Matteo Renzi



23
novembre

PIERLUIGI BERSANI AL TG1 DELLE 20. I RENZIANI INSORGONO: VERGOGNA, COSI’ SI INQUINANO LE PRIMARIE

Pierluigi Bersani

Fratelli coltelli… Alla vigilia delle primarie di domenica, nel Pd volano stracci e colpi bassi tra i principali candidati alla competizione elettorale di coalizione. Nel pomeriggio di oggi, infatti, lo staff di Matteo Renzi ha reagito duramente alla notizia – divulgata da Dagospia come indiscrezione – che Pierluigi Bersani avrebbe rilasciato un’intervista durante il Tg1 delle 20. Circostanza, questa, confermata poi dallo stesso direttore del notiziario Alberto Maccari: il segretario del Pd ci sarà.

“Se fosse vero che Bersani otterrà stasera un’intervista in diretta nell’edizione di maggiore ascolto, mi sembra chiaro che si tratterebbe da parte del Tg1 di una procedura di inquinamento del voto delle primarie

ha accusato il deputato Pd e renziano Mario Adinolfi, appellandosi persino al buon senso del Direttore Generale della Rai Luigi Gubitosi. Alle sue parole ha fatto eco Roberto Reggi, coordinatore della campagna elettorale del sindaco di Firenze: “sarebbe una vergogna inaccettabile“, ha detto. Da parte sua, il portavoce di Bersani Stefano di Traglia non ha esitato a replicare e a gettare benzina sul fuoco.




10
novembre

BELEN ‘FA PACE’ CON SIMONA VENTURA A CIELO CHE GOL, QUELLI CHE RISPONDE CON RENZI

Belen Rodriguez

Pace fatta! Una è la prezzemolina per eccellenza, pronta a presenziare ovunque e comunque, l’altra ha bisogno di ospiti di grido per lanciare la sua nuova creatura, quel Cielo che gol che non ha propriamente entusiasmato in ascolti nelle prime due domeniche di messa in onda. Stiamo parlando ovviamente di Belen Rodriguez e Simona Ventura, di nuovo insieme fianco a fianco nel medesimo studio dopo una ‘guerra fredda’ che ha origine dai tempi del fidanzamento della showgirl argentina con Fabrizio Corona, acerrimo nemico di Mona Nostra.

L’ospitata di Belen è una notizia bomba. La Ventura ha sempre considerato l’attuale fidanzata di Stefano De Martino una sua creatura, avendola lanciata ai tempi de L’Isola dei Famosi ma i rapporti tra le due sono stati più che incrinati nell’ultimo periodo. In passato infatti Belen aveva sparato a zero sul giudice di X Factor dopo lo sbarco di quest’ultima in Honduras per comunicare a Nina Moric la notizia del presunto ‘rapimento’ del piccolo Carlos ad opera di Fabrizio, definendo quel momento televisivo “il peggiore degli ultimi dieci anni“. La Ventura, dal canto suo, aveva risposto a La vita in diretta:

“Belen? Io non so nemmeno chi sia, non ho tempo di pensare a queste cose. Non me ne frega niente di Belen, si commenta da sola”


7
novembre

PAOLO BONOLIS: VOTO RENZI. FORNERO FUORI DALLA REALTÀ

Paolo Bonolis

Paolo Bonolis

Con la tv ha da sempre un rapporto diretto. Non fosse altro per lo spin-doctor che si è scelto: Giorgio Gori. Così, quasi naturalmente, arriva proprio dal mondo del piccolo schermo l’ultimo endorsement ricevuto dal sindaco di Firenze Matteo Renzi, impegnato nella corsa alle primarie del centrosinistra. “Voto Renzi, è l’unico che non ha un passato da farsi perdonare” racconta oggi Paolo Bonolis a Gabriella Greison di Pubblico.

È vero, somiglia a Mister Bean, ma lo voto lo stesso perché non ne posso più di vivere in un Paese con mille passati e nessun futuro” ha detto Bonolis. La confessione del popolare conduttore tv scatenerà certamente delle reazioni in coloro che, in testa il competitor Nichi Vendola, hanno da sempre ironizzato sugli appoggi incassati dal sindaco di Firenze, provenienti dal mondo della tv, e non solo.

Bonolis, intervistato in treno, ha rivelato anche di trovare “naturale che la gente si aggrappi a qualcosa in questo momento, anche a Grillo se necessario“, accodandosi successivamente al pensiero alquanto diffuso secondo cui “destra e sinistra non esistono più, sono tutti ambi-destri”. Il conduttore Mediaset non ha poi risparmiato delle frecciate all’ormai ex Premier Silvio Berlusconi accusandolo di “aver riportato l’Italia indietro di 30 anni, al 1980“.

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21
ottobre

SKY TG24: SARAH VARETTO SI OFFRE DI OSPITARE IL CONFRONTO TV TRA I LEADER DEL PD

Nichi Vendola, Pierluigi Bersani, Matteo Renzi (dal sito di Sky Tg24)

Renzi e Bersani chiamano, Sky Tg24 risponde. Da giorni i due aspiranti candidati alla premiership del centrosinistra – con l’aggiunta di Nichi Vendola – si sono lanciati il guanto di sfida. Se Bersani si è detto “pronto al confronto, secondo le regole dei garanti“, Renzi ha invitato l’ex ministro ad “accettare un confronto pubblico su banche, finanza e trasparenza“. E a Sky non sembravano aspettare altro.

Sky TG24 si offre di ospitare i candidati. Siamo la casa dei faccia a faccia, ci siamo fatti sempre promotori del confronto considerandolo uno strumento fondamentale della democrazia” ha affermato ieri Sarah Varetto, direttore di Sky TG24, commentando l’apertura del Partito Democratico al confronto tra i candidati alle primarie. “Saremo lieti di ospitare i faccia a faccia delle primarie del PD” ha aggiunto Varetto, confermando che “Sky ha già rivolto inviti ufficiali ai candidati e stiamo lavorando a una serie di soluzioni sul formato“.

Sembra passata un’era geologica da quando l’ex Premier Silvio Berlusconi rifiutò il confronto tv con Walter Veltroni prima delle elezioni politiche del 2008, poiché pensava di non avere nulla da guadagnare da un faccia a faccia con l’allora candidato del centrosinistra, che avrebbe scontato sicuramente la disastrosa esperienza del Governo Prodi. Quasi da subito Sky cominciò una battaglia in solitaria, sostenendo la necessità di un confronto tv tra tutti i candidati alle elezioni, appartenenti ad ogni schieramento.


9
ottobre

SIMONA ERCOLANI SPIN DOCTOR DI BERSANI? RENZI SI AFFIDA A GORI. LA POLITICA NELLE MANI DELLA TV.

Simona Ercolani

Simona Ercolani progetta grandi Sfide, non soltanto in tv. Pare infatti che l’ideatrice del noto programma di Rai3 sia stata contattata per dare il proprio contributo al duello politico e dialettico che condizionerà le sorti del centrosinistra, quello tra Matteo Renzi e Pierluigi Bersani alle primarie di partito (o di coalizione, si vedrà).

Secondo quanto riporta Pubblico, il Segretario del Pd avrebbe chiesto alla Ercolani di dargli una mano per svecchiare la propria immagine (più di quanto abbia già fatto Crozza con le sue imitazioni) e mettere così in difficoltà il sindaco di Firenze. L’autrice e produttrice televisiva, insomma, avrebbe ricevuto la proposta di occuparsi della comunicazione di Bersani, in qualità di responsabile. Un incarico simile lo svolse già a fianco di Massimo D’Alema, come sua portavoce a Palazzo Chigi. Ricordate il ‘diabolico’ video nel quale Baffino appariva ai fornelli mentre preparava il risotto? Opera sua.

Oggi, qualora accettasse la mission bersaniana, la Ercolani dovrebbe mettere le sue doti al servizio del Segretario del Pd, che attualmente è in testa ai sondaggi sulle primarie, ma con il competitor fiorentino alle calcagna e sempre più agguerrito. Il suo principale sfidante sarebbe quel Giorgio Gori che in tempi non sospetti ha lasciato Magnolia per dedicarsi a tempo pieno all’attività di spin doctor di Matteo Renzi.





7
novembre

TRAVAGLIO BACCHETTA GIORGIO GORI: E’ UN EX BERLUSCHINO. MA SE A SFRUTTARLO IN TV FOSSE LA SINISTRA?

Giorgio Gori

Neanche il tempo di archiviare Berlusconi che già qualcuno ne intravede un sosia all’orizzonte. Per di più orientato a sinistra: che incubo. La decisione di Giorgio Gori di “scendere in campo” a sostegno di Matteo Renzi ha gettato scompiglio nel mondo della politica e in quello del giornalismo. All’indomani della convention programmatica tenuta dal sindaco di Firenze alla Leopolda, Marco Travaglio ha sparato un editoriale critico nei confronti del rottamatore del Pd e soprattutto del suo consigliere Gori. Secondo il vicedirettore del Fatto Quotidiano, quest’ultimo avrebbe una colpa imperdonabile: quella di essere stato un “ex berluschino”, che nel linguaggio travagliesco vuol dire un ex collaboratore del Cavaliere.

La storia del capo di Magnolia ora convertitosi alla politica, infatti, si intreccia con quella di Silvio Berlusconi, che nel 1989 (a 29 anni) lo nominò capo dei palinsesti di tutte e tre le reti Fininvest. Figurarsi, una simile biografia non poteva che attizzare la verve polemica di Marco Travaglio, che sul Fatto Quotidiano ha connotato politicamente l’intera carriera dell’ex produttore televisivo nato e cresciuto all’ombra del Biscione.

Nel ‘94, mentre B. entra in politica cacciando subito Montanelli dal Giornale, è lui il comandante della portaerei Fininvest che in tre mesi lancia Forza Italia nel firmamento della telepolitica (ricordate gli spottini di Mike, Vianello, Zanicchi & C.?) e fa vincere le elezioni al padrone. Ed è ancora lui a mettere la sua faccina efebica e la sua firma su programmi-manganello come Sgarbi quotidiani e Fatti e Misfatti di Liguori, specializzati nel killeraggio dei “nemici” del padrone (…) Ora, al fianco di Renzi, Gori dice di voler liberare la Rai dai partiti…”

A stretto giro, l’ex responsabile di Magnolia ha replicato a Travaglio spiegando che negli anni in cui egli avrebbe fatto “il berluschino” da Fininvest passarono pure Michele Santoro e Daniele Luttazzi.


1
novembre

RAI: LE PROPOSTE DEL ROTTAMATORE MATTEO RENZI

La rottamazione della Rai secondo Matteo Renzi

Rottamazione vs usato. Con un gergo da incentivo automobilistico la sfida che da qualche mese si consuma in una nuova versione all’interno del Pd non risparmia l’idea di televisione pubblica che le due correnti intendono affermare come linea maggioritaria. Matteo Renzi, il vispo sindaco di Firenze, all’interno della sua campagna di comunicazione molto forte per il rinnovamento del Partito Democratico si esprime a favore di una razionalizzazione privatistica del sistema radiotelevisivo.

Tra le cento proposte, molte delle quali etichettate come vintage anni 80 da Bersani, Renzi e il suo team di pionieri del nuovo si è espresso anche sulla questione della Rai, porgendo una mano trasversale a qualche altro esponente politico, di diversa estrazione, che aveva già avanzato ipotesi nella stessa direzione. Più concorrenza a Mediaset, meno incertezza di bilancio, fine del regime misto canone-pubblicità per gli stessi canali e netta separazione del finanziamento.

Le proposte specifiche sono la numero 16 e la numero 17 del manifesto della rottamazione. Ecco la ricetta renziana, che lasciamo alla descrizione diretta di coloro che hanno presentato la possibile fase due della sinistra italiana:

Oggi la Rai ha 15 canali, dei quali solo 8 hanno una valenza “pubblica”. Questi vanno finanziati esclusivamente attraverso il canone. Gli altri, inclusi Rai 1 e Rai 2, devono essere da subito finanziati esclusivamente con la pubblicità, con affollamenti pari a quelli delle reti private, e successivamente privatizzati. Il canone va formulato come imposta sul possesso del televisore, rivalutato su standard europei e riscosso dall’Agenzia delle Entrate. La Rai deve poter contare su risorse certe, in base ad un nuovo Contratto di Servizio con lo Stato.