Che poi non si chiama neanche Blu Notte. Questo titolo, a cui dalla quarta stagione aggiunsero il sottotitolo Misteri Italiani, fece capolino solo nel secondo anno di messa in onda, perché nel 1998 il programma narrativo documentaristico condotto da Carlo Lucarelli si chiamava Mistero in blu e nelle ultime due stagioni, andate in onda, si è presentato al pubblico come Lucarelli racconta. Ma quale che sia il nome, un dato è sicuro: non compare nel palinsesto appena presentato da Rai 3, rete sulla quale è andato in onda fin dal 1999 dopo una prima stagione su Rai 2.
Un programma ben realizzato e soprattutto ben valutato dalla critica, tanto da essere stato promosso dalla seconda alla prima serata, e che evidentemente per taluni ha una funzione irrinunciabile. Tanto che ieri la Slc Cgil, Sindacato Lavoratori della Comunicazione, ha pubblicato la seguente nota sul sito ufficiale a firma della segreteria nazionale.
“Se fosse vera la notizia riportata da Il Fatto Quotidiano on line, circa la mancata programmazione su Rai 3 di Blu Notte, la trasmissione di Carlo Lucarelli sui misteri italiani, sarebbe un fatto gravissimo. Se la questione è risparmiare qualche migliaio di euro sarebbe facile, per chiunque gestisce i conti della Rai, trovare risorse identiche altrove, magari tagliando qualche spreco o qualche nomina ridondante nelle reti, evitando però di chiudere una delle vere trasmissioni di servizio pubblico, oltretutto di grande qualità narrativa, presente nel palinsesto Rai. Quando poi si parla di Blu Notte, per i temi affrontati con dovizia di dettagli, senza subalternità ai poteri occulti e alle mafie, il sospetto è che dietro l’esigenza di risparmiare si celi la volontà di non raccontare storie scomode che da anni fanno riflettere gli italiani. L’invito di Slc Cgil alla Rai è di non abdicare alla sua funzione di servizio pubblico e trovare il modo per proseguire una delle migliori esperienze di Rai 3.”
Nessuno avrebbe però parlato di cancellazione definitiva del programma: come leggiamo su L’Unità di oggi, Rai 3 avrebbe affermato che “se per il 2014 si trova un accordo, ben venga Lucarelli“, dove per accordo si intende una diminuzione dei costi considerati troppo alti rispetto ai necessari tagli di budget che si starebbero portando avanti.