Ma sì, fai vedere che abbondiamo… Abbondandis’id abbondandum“. Alla fine il documento è stato consegnato all’Unione Europea ed ora è il momento delle reazioni dipolimatiche. Ieri sera il premier è intervenuto telefonicamente alla trasmissione Porta a Porta per rassicurare gli italiani sulla buona riuscita dell’operazione anti-crisi.

Avremo una serie di provvedimenti nell’arco dei prossimi mesi” ha annunciato il Cavaliere, dicendosi certo che il Governo terrà fino al 2013. Collegato con Bruno Vespa, il Presidente del Consiglio ha anche lanciato un appello a Bini Smaghi perchè si dimetta dalla Bce e si evitino così frizioni con la Francia. Alle parole pronunciate da Berlusconi sono seguite le reazioni allarmate degli esponenti d’opposizione, tutti critici nei confronti delle misure previste dall’Esecutivo. Muro contro muro, ancora una volta. Come da copione. Il ping-pong delle dichiarazioni si è susseguito per l’intera puntata e alla fine la sensazione che rimaneva al telespettatore era quella di non averci capito un’acca.

In un momento politico così delicato, il pubblico rimane sempre più confuso di fronte ai comizietti da salotto. E la resposabilità di tale situazione è anche della tv, la quale spesso sostituisce le notizie con le dichiarazioni preconfezionate dalle segreterie di Partito. E il fenomeno, sia chiaro, riguarda un po’ tutti i programmi di informazione. Pensiamo ad alcune puntate di Ballarò o di Piazza Pulita che degenerano in sterili bagarre innescate dagli Onorevoli seduti in studio. Parole, parole, parole… Noi” contro “voi“: la dialettica del politichese prende il sopravvento e buona notte ai contenuti.





18
ottobre

MICHELE SANTORO SFIDA L’OPPOSIZIONE: SE E’ CAPACE, CHIEDA A GARIMBERTI DI RIPORTAMI IN RAI

Michele Santoro

Michele Santoro se la fa nelle braghe. La notizia che la raccolta fondi per il suo nuovo programma sta andando a gonfie vele lo ha mandato in deliquio. E adesso chi lo ferma più? A due settimane dall’avvio della trasmissione Comizi d’amore – in onda dal 3 novembre su Sky, tv locali e web - il giornalista è tornato alla carica con un’intervista a Vanity Fair in edicola domani. Forte di un consenso popolare che neanche Mahatma Gandhi, il teletribuno ha esaltato l’esordio promettente del suo progetto televisivo, riservando una stoccata ai ‘rammolliti’ compagni della sinistra.

“Mi sembra straordinario che già 50mila persone – ma vedrà che andiamo verso le 100mila – dopo aver pagato il canone Rai spendano 10 euro per vedere me. Che cosa fa Bersani, come si sintonizza con queste persone? E che cosa potrebbe accadere se si telefonassero con Di Pietro, Vendola, Casini, Fini, se andassero dal presidente della Rai Garimberti e gli chiedessero di mettermi in onda? ha dichiarato il conduttore.

Così, il diabolico Santoro ha usato i suoi numerosi fan come una clava per bastonare una presunta inadempienza dei leader d’opposizione. Vendola, Casini, Fini e Di Pietro, infatti, dovrebbero mobilitarsi e convincere il Presidente della Rai a riportarlo in onda. Come se, coi tempi che corrono, non avessero di meglio a cui pensare. Ma questo – ha proseguito Santoro- non succederà:

“Non è alla loro portata, non sono capaci di fare queste cose normali. Questi sono soli, e lontanissimi dalla vitalità, dall’effervescenza dei giovani che tornano in strada, che protestano davanti alle banche, per esempio. Non credo che Bersani abbia alcun contatto con queste realtà. Ognuno di loro va per la sua strada e si considera autosufficiente. La verità è sotto gli occhi: i politici non li vuole sentire nessuno”

Cavalcando questa convinzione, l’ex giornalista Rai ha poi criticato i vertici dell’azienda di Viale Mazzini, i quali non sarebbero altro che dei “signorsì“.


21
maggio

SILVIO CI (RI)METTE LA FACCIA. IL PREMIER INVADE I TG E PREPARA ‘L’ARMA SEGRETA’ IN VISTA DEL VOTO

Silvio Berlusconi, Studio Aperto

Silviuccio se la fa sotto, teme la sconfitta. Per un attimo qualcuno ci avrà creduto davvero, ingannato da quei quattro giorni di silenzio stampa che Berlusconi si era riservato dopo la batosta ricevuta al primo round delle Amministrative. Da lunedì scorso, quando i risultati delle urne facevano rialzare il crestino alla sinistra, il Cavaliere sembrava infatti diventato muto e incapace di reagire alla tranvata elettorale arrivatagli tra capo, collo e tupè. In realtà il premier ha impiegato questo tempo per incontrarsi con collaboratori, alleati, spin doctor e delineare una micidiale controffensiva mediatica iniziata proprio ieri. Alla fine ha deciso di metterci nuovamente la faccia, e nel giro di 24 ore ha rilasciato cinque interviste ad altrettanti telegiornali: Tg1, Tg2, Tg4, Tg5 e Studio Aperto. Un vero blitz.

Il contropiede berlusconiano è scattato nel tardo pomeriggio di ieri con l’apparizione a Studio Aperto. “Non consegneremo Milano agli estremisti” ha promesso il Cav, confidando sull’appoggio di quei cittadini “rimasti turbati dalle bandiere rosse con la falce e martello” sventolate all’ombra della Madunina per Giuliano Pisapia. I toni scelti dal premier sono rassicuranti, propagandistici ma lontani dalle accuse aggressive che avevano caratterizzato la prima tornata, penalizzandolo.

Da un tg all’altro: avanti il prossimo. Berlusconi sta fisso, seduto alla scrivania presidenziale, mentre davanti a lui si succedono giornalisti e telecamere. Così si passa al Tg4, dove il premier elenca le sciagure che potrebbero colpire Milano in caso di vittoria del centrosinistra: “Più tasse per tutti con la revisione del catasto, poi estensione dell’Ecopass che il sindaco Moratti ha deciso di abolire per i residenti, la costruzione di un grande centro islamico e il voto agli immigrati“. Roba che neanche le dieci piaghe d’Egitto, stando al racconto del Cavaliere. E il copione si ripete poi al Tg1, al Tg2 e alTg5  che assieme coprono il 60% degli ascolti.


16
novembre

L’ITALIA DI VIENI VIA CON ME: UNA REPUBBLICA FONDATA SUGLI ELENCHI

Roberto Saviano nella seconda puntata di Vieni via con Me

L’Italia di Vieni via con me è una Repubblica fondata sugli elenchi. Se ne hai uno sotto mano (magari telefonico o della spesa) è fatta: Fabio Fazio potrebbe invitarti nel suo programma come ospite. Non conta che tu sia intelligente o scemo, che tuo cognato possegga una casa a Montecarlo o una bettola in periferia; ti basterà leggere una lista per fare tv di qualità. Ieri sera su Raitre è andata in onda la fiera dell’elenco, show atteso da giorni che ha unito sullo stesso palco un Presidente della Camera, un leader politico d’opposizione, un prete no global e un comico scalcagnato. Un’altalena di contenuti, capace di appassionare e far riflettere ma anche di deludere al punto che qualche telespettatore avrà fatto propria la domanda refrain della trasmissione: vado via o resto?

Resto perchè… c’è Roberto Saviano. Dopo gli ingranaggi della cosiddetta “macchina del fango”, spiegati con dovizia settimana scorsa, ieri lo scrittore è tornato a parlare di mafia, raccontando gerarchie e rituali che disciplinano l’affiliazione di un uomo d’onore. Al centro del suo monologo un’accusa ben precisa rivolta al nord: “La Lombardia è la regione con il più alto tasso di investimenti criminali d’Europa. E’ Milano la capitale degli investimenti mafiosi” dice. Saviano snocciola elenchi (pure lui…) poi spara un teorema sui picciotti padani. Secondo l’autore di Gomorra la Lega sarebbe sodale con la criminalità organizzata, che allunga le mani sugli appalti più redditizi e gioisce ogni qual volta sente parlare di scudo fiscale o decreti sulle intercettazioni. Insomma, la città della Madunina sarebbe diventata la succursale di Casal di Principe. O viceversa, paisà.

Meno male che a vigilare sul Paese e far sorridere ci pensano i beneamati politici: è l’atteso momento di Gianfranco Fini e Pierluigi Bersani. Il leader del Pd entra per primo, cravatta rossa d’ordinanza, e impettito davanti al microfono scandisce i valori di sinistra come fosse ad un comizio. Laicità, etica, lavoro, istruzione, sicurezza… Compagni avanti il gran partito. Poi arriva il futurista Fini e pure lui attacca con la litania degli ideali. “Destra vuol dire etica pubblica, cultura dei doveri. E’ lo stato che deve garantire che la legge è davvero uguale per tutti…”. Eia Eia alalà. Giochetto: togliete le parole ‘destra’ e ’sinistra’ e trovate le differenze. Nel giro di dieci minuti finisce tutto, Fini e Bersani spariscono dietro le quinte. Si torna a parlare di politica.