My Husband’s Not Gay



16
gennaio

MY HUSBAND’S NOT GAY: STORIA DI QUATTRO MARITI GAY “CREDENTI” NON PRATICANTI

My husband's Not Gay

Se volessimo provare a spiegare il senso del discutibilissimo docu trasmesso sull’emittente statunitense TLC, potremmo provare a semplificare prendendo come esempio l’inciso della “hit” di Povia che intonava “Luca era gay, ma adesso sta con lei”. Ecco, i protagonisti di “My Husband’s Not Gay” riformulerebbero il ritornello in Luca sta con lei, ma è rimasto gay.

Storie di “differenti stili di vita” quelle proposte da TLC, cable tv del gruppo Discovery e grande dispensatrice di format per il palinsesto di Real Time, primo su tutti “Little couple” (Il nostro piccolo grande amore) che spopola da sette anni negli Stati Uniti e, da qualche tempo, anche da noi.

Mio marito non è gay, è SSA

Domenica 11 gennaio il canale via cavo ha trasmesso uno speciale del controverso “My Husband’s Not Gay”, nuovo documentario che segue le vite di quattro uomini Mormoni residenti nello stato dello Utah, che, pur essendo attratti da altri uomini, scelgono di vivere come eterosessuali, con tanto di matrimoni tradizionali e nuclei familiari riconosciuti dalla Chiesa mormone. La cosa che lascia basiti è che le rispettive mogli non solo sono consapevoli, ma accettano la loro condizione in funzione del fatto che i loro mariti non si definiscono né gay né bisex, ma SSA (acronimo di Same Sex Attracted – attratti dallo stesso sesso). Ora, tra tutte le etichette per identificare i differenti orientamenti sessuali, questa sembra davvero quella che più fa sorridere ma che, al contempo, confonde. Facile immaginare l’imbarazzo delle mogli di questi quattro signori ogni qual volta sono messe nelle condizioni di dare spiegazioni: “No, non è gay. E’ solo attratto da quelli dello stesso sesso…!”. Il paradosso è che poi queste donne sembrano quasi orgogliose dei loro uomini, reputandoli “coraggiosi” e “onesti”. In realtà, il sottile confine tra ciò che è gay e ciò che è SSA, sembrerebbe legato al concetto di astinenza dal rapporto omosessuale, oltre che ad essere un pretesto per mantenere i vantaggi derivanti all’essere etero; in primis, l’accettazione da parte della Chiesa. Ma allora non sarebbe più “onesto” e “coraggioso” identificarli con l’acronimo GCNP (Gay Credenti Non Praticanti)?

My Husband’s Not Gay: la messa in onda tra un mare di polemiche

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