Lotta alla Mafia



9
gennaio

COSE NOSTRE: RAI1 RACCONTA IL GIORNALISMO ANTIMAFIA SCONOSCIUTO AI PIU’

Cose Nostre

Automobili date alle fiamme, aggressioni, minacce, lettere intimidatorie. Pallottole inviate per posta, incursioni dentro casa, querele temerarie. Sono questi i modi con cui le mafie tentano di condizionare la stampa italiana, per mettere a tacere le voci scomode di chi denuncia il malaffare. A partire da stasera – 9 gennaio – Rai1 racconta la vita e l’attività dei giornalisti antimafia con Cose Nostre, una serie di cinque documentari inchiesta.




26
agosto

LIBERO NEL NOME: RAI2 RICORDA L’IMPRENDITORE CHE SFIDO’ LA MAFIA IN TV

Libero (Grassi) nel nome

Con una denuncia squarciò il velo dell’omertà mafiosa e sfidò il racket. Con una denuncia firmò la sua condanna a morte. Sono trascorsi vent’anni dall’assassinio di Libero Grassi, l’imprenditore palermitano che pagò con la vita il coraggio di aver affrontato gli estorsori che gli chiedevano il pizzo. In una lettera pubblicata in prima pagina sul Giornale di Sicilia del 10 gennaio 1991, si rivolse direttamente ai picciotti, cosicché da quel momento nessuno potesse fingere di non sapere. Pochi mesi dopo un killer di Cosa Nostra lo uccise sparandogli alle spalle. Il sacrificio di Grassi, tanto esemplare quanto tragico, verrà ricordato lunedì prossimo -29 agosto- su Rai 2 con un film-documentario dal titolo “Libero nel nome”.

Uno speciale, quello proposto dalla seconda rete, che ci piace segnalare come ricordo dovuto ad una persona che si è davvero spesa per un ideale di legalità autentico, innescando – a distanza di anni – una rivoluzione culturale capace di coinvolgere oltre diecimila cittadini palermitani convinti che “un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”. E’ questa la preziosa eredità morale lasciata da Libero Grassi alla sua Sicilia, una testimonianza di coraggio e libertà della quale la moglie e i figli dell’imprenditore parleranno nel documentario curato da Pietro Durante.

Libero nel nome mostrerà i frutti del sacrificio di Grassi, puntando i riflettori sulla nuova dignità popolare che oggi scaturisce dalle iniziative dei giovani di Addiopizzo e da quegli imprenditori che decidono di ribellarsi al racket della mafia. Raccontare l’esempio di Libero Grassi in tv significa anche dare un segnale che forse qualcosa sta cambiando davvero. Nel passato, infatti, il piccolo schermo ha riservato a quest’uomo meno attenzione di quanto meritasse. Nel 1991, solo Maurizio Costanzo e Michele Santoro portarono in diretta la storia del coraggioso imprenditore ‘antimafia’. Ne uscì una di quelle pagine di televisione che si faticano a dimenticare.


10
maggio

STEFANIA PETYX, UNA SIGNORA IN GIALLO IN CHIAVE MODERNA PER LA LOTTA ALLA MAFIA IN TV

Metti che la signora in giallo morda i picciotti più di Roberto Saviano. Come noto, la lotta alla mafia è una questione serissima che si gioca in gran parte sull’informazione, sul racconto di quelle ingiustizie rimaste coperte da un silenzio omertoso e complice. E’ una battaglia culturale, prima ancora che fisica e di polizia, da sostenere col coraggio e l’onestà di chi è convinto che il Male si possa calpestare, umiliandolo nella sua viltà. Per questo guardiamo con interesse a quei programmi televisivi che, negli ultimi tempi, danno spazio ad inchieste, approfondimenti ed interviste che svelano il vero volto della criminalità organizzata, quello bastardo e vessatorio. Le forzature romanzate della fiction sono altra cosa. Sfidare la mafia in tv è una missione: non tutti ne sono all’altezza. E in molti peccano nel metodo.

Là dove non osano i professionisti dell’antimafia. Senza fare nomi, potremmo ora parlare di tutte quelle trasmissioni che affrontano l’argomento mitragliando editoriali di fuoco o aprendo i microfoni a quei santoni che hanno fatto dell’antimafia un lavoro a tempo pieno, pure ben retribuito. Si dice che la camorra è brutta, che la mafia uccide, sfrutta, ricatta, che estorce denaro e favori anche ad insospettabili colletti bianchi. Tutto verissimo, per carità, ma spesso alle parole in tv non segue nulla. Si fanno accuse importanti, che però corrono il rischio di rimanere fini a se stesse. Sono in pochi ad aver coraggio, ad andare oltre le semplici invettive.

La virtuosa signora in giallo. Il caso che più colpisce è quello di Stefania Petyx, inviata siciliana di Striscia la notizia. La ragazza ha un look da cartone animato, indossa un impermeabile giallo canarino coordinato a degli stivali di gomma, si muove ‘scortata’ da un cane bassotto, ma ha fegato ed ostinazione da vendere. Da qualche anno, non passa mese che non realizzi un servizio sulle ingiustize che la mafia opera nel quotidiano della sua Sicilia, spesso con la complicità di chi amministra la cosa pubblica. Denunce reali, fatte sul campo, faccia a faccia con i loro protagonisti.