Mafia



9
gennaio

COSE NOSTRE: RAI1 RACCONTA IL GIORNALISMO ANTIMAFIA SCONOSCIUTO AI PIU’

Cose Nostre

Automobili date alle fiamme, aggressioni, minacce, lettere intimidatorie. Pallottole inviate per posta, incursioni dentro casa, querele temerarie. Sono questi i modi con cui le mafie tentano di condizionare la stampa italiana, per mettere a tacere le voci scomode di chi denuncia il malaffare. A partire da stasera – 9 gennaio – Rai1 racconta la vita e l’attività dei giornalisti antimafia con Cose Nostre, una serie di cinque documentari inchiesta.




9
maggio

BERLUSCONI: LA TV PUBBLICA FA PUBBLICITA’ ALLA MAFIA, MEDIASET NO. AH, SI?

Manuela Arcuri e Pupetta Maresca

Pupetta – Il Coraggio e la passione. Il Capo dei capi. L’onore e il rispetto. Baciamo le mani. Sangue caldo. Il peccato e la vergogna. Tutte fiction che raccontano il crimine dal punto di vista dei criminali, che ne indagano le debolezze, ne mettono in scena le “ragioni”. Tutte fiction in cui lo sbirro è il nemico che pretende di fermare l’ascesa, la vendetta, il riscatto del protagonista. Tutte fiction Mediaset.

Berlusconi accusa la Rai di fare pubblicità alla Mafia

Eppure Silvio Berlusconi, che di Mediaset è fondatore, non lo sa. O forse non ci ha pensato quando, in occasione della conferenza stampa sulle politiche per la cultura svoltasi nella sede di FI mercoledì 7 maggio 2014, ha espresso il suo desiderio di veder detassate le imprese che si occupano di cultura affermando quanto segue.

“Non si tratta di fare pubblicità alla mafia come fa la tv pubblica, noi (di Mediaset, ndDM) questo non lo facciamo, noi facciamo fiction per promuovere l’Italia. Noi esportiamo i film”.

Le fiction sulla mafia targate Mediaset

Parole che sembrano dimenticare la storia recente di Canale 5, nella quale a farla da padrone nell’ambito della serialità sono state soprattutto le produzioni Ares Film e Taodue, nelle quali viene raccontata la malavita da angolazioni diverse ma sempre con la lente d’ingrandimento. E che hanno finito per innalzare ad icone personaggi violenti, come il Tonio Fortebracci interpretato ne L’Onore e il rispetto da Gabriel Garko, o la Rosy Abate cui presta il volto Giulia Michelini in Squadra Antimafia.


31
ottobre

ROSARIO CROCETTA SHOCK A CRISTINA PARODI LIVE: LA MAFIA MI HA CONDANNATO A MORTE

Rosario Crocetta

Nel giorno dopo la vittoria, Rosario Crocetta sente il fiato della mafia sul collo. E lo dice chiaramente in tv. Il nuovo Governatore della Regione Sicilia, eletto lunedì scorso con il 30,4% delle preferenze, ha denunciato di sentirsi un obiettivo sensibile della criminalità organizzata, che già in passato tentò di farlo fuori dispiegando i propri mezzi. Ospite quest’oggi di Cristina Parodi Live, su La7, il politico di centrosinistra ha dichiarato:

Ho già subito tre attentati alla mia vita negli ultimi dieci anni, fortunatamente tutti sventati. Ma sono consapevole che non morirò in un letto come chiunque altro, su di me la Mafia ha emesso una condanna di morte

Nella sua storia personale, del resto, Crocetta è sempre apparso in trincea nella lotta alla criminalità organizzata, e questa presa di posizione gli avrebbe procurato una serie di nemici. Dopo l’elezione, il neo Governatore siciliano ha inoltre dichiarato che la sua Regione sarà parte civile in tutti processi di mafia aperti, con l’obbligo agli enti locali di fare la stessa cosa.





17
settembre

FICTION E MAFIA, PIERO GRASSO: BISOGNA PARLARNE NEL MODO GIUSTO PER NON CREARE FALSI MITI

Piero Grasso

Questa sera alle 21.10 su Canale5 andrà in onda la seconda puntata di Squadra Antimafia 4 – Palermo Oggi, la serie tv a marchio Taodue con protagoniste Simona Cavallari e Giulia Michelini. Il primo appuntamento in onda lo scorso lunedì è stato seguito da una media di 5.021.000 spettatori con uno share del 20,48%. Un risultato importante che dimostra ancora una volta il grande interesse mostrato dal pubblico nei confronti delle sempre più numerose fiction incentrate sul tema della mafia. La stessa Canale5 al martedì propone L’Onore e il Rispetto – Parte Terza, altra produzione legata alla malavita siciliana premiata da ottimi ascolti. Proprio il tema della rappresentazione della mafia in tv è stato al centro dell’intervento di Piero Grasso al 64° Prix Italia di Torino.

Il Procuratore Nazionale Antimafia, impegnato da questa sera su RaiStoria con il programma Lezioni di mafia, una serie in 12 puntate che andrà in onda ogni lunedì alle 23 e la domenica alle 20.30, si è mostrato molto critico sul modo in cui il piccolo schermo e in particolare la fiction, affrontano il tema della mafia. Grasso ha dichiarato:

“Bisogna sempre parlare di mafia, ma bisogna parlarne nel modo giusto per non creare falsi miti. Un’informazione sbagliata può produrre effetti non voluti, com’è stato con la fiction Il capo dei capi (fiction Taodue trasmessa da Canale5 nel 2007 ndDM).”

Il Procuratore ha in seguito aggiunto:

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11
agosto

MOB WIVES: REAL TIME RACCONTA LE VITE DELLE MOGLI DEI BOSS MAFIOSI

Mob Wives

Mob Wives

Anche Real Time da stasera avrà le sue casalinghe disperate. Parte infatti in seconda serata Mob Wives, un programma di lifestyle, trasmesso negli States da VH1, in cui vedremo all’opera quattro donne di Staten Island, uno dei cinque quartieri di New York, costrette ad armarsi di santa pazienza e a rimboccarsi le maniche per portare avanti le rispettive famiglie.

Le storie di queste donne non si possono propriamente definire normali: le protagoniste sono infatti quattro mogli di boss mafiosi finiti in carcere. Con i mariti dietro le sbarre, Renee, Karen, Drita e Carla cercheranno di mantenere lo stile di vita a cui erano abituate ma allo stesso tempo dovranno vedersela con una realtà nuova, del tutto differente e, soprattutto, faticosa – senza poter contare su amici e familiari.

Tra pellicce, gioielli e un look da primedonne, le protagoniste di Mob Wives dovranno mostrare al mondo che le loro vite, per quanto assurde e fortemente condizionate dal passato mafioso dei rispettivi capifamiglia, sono molto più comuni di quanto si possa ipotizzare.

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26
agosto

LIBERO NEL NOME: RAI2 RICORDA L’IMPRENDITORE CHE SFIDO’ LA MAFIA IN TV

Libero (Grassi) nel nome

Con una denuncia squarciò il velo dell’omertà mafiosa e sfidò il racket. Con una denuncia firmò la sua condanna a morte. Sono trascorsi vent’anni dall’assassinio di Libero Grassi, l’imprenditore palermitano che pagò con la vita il coraggio di aver affrontato gli estorsori che gli chiedevano il pizzo. In una lettera pubblicata in prima pagina sul Giornale di Sicilia del 10 gennaio 1991, si rivolse direttamente ai picciotti, cosicché da quel momento nessuno potesse fingere di non sapere. Pochi mesi dopo un killer di Cosa Nostra lo uccise sparandogli alle spalle. Il sacrificio di Grassi, tanto esemplare quanto tragico, verrà ricordato lunedì prossimo -29 agosto- su Rai 2 con un film-documentario dal titolo “Libero nel nome”.

Uno speciale, quello proposto dalla seconda rete, che ci piace segnalare come ricordo dovuto ad una persona che si è davvero spesa per un ideale di legalità autentico, innescando – a distanza di anni – una rivoluzione culturale capace di coinvolgere oltre diecimila cittadini palermitani convinti che “un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”. E’ questa la preziosa eredità morale lasciata da Libero Grassi alla sua Sicilia, una testimonianza di coraggio e libertà della quale la moglie e i figli dell’imprenditore parleranno nel documentario curato da Pietro Durante.

Libero nel nome mostrerà i frutti del sacrificio di Grassi, puntando i riflettori sulla nuova dignità popolare che oggi scaturisce dalle iniziative dei giovani di Addiopizzo e da quegli imprenditori che decidono di ribellarsi al racket della mafia. Raccontare l’esempio di Libero Grassi in tv significa anche dare un segnale che forse qualcosa sta cambiando davvero. Nel passato, infatti, il piccolo schermo ha riservato a quest’uomo meno attenzione di quanto meritasse. Nel 1991, solo Maurizio Costanzo e Michele Santoro portarono in diretta la storia del coraggioso imprenditore ‘antimafia’. Ne uscì una di quelle pagine di televisione che si faticano a dimenticare.


19
giugno

SQUADRA ANTIMAFIA, FICTION MA NON TROPPO. IL BOSS ARRUOLAVA COMPARSE PER FARE ‘I PICCIOLI’

Squadra Antimafia - Palermo Oggi

Questa serie Tv è la nostra fortuna. Così facciamo lavorare gli amici degli amici…“. Presto, avvisate il vice questore Claudia Mares (interpretato da Simona Cavallari) o chiamate l’ispettore belloccio, Domenico Calcaterra (Marco Bocci). Amunì! I mafiosi pare si siano infiltrati pure nel business della fiction, hanno fiutato l’affare. Ma il paradosso, che ha veramente dell’incredibile, è che lo sceneggiato sul quale i picciotti avrebbero allungato le mani è proprio Squadra Antimafia – Palermo Oggi, la serie tv targata Mediaset che ha registrato il pieno di ascolti in virtù della sua trama avvincente incentrata sulla lotta contro il crimine organizzato. Come è potuto succedere?

Probabilmente è quello che si stanno domandando i responsabili di Taodue, la società di produzione della serie, da quando hanno scoperto che tale Gaetano Lo Presti, al quale hanno affidato un service per il reclutamento comparse, fornutura dei pasti e transfert, è il nipote diretto dell’omonimo capomafia arrestato nel dicembre 2008, e di suo fratello Calogero, beccato dagli “sbirri” a progettare affari poco trasparenti. E non è finita. Come riporta Felice Cavallaro sul Corriere di oggi, i Carabinieri sospettano che il giovane Gaetano sia l’erede diretto dei due boss, assieme ad suo amico incensurato. Circostanze che, fino a prova contraria, i produttori della fiction ignoravano del tutto, e proprio per questo la coincidenza risulta ancor più amara e spiazzante. I picciotti si infiltrano nella fiction antimafia: da non crederci.

Il tutto assume sfumature quasi caricaturali quando si scopre che l’intraprendente Lo Presti appartiene ad una famiglia che controllerebbe l’intero mandamento di “Porta Nuova”, lo stesso che nella serie tv viene nominato dal vice Questore Mares durante il tentativo di cattura della mafiosa Rosy Abate (l’attrice Giulia Michelini). Nello sventurato parallelismo tra finzione e realtà, i poliziotti veri hanno intercettato il picciotto Calogero Lo Presti mentre spiegava il business che il nipote avrebbe garantito: “Questa serie Tv è la nostra fortuna. Così facciamo lavorare gli amici degli amici almeno per altri cinque anni, che alla gente ci piace e noi gliela dobbiamo fare qua a Palermo… Senza domandare denari. A loro servizi ci dobbiamo fornire. E loro ci ripagano con piccioli e assunzioni. Pensiamo all’indotto, noi. Le comparse, i pullmini, i pasti… Ci siamo sistemati“.


21
aprile

ARRESTATO MASSIMO CIANCIMINO, IL SUPERTESTIMONE CHE RACCONTA LA TRATTATIVA STATO-MAFIA IN TV

Massimo Ciancimino ad Annozero

L’accusa di “calunnia pluriaggravata” nei confronti dell’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro ha fatto scattare l’arresto. Nel pomeriggio di oggi la Dia di Palermo ha fermato Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco mafioso Vito e supertestimone nei processi della presunta trattativa tra Stato e Cosa nostra. Secondo la Procura, l’imprenditore avrebbe falsificato alcuni “pizzini” dai quali risultava che l’ex numero uno della Polizia avesse tenuto contatti con esponenti della criminalità organizzata. Si trattava di una bufala? Calma e gesso: troppo presto per stabilirlo. Intanto, però, sorgono legittimi dubbi sull’attendibilità e le contraddizioni di Ciancimino Jr, uno degli personaggi a cui, negli ultimi tempi, certo giornalismo televisivo ha offerto più spazio.

Ogni volta che il supertestimone accettasse di parlare in tv, parte del pubblico si legava alla poltrona in attesa di chissà quali rivelazioni sugli oscuri rapporti tra colletti bianchi e malavita. Telecamere, microfoni, interviste ed ospitate gli venivano offerte alla vigilia degli importanti processi nei quali sta testimoniando tutt’oggi. A riguardo, l’atteggiamento della tv nei suoi confronti è sempre stato dicotomico: da una parte chi, come il Tg1 di Minzolini, ha sempre dato poco risalto alle rivelazioni di Ciancimino e dall’altra chi invece ne ha forse attribuito troppo.

E’ questo il caso di Michele Santoro, il quale ha più volte ospitato il supertestimone ad Annozero. Il giornalista di Rai2 invitava Ciancimino per ascoltare la sua versione sulle trattative che dal ‘92 avrebbero coinvolto lo Stato, i servizi segreti e Cosa Nostra. In un incastro di date ed inquietanti avvenimenti, l’imprenditore rivelava in diretta tv anche di una lettera di Bernardo Provenzano a Silvio Berlusconi, tramite il senatore Marcello Dell’utri. In quelle puntate gli ascolti di Annozero schizzavano alle stelle e Santoro, che aveva capito l’antifona, si mise a tradurre quei racconti in scenette e disegni che esplicassero meglio le losche faccende.