Lux Vide



31
gennaio

SANT’AGOSTINO: STASERA E DOMANI LA FICTION DI QUALITA’ SFIDA NUOVAMENTE TALENT E REALITY SHOW

Raiuno prova a riprendersi la serata del lunedì con le fiction del “talismano” Lux Vide. Se infatti la concorrenza di Amici della domenica sera non ha intimorito le ultime fiction “Lo scandalo della Banca Romana” e “Gli ultimi del paradiso”, il transatlantico “Grande Fratello” rimane un osso duro da battere soprattutto ora che il gioco è in pieno svolgimento. Oltre al “Medico in famiglia“, nell’impresa anti-reality era riuscito “Pinocchio” e nella stessa impresa si cimenta Sant’Agostino (prodotte entrambe dalla Lux Vide appunto).

Fiction di altissima qualità, “Sant’Agostino” è stato creato con grandi budget e  un cast importante, per imbastire nella maniera migliore possibile un racconto che è al contempo storico, religioso e filosofico. A rivestire i panni del Doctor Gratiae Alessandro Preziosi e Franco Nero (Agostino anziano), stasera e domani nel prime time di Raiuno.

Era il 24 agosto del 410, quando si concluse l’assedio di Roma da parte dei Visigoti: l’impero romano si piegava all’ondata barbarica e iniziava così la fine di un lungo e glorioso impero. Alla notizia che la città eterna era stata oramai violata, il mondo rimase sconvolto e senza guide, ma la voce di un uomo si levò alta a sostegno di una nuova civiltà da ricostruire. La voce era quella di Agostino,  ex “avvocato di grido” che si convertì al Cristianesimo e venne eletto a furor di popolo, vescovo di Ippona, città sulle coste dell’Africa settentrionale. Da qui il benestante avvocato accolse i profughi provenienti da Roma ed iniziò a raccontare con la fede e la meditazione una nuova via da seguire.




1
novembre

PINOCCHIO: UNA SUPER FIABA PRONTA A CONTRASTARE IL GRANDE FRATELLO

Pinocchio (Luciana Littizzetto)

Stasera e domani, in prima serata, Raiuno si affida nuovamente alla fiction. E lo farà con una delle fiabe più famose e apprezzate dal grande pubblico: Pinocchio. La storia di un burattino che voleva diventare bambino (e figlio), la storia di un falegname che voleva imparare ad essere padre, e poi le bugie, gli ostacoli, i sentimenti e la redenzione. A 37 anni dal capolavoro di Comencini, con Nino Manfredi nei panni di Geppetto, Lux Vide e Power ritornano con una fiction “di punta” per la stagione Rai, schierando un cast stellare.

Bob Hoskins nel ruolo che fu di Manfredi, e il giovanissimo e bravissimo Robbie Kay nei panni di Pinocchio. Non mancano però molti volti noti del panorama italiano; su tutti: Luciana Littizzetto nelle verdi vesti del Grillo Parlante, Margherita Buy (La Maestra), Violante Placido nei panni della Fata Turchina (questa volta un pò più sexy e dispettosa rispetto alla tradizione), e Alessandro Gassman, nel ruolo di Carlo Collodi.  Tra gli altri vanno inoltre ricordati: Thomas Sangster (Lucignolo), Toni Bertorelli (la Volpe), Francesco Pannofino (il Gatto), Maurizio Donadoni (Mangiafuoco), Wenanty Nosul (l’Editore)  e Joss Ackland (nel ruolo di Mastrociliegia).

Interamente girata in inglese per la gioia della Littizzetto (“Il mio inglese è assurdo e incomprensibile, il protagonista Robbie Kay, mi guardava e gli facevo tenerezza, si vedeva che voleva aiutarmi. Morale, correvo per i boschi con le ghette e le antenne, rincorrendo un ragazzino e parlando una lingua ignota“), la fiction avrà un difficile compito: contrastare, negli ascolti e nella filosofia, la “corazzata Grande Fratello” (domani alla sua seconda puntata, probabilmente dedicata all’ingresso del trans di cui vi abbiamo svelato, in anteprima, l’identità).


18
luglio

COCO CHANEL SUL RED CARPET DEGLI EMMY AWARDS: PER LA PRIMA VOLTA UNA NOMINATION ITALIANA AGLI OSCAR DELLA TV AMERICANA

Coco Chanel - Shirley MacLaine

In Italia è stata vista da 6.614.000 di telespettatori (24,10% di share), riuscendo nell’impresa di superare sia Zelig che l’Isola dei famosi; negli Stati Uniti, dove è andata in onda sul network Lifetime, è stata seguita da 6 milioni di abbonati della tv via cavo, diventando la seconda miniserie nella classifica degli ascolti della tv via cavo della passata stagione.

Forte del doppio successo, in patria e all’estero, la fiction Coco Chanel, prodotta dalla italianissima Lux Vide di Matilde e Luca Bernabei per Rai Fiction con partnership francese e americana, approda sul red carpet degli oscar della Tv made in USA, i celeberrimi Emmy Awards. La categoria che accoglie questo debutto del Bel Paese nelle celebrazioni del tubo catodico a stelle e strisce è quella dedicata ai film tv, “Outstanding made for television movie“, in cui compaiono anche Grey Gardens, Into the Storm, Prayers for Bobby e Taking Change, titoli che diranno poco al pubblico italiano, ma contro i quali dovrà gareggiare la nostra fiction dedicata alla stilista parigina, ancora oggi icona incontrastata di stile ed eleganza. E così, se la critica italiana fu poco clemente con la storia di Gabrielle Bonheur Chanel, questo il vero nome di Cocò, che dovette anche subire un pesante rimprovero dal poco clemente Aldo Grasso, che bollò il film come “noioso“, gli Stati Uniti premiano il prodotto e lo candidano ai loro oscar tv, la cui cerimonia si terrà il prossimo 20 settembre a Los Angeles.

Ma questa non è l’unica nomination che la fiction si è aggiudicata grazie all’Academy of Television Arts and Sciences: diretta interessata è anche l’attrice Shirley MacLaine, che nel film tv intepreta il ruolo della protagonista da anziana, nominata nella categoria “Miglior Attrice Protagonista in una Miniserie o Film tv“. La MacLaine, che si è sempre detta molto affine allo spirito ribelle di Chanel, e affascinata dalle sue mille contraddizioni, nella corsa per la statuetta dovrà vedersela con Sigourney Weaver (Prayers for Bobby), Drew Barrymore (Grey Gardens), Jessica Lange (Grey Gardens) e Chandra Wilson (Accidental Friendship). L’attrice, premio Oscar nel 1983 come miglior attrice con il film Voglia di tenerezza, in Cocò Chanel era affiancata da Barbora Bobulova (Chanel da giovane), Malcolm McDowell, Cosimo Fusco, Sagamore Stévenin, Brigitte Boucher, Anny Duperey, Simone Spinazze, Valentina Lodovini, Olivier Sitruk, Gea Lionello e Manuel Casella.





25
marzo

RAI: TUTTI PAZZI PER LA FICTION. ECCO TUTTI I TITOLI IN CANTIERE NEL 2009

Fiction Rai 2009

La fiction è ed è stata, negli ultimi anni, la principale core-competence che ha consentito alla Rai, in particolare a Raiuno, di prevalere sulla concorrenza. Non stupisce, dunque, che per il 2009 si continui a puntare su di essa con ben 40 titoli in cantiere e investimenti, in crescita, pari a 292 milioni di euro. Ventisei le fiction destinate al prime time di Raiuno, contro le sei di Raidue e le quattro di Raitre.

Malgrado ciò, le fiction di mamma Rai presentano spesso endemici limiti: si va dal provincialismo delle miniserie, alla scelta di attori non adeguati, a sceneggiature spesso imbarazzanti, al target di pubblico sempre più agè, ma è soprattutto la mancanza di originalità la principale falla responsabile dell’omogeneità dell’offerta negli anni (vedi il proliferare di Papi e “uomini straordinari”). Senza contare che le tanto vituperate miniserie, insignite a emblema di qualità, anche se spesso la qualità è solo un miraggio, sono costosissime, non creano indotto e al secondo passaggio vanno quasi sempre male. Le fiction in cantiere per il 2009, che vi andremo, brevemente, di seguito a presentare, sembrano confermare queste teorie, se non aggravarle.

Cominciamo dalle fiction più attese, da pubblico e listino Sipra: la nuova stagione di Un medico in famiglia e i nuovi episodi de Il Commissario Montalbano. La prima, prodotta da Publispei, è la capostipite della lunga serialità per famiglie, la seconda è il fiore all’occhiello della Rai, capace di battere ogni record di ascolti. Come molte altre produzioni di successo di Viale Mazzini, è “prodotta da Mediaset” via Endemol, s’intende, proprietaria di Palomar. La fiction con Luca Zingaretti è anche la più costosa in proporzione al numero di episodi, l’investimento per quattro puntate è pari a 12,5  milioni di euro ossia più di 3 milioni e 100 di euro per episodio.


27
novembre

PAOLO VI, UOMO DEL DIALOGO E DI LIBERTA’

Paolo VI - Fabrizio Gifuni @ Davide Maggio .it“Paolo VI, il Papa nella tempesta”, tv-movie in due puntate in onda, in prima serata, su Raiuno domenica 30 novembre e lunedì 1° dicembre, è l’avvincente ricostruzione della vita di un Pontefice chiamato alla difficile missione di traghettare il nostro Paese e la cristianità tutta nella modernità. “Nel 30° anniversario della sua morte”, ha detto questa mattina, in conferenza stampa, Fabrizio Del Noce, direttore di Raiuno e di Rai Fiction, “ho voluto fortemente e sostenuto, con convinzione, questa fiction, al fine di rendere omaggio a un uomo chiamato a guidare la Chiesa in un momento storico di difficile transizione, un uomo consapevole del fatto che si può scendere da un trono, ma non da una croce”.

Interpretato da Fabrizio Gifuni, attore poliedrico che già abbiamo avuto modo di apprezzare in “La meglio gioventù”, “Il partigiano Johnny” e “Hannibal”, Paolo VI appare, agli occhi dello spettatore, come un Papa dotto, ma non saccente, riflessivo, ma non inerte, profondamente dolente, ma mai rassegnato. “L’enorme responsabilità”, ha dichiarato Gifuni, “che mi sono caricato sulle spalle è stata quella di affrontare un personaggio, che pur avendo rappresentato una figura centrale del ‘900, è sprofondato in un cono d’ombra, schiacciato dal suo predecessore e dai suoi successori assurti a vere e proprie icone mediatiche”. Papa Montini non è affatto un uomo dubbioso, amletico e tormentato, secondo quell’erroneo e stantio clichè, ancora oggi così diffuso e condiviso, ma, è piuttosto, per Gifuni, un mistico, un intellettuale, proprio come Amleto e, soprattutto, un uomo dalla personalità complessa e sfaccettata capace, durante il quindicennio del suo Pontificato, di aperture sconvolgenti e di improvvisi irrigidimenti.

Fondamentalmente conservatore, in materia dottrinaria, PaoloVI fu, però, sostenitore ed esecutore materiale di un processo di radicale rinnovamento di Santa Romana Chiesa, in un periodo, è bene ricordarlo, caratterizzato da una dilagante secolarizzazione e da un’inarrestabile deriva laicista. Fu il primo Papa a mettere piede su un aereo, a visitare una fabbrica, a parlare alle Nazioni Unite e, coraggiosamente, a scrivere una lettera a una banda di criminali, appellandoli come “uomini” e supplicandoli “in ginocchio” di risparmiare la vita del suo amico Aldo Moro.