Mediaset Premium



17
gennaio

BOOM! E SE A LUGLIO NASCESSE JOI CRIME SU MEDIASET PREMIUM?

Joi Crime

Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Chi pensa che la concorrenza tra Sky e Mediaset Premium si giochi solo sul calcio si sbaglia. La pay tv del Biscione sembrerebbe pronta a sferrare un colpo da novanta: questa volta il terreno di combattimento è l’intrattenimento seriale. Dopo Joi, antagonista di Fox, Mya, sorellastra di Fox Life, DM è in grado di anticiparvi che si starebbe lavorando ad un nuovo canale dedicato al genere crime.

A luglio, dovrebbe venire alla luce (Joi) Crime. La rete, com’è facile intuire, potrebbe essere la risposta al canale satellitare Fox Crime, tra i più visti dell’intera piattaforma satellitare (per maggiori info clicca qui). Una mossa che non dovrebbe sorprendere vista la guerra di trincea scoppiata tra le emittenti. Così facendo Mediaset potrebbe anche valorizzare al meglio le proprie risorse che, per quanto riguarda il portafoglio telefilmico, grazie ad accordi di esclusiva con importanti major, non hanno nulla da invidiare a quelle detenute da FOX.

La nascita del canale crime sulla piattaforma digitale terrestre appare, dunque, comprensibile anche se difficilmente potrebbe esser decisiva per la conquista di nuove e importanti quote di mercato. L’arte della guerra, o un buon manuale di economia, insegna, infatti, che per ottenere la supremazia sul nemico bisogna fare qualcosa di veramente nuovo tale da spiazzare l’avversario. E un pur auspicabile canale crime (salvo particolare uso delle leve del marketing) non va in questa direzione. In effetti proprio in virtù dell’eccellente library si poteva pensare ad una  differente tematizzazione del nuovo canale. Speriamo allora che JOI Crime sia solo il preludio per un nuovo canale a tutti gli effetti.




12
gennaio

DAHLIA TV ABBASSA LA SARACINESCA E VA IN LIQUIDAZIONE. INTERVIENE MEDIASET PREMIUM?

Dahlia TV

Dahlia TV in liquidazione

Era nell’aria già da tempo ma mancava solo la decisione da parte della società. Dahlia TV, la pay tv italo-svedese (l’83% della società è in mano ad AirPlus, il resto a Telecom Italia Media e Filmmaster) nata dalle ceneri di La7 Cartapiù e concorrente sul digitale terrestre di Mediaset Premium, chiuderà ufficialmente baracca e burattini e andrà in liquidazione, in altre parole verrà sciolta.

La decisione, a quanto pare piuttosto sofferta, è stata presa dal Consiglio di Amministrazione dopo un’attenta valutazione del panorama televisivo a pagamento, in cui è entrata con buoni propositi ma ne è uscita, dopo la nuova assegnazione delle squadre di Serie A per il biennio 2011-2012 da parte della Lega Calcio, con le ossa rotte (solo 300 mila abbonamenti, l’obiettivo per coprire i debiti pare fosse di 350 mila). Tante le preoccupazioni sullo scioglimento della società, a partire dal destino delle otto squadre di calcio di Serie A assegnate (Cagliari, Catania, Cesena, Chievo Verona, Lecce, Parma, Sampdoria e Udinese) e di Serie B che potrebbero così sparire dagli schermi del digitale terrestre.

Proprio per questo e per salvaguardare le famiglie abbonate e i lavoratori è intervenuto anche il Ministro Paolo Romani, anche se al momento non è chiaro che fine faranno i 150 dipendenti (molti dei quali sotto contratto con Filmmaster Television, “corpo produttivo” di Dahlia) che in virtù di ciò hanno immediatamente chiesto un incontro con il Ministero dello Sviluppo Economico.


30
dicembre

GRANDE FRATELLO: OCCHIO NON VEDE, SPETTATORE CHE DUOLE, APPEAL CHE CALA

GF11: Guendalina Tavassi in una delle sue migliori espressioni

Snervante frustrazione, ecco quello che avverte un telespettatore che abbia acquistato il pacchetto reality di Mediaset Premium, costretto com’è a scontrarsi minuto per minuto con il male necessario delle scelte di regia, e con quei soli due spiragli che questo Grande Fratello lancia qua e là nel disperato inseguimento del gran numero di concorrenti dispersi nello spazio grandissimo della casa. Proprio quella stessa sensazione di impotenza che è antinomica rispetto al desiderio di visione totale insito nel voyeurismo sociologico (e patologico) da reality.

Bei tempi quelli in cui l’interattività sposava l’ambizione di potere dello spettatore e il telecomando regalava la disponibilità di tutta, ma proprio tutta la casa. Il tempo invece ha reso essenzialmente impossibile vivere con spirito critico, e con naturalismo da realtà, la diretta della casa: il numero degli occhi è diventato inversamente proporzionale al numero degli ambienti e dei concorrenti. Capita di essere appassionato da un dialogo colmo di frangenti di autenticità, proprio perché intavolato in un momento di stanchezza e di lapsus freudianamente propizio per capire meglio i concorrenti, e proprio sul più bello arriva lo stacco. Secondi insistiti di vuoto sul giardino deserto, leopardiane visioni della luna mentre magari dentro si consuma, inosservata, un’elaborazione concreta di strategia poco limpida. E’ statisticamente provato che la regia prediliga la visione di un Nando intento a rabberciare il boxer, se non a spremere un puntino nero ostinato, piuttosto che un dialogo, sicuramente più degno di nota, di qualsivoglia inquilino.

Per avere una minima idea di come sia grottesco l’effetto di parzialità della visione, con un corollario di diffidenza sempre più diffusa per la trasparenza delle dinamiche autoriali, basta calcolare matematicamente la possibilità che hanno due sole regie di intercettare quindici concorrenti distribuiti spesso su terrazza, giardino, camere da letto, cucina, soggiorno, sauna, magazzino. Per non parlare del caso attuale, ancora più grave, che vede don Pittbull chiuso negli abissi della casa, con il conseguente imbarazzo della regia che ogni tanto, per dimostrare che  Scattarella sopravvive nel girone della punizione, è costretta a tenere a stecchetto di visibilità il grande gruppo in superficie.





10
dicembre

CHAMPIONS LEAGUE: IN ATTESA DEL RICORSO MEDIASET NON SI ARRENDE E SI PREPARA ALL’ASTA CON LA RAI PER I DIRITTI IN CHIARO.

Sandro Piccinini

Trapelano dalle pagine delle Corriere nuove indiscrezioni sull’acquisizione da parte di Sky dei diritti della Uefa Champions League per il periodo 2012-2015: sembra che l’offerta del team di Murdoch abbia superato addirittura i 130 milioni di euro annui per la trasmissione di tutta la competizione in modalità pay. Una cifra davvero considerevole (che suscita le ire degli abbonati appassionati anche di altri sport) se si pensa che, proprio a partire dalla prossima edizione, il numero delle squadre italiane impegnate in Champions diminuirà da quattro (tre sicure più una attraverso in preliminari) a tre (con la formula 2+1).

Come vi avevamo già detto, la UEFA non vede di buon occhio che sia soltanto una pay tv a trasmettere l’evento: diversi sponsor, per una questione di visibilità dei loro marchi, spingerebbero affinchè anche in Italia almeno un match a settimana fosse mandato in onda in chiaro. Ed è proprio in questo contesto che Mediaset potrebbe inserirsi e decidere di tornare a trasmettere la Champions in chiaro dopo sei anni.

Infatti, il governo del calcio Europeo non ha ancora venduto il pacchetto della partita in chiaro del mercoledì sera (quella attualmente trasmessa da Rai2): l’offerta di Rai Sport è stata troppo bassa, solo 17 milioni (10 in meno di quelli sborsati per il triennio 2008-2011) e non sembra che, per motivi di budget, possa essere aumentata. Mediaset potrebbe così cautelarsi, in attesa dell’esito del ricorso all’Antitrust, e acquisire i diritti free con la soddisfazione dell’Uefa – che corre il rischio di non riuscire a piazzare questo pacchetto – e di tutti i calciofili italiani che non hanno ancora deciso di cedere alle avances delle pay tv e che rischierebbero così di rimanere “scoperti”.


9
dicembre

COLPACCIO SKY: CHAMPIONS LEAGUE IN ESCLUSIVA (ANCHE SUL DIGITALE TERRESTRE) FINO AL 2015. MEDIASET PREMIUM, ESCLUSA, PREPARA IL RICORSO.

Uefa Champions League

Naturalmente uno spot del genere non andrà mai in onda perchè toccherebbe vette di puro masochismo ma immaginate la faccia dell’ “uomo Mediaset Premium” (si, stiamo parlando di quello del famoso spot comparativo) che – dopo aver dileggiato “l’uomo pay tv satellitare” per l’assenza sulla piattaforma alla quale è abbonato di Europa League, Mondiale per club e persino del Grande Fratello – riceve dal “dirimpettaio” la notizia del giorno: Sky ha acquistato in esclusiva per 100 milioni di euro annui i diritti televisivi di tutti i match di Champions League per il triennio 2012-2015.

La parola più importante è proprio “esclusiva“: un termine che comprende anche (ed è questo il corollario clamoroso della notizia) i diritti per la trasmissione delle gare in digitale terrestre, con conseguente esclusione di Mediaset Premium dal novero dei soggetti legittimati a mandare in onda la competizione calcistica per club più importante.  E a questo punto la palla passa ai responsabili delle strategie di marketing di Sky, ai quali si palesa una duplice possibilità.

Infatti, da un lato, la pay tv satellitare potrebbe sub-cedere (probabilmente a caro prezzo) al concorrente i diritti delle gare di Champions League per la trasmissione in digitale terrestre, considerando anche il fatto che il team di Murdoch non può trasmettere sulle frequenze digitali fino al 2013 per una decisione dell’Unione Europea datata 2003 correlata alla situazione di monopolio che si era creata (e che perdura tuttora) sul mercato del satellite. In alternativa, Sky potrebbe (come ha già fatto in occasione dei Mondiali di Sud Africa 2010) decidere di trattenere la totalità dell’offerta, con la conseguenza che qualsiasi italiano che abbia voglia di vedere un incontro di Champions dovrà sottoscrivere un abbonamento e munirsi di parabola e decoder.





27
novembre

CHAMPIONS LEAGUE: LA RAI POTREBBE PRESENTARE UN’ OFFERTA (AL RIBASSO) PER I DIRITTI IN CHIARO. UNO SPIRAGLIO CONTRO L’EGEMONIA DELLE PAY TV?

L'ambita Uefa Champions League

Non raggiungerà più gli stratosferici ascolti di qualche anno fa (almeno nelle partite della fase a gironi) ma anche quest’anno i match della UEFA Champions League hanno permesso alla Rai di avere la meglio sulla concorrenza  nella serate del mercoledì. Il merito è anche di un intelligente programmazione, pensata per dirottare i calciofili su Rai2 e catalizzare sull’ammiraglia – dove impazzava il baby talent della Clerici – bambini, anziani e pubblico femminile. Così anche una partita importante ma non di cartello come Inter-Twente del 24 novembre ha ottenuto un ragguardevole 16,35% con quasi 5 milioni di spettatori a vedere le fatiche della squadra di Benitez.

Si è parlato in queste settimane dell’intenzione del Cda della Rai di rinunciare alla presentazione di un’offerta per l’acquisizione dei diritti televisivi in chiaro per il triennio 2012-2014. Per il periodo che si concluderà con l’edizione della Champions 2010/2011, i diritti free sono costati a Viale Mazzini 27,5 milioni di euro annui, ben ripagati anche dal fatto che nella scorsa stagione la finale tra Inter e Bayern Monaco ha raccolto davanti a Rai1 ben 11.509.000 spettatori. La notizia di queste ultime ore è il ripensamento dei vertici della tv pubblica che sembrano aver deciso di partecipare all’asta (da presentare entro martedì 30 novembre) offrendo una cifra più bassa rispetto a quella sborsata finora.

E non è detto che Viale Mazzini non ottenga i diritti risparmiando qualche milioncino: l’ Uefa, che vorrebbe mantenere lo “status quo”, spinge per la conferma della soluzione attuale (italiana, ma adottata anche in Inghilterra, Francia, Germania e Spagna) con 2/3 dei match riguardanti le squadre “indigene” a pagamento e 1/3 in chiaro. D’altronde, la messa in onda di una partita free contribuisce a dare visibilità agli sponsor del torneo e una connotazione non elitaria al prodotto ma le leggi di settore statuiscono che soltanto la finale – e le semifinali qualora dovessero vedere impegnata una squadra italiana – possano essere viste anche da chi non possiede un decoder satellitare o digitale terrestre.


10
novembre

SKY SOTTO ATTACCO: L’ANTITRUST APRE UN PROCEDIMENTO PER ABUSO DI POSIZIONE DOMINANTE IN RELAZIONE AI MONDIALI 2010 E FRECCERO ACCUSA: AXN SCI-FI E’ UNA COPIA DI RAI4

Mediaset Premium VS Sky

I Mondiali di Calcio si sono conclusi domenica 11 luglio con la vittoria, come tutti ricorderete, della Spagna in una finalissima dura e senza esclusione di colpi. Altrettanto combattuta è la sfida, sempre relativa a Sud Africa 2010, tra Sky e Mediaset Premium: avete capito bene, il Campionato del Mondo è terminato da cinque mesi ma soltanto adesso l’Antitrust ha trovato il tempo di pronunciarsi sull’esposto presentato dalla pay tv di Cologno nel maggio scorso.

Premium lamentava che il gruppo di Murdoch non avesse provveduto alla cessione per il digitale terrestre (quindi una piattaforma diversa da quella satellitare) dei diritti della competizione calcistica più importante. La decisione dell’Autorità Garante sorride agli esponenti: è stata infatti annunciata l’aperura di una procedimento per abuso di posizione dominante nei confronti di Sky Italia. Procedimento che, necessariamente, dovrà concludersi entro il 30 novembre 2011.

Nella nota diramata  dall’Antitrust viene specificato il comportamento della pay tv satellitare finito nel mirino: “Sky ha reso indisponibili sul mercato i diritti dei Mondiali di calcio 2010 e 2014, in modalità a pagamento, ad operatori concorrenti che operano su altre piattaforme televisive“. La risposta del Murdoch’s team non si è fatta attendere: ”L’offerta di Sky relativa ai Mondiali di calcio è pienamente conforme alla normativa antitrust e regolamentare nonchè in linea con tutte le consuetudini internazionali e, da un punto di vista regolamentare, ricade chiaramente nelle competenze delle Autorità europee”. Si è, poi, passati al contrattacco, andando a toccare il dolente tasto dei diritti di cinema e telefilm: ” Al contrario, Mediaset trasmette in totale esclusiva i film e le serie TV di Warner e Universal, dopo aver firmato con entrambi gli studios un contratto di esclusiva pluriennale su cui l’Antitrust non ha sollevato nessuna obiezione“.


24
ottobre

GRANDE FRATELLO 11: LA GIALAPPA’S SI SDOPPIA E DEBUTTA SU MEDIASET PREMIUM.

Giuliano Cimetti probabile bersaglio di Mai Dire Grande Fratello

Ecco cosa significa massimizzare le risorse interne: era uno spreco tenere a libro paga i “monellacci” della Gialappa’s Band e sfruttare la loro verve esclusivamente in quella scarna (ma seguitissima) mezz’oretta di Mai dire Grande Fratello. Così da questo lunedì la Gialappa raddoppia su Mediaset Premium Extra 1 con Mai dire Grande Fratello Premium, un programma nel quale il trio commenterà in modo ironico e sarcastico – e rigorosamente in diretta – tutto ciò che accade nella tradizionale puntata del lunedì sera.

Siamo sicuri che il trio milanese non lesinerà divertenti e graffianti riferimenti ai vestitini della Marcuzzi ed ai sermoni del Signor Signorini ovvero si concentrerà sulle dinamiche che si svilupperanno tra i coinquilini, magari nei momenti immediatamente successivi ai collegamenti con la conduttrice. Infatti, i Gialappi potranno scegliere se porre l’attenzione, a seconda delle situazioni, sulle vicende in studio o in Casa.

Confermatissimo l’appuntamento con il “tradizionale” Mai dire GF, quello in onda su Canale 5 alle 00.15 circa: programma che vince (l’anno scorso arrivò a superare il 38% di share) non si cambia ed anche in questa undicesima edizione vedremo quale sarà il personaggio maggiormente preso di mira, i provini più improbabili, le vicende più segrete e piccanti (l’orario permette di approfondire anche questi aspetti). Tra i tanti candidati al dileggio, noi scommetteremmo sull’improbabile gigolò Giuliano, il poco alfabetizzato Nando e l’eccentrico David.