Il Tar del Lazio ha sentenziato: la Rai non ha alcun diritto di oscurare parte della sua programmazione sulla piattaforma televisiva digitale di Sky, definendola una “violazione degli obblighi di servizio pubblico“. Così i canali Rai potrebbero essere visti di nuovo integralmente sul satellite grazie all’annullamento del provvedimento dell’Agcom del 16 dicembre 2009 che sanciva l’oscuramento di determinati programmi di mamma Rai su Sky, non concedendo, dunque, la trasmissione alla sola Tivùsat (società di Rai, Mediaset e La7), che favoriva esclusivamente gli investitori e gli azionisti della Rete stessa configurandosi come “distorsione della concorrenza”.
Gli oscuramenti risultano così illegittimi perché violerebbero il contratto di servizio pubblico 2007/2009 in vigore fino al 28 giugno 2011 che prevedeva l’obbligo di fornire gratuitamente la programmazione Rai a qualsiasi piattaforma richiedente, a patto che questa garantisse la gratuità della trasmissione delle reti a tutti i telespettatori in questione aventi l’obbligo legislativo dell’annuale pagamento del canone.
Il Tar ha precisato altresì che, anche con il contratto di servizio pubblico 2010/2012 in vigore, la Rai è comunque tenuta a rispettare il principio di neutralità tecnologica e l’offerta della propria programmazione alle piattaforme distributive deve avvenire in modo non discriminatorio e salvaguardando la parità di condizioni concorrenziali nel mercato televisivo. La Rai, da parte sua, ritiene di applicare correttamente il contratto di servizio che discende dalle linee guide emanate dall’Agcom d’intesa con il Ministero dello Sviluppo Economico e che pertanto non ha nessun obbligo di cessione gratuita dei propri canali. L’azienda in relazione alla delibera specifica che:
Ad Amici Maddalena non è riuscita a superare la supercommissione e ora é in sfida….per la gioia della Celentano!