La sfida del martedì, come è stata ribattezzata, inizia su Rai3. E’ Massimo Giannini a battere il calcio d’inizio. Il conduttore debutta a Ballarò con un editoriale in pompa magna in cui ringrazia il suo predecessore e fa un inchino a mamma Rai. “Il servizio pubblico va tutelato. Le critiche sono ingenerose. Questa è l’azienda più importante del Paese” dice il neo-aziendalista, promettendo al pubblico imparzialità. Cita pure Pulitzer, che fa sempre figo. Poi parte la sigla rivisitata (bene) da Ivano Fossati, e il giornalista – tutto carico – si lascia inquadrare mentre accenna un balletto. Avrà frainteso il titolo del programma, scambiandolo per un verbo al futuro. E’ su di giri, Giannini, ma l’entusiasmo si spegne da solo con il trascorrere dei minuti.
Ballarò: l’intervista registrata a Roberto Benigni
Così, l’effetto novità si è presto trasformato in effetto amarcord. Lo stesso Roberto Benigni, intervenuto con un’intervista registrata, non ha spiazzato come ci saremmo aspettati, e anzi si è solo limitato a rispondere ironicamente alle provocazioni dello stesso Giannini. L’attore toscano, come in un’eterna replica di se stesso, non ha risparmiato la predica al suo pubblico: “ricordatevi del futuro” ha detto. Il conduttore di Ballarò ha preso la palla al balzo e, dalle nebbie del passato, ha fatto riemergere Romano Prodi. In quel momento, mentre l’ex premier bofonchiava qualcosa sull’euro e sulla propria uscita dalla scena politica, il telespettatore cambiava su La7 per scongiurare la catalessi. Dalla padella alla brace: sulla rete terzopolista, Giovanni Floris stava già riproponendo un remake del suo Ballarò.
diMartedì: Floris non si rinnova
Al di là del nuovo studio, che sembrava scippato al Chiambretti Supermarket o a Zeta di Gad Lerner, il giornalista si è limitato a trasmettere un format ormai collaudato, senza applicare particolari innovazioni. Dalla copertina di Maurizio Crozza (sempre brillante, ma non inedito) ai sondaggi di Nando Pagnoncelli, diMartedì non ha segnato alcuna evoluzione evidente per Floris, se non in termini anti-renziani. Il giornalista, infatti, non ha risparmiato critiche all’operato del premier, il quale peraltro era stato invitato alla puntata d’esordio del programma. Da segnalare la pessimo audio, che – a giudicare dalle voci ovattate – sembrava trasmesso da un bunker anti atomico.