Il primo Presidente ad essere rieletto, l’unico a vantare una longevità al Colle di quasi un decennio. Giorgio Napolitano passa il testimone dopo aver collezionato record, polemiche e ben nove messaggi di fine anno. Il presidente della Repubblica ha firmato pochi minuti fa la lettera di dimissioni che sarà a breve consegnata dal segretario generale Donato Marra ai presidenti delle Camere e al presidente del Consiglio.
Coesione, lavoro, giovani e soprattutto crisi economica. Questi i temi maggiormente affrontati, spesso con un discreto tocco di retorica, dall’inquilino del Quirinale nei discorsi del 31 dicembre.
Nominato il 10 maggio 2006 al quarto scrutinio, grazie ai soli voti del centrosinistra, nel monologo d’esordio di 18 minuti l’ex deputato comunista si limita a fissare i paletti del suo mandato:
“Mi sono stati già affidati nel passato delicati incarichi nelle istituzioni italiane ed europee. Sto ora verificando quanto sia più complessa e impegnativa la responsabilità che la nostra Costituzione attribuisce al Capo dello Stato. Interpretare ed esprimere, con passione civile e con assoluta imparzialità, sentimenti e valori condivisi, esigenze e bisogni che riflettono l’interesse generale del Paese. E guardare sempre all’unità nazionale come bene primario da tutelare e consolidare”.
E’ un Napolitano ottimista che si rivolge ad un’Italia non entusiasta, ma comunque ringalluzzita da un Mondiale di calcio vinto cinque mesi prima.