Liberta d’informazione



22
giugno

AL JAZEERA CAMBIA ROTTA, LE DONNE PROTESTANO: E’ LA TV DEI TALEBANI

Aljazeera

Anche gli emiri hanno le loro Maria Luisa Busi, anche ad Al Jazeera la rivolta è donna. Il motivo del contendere però è ben diverso, e se al Tg1 si discute la linea editoriale del ‘sultano’ Augusto Minzolini, nella tv del Quatar si parla di dignità personali negate, di scelte ideologiche non proprio trasparenti. Alcune presentatrici della tv araba hanno lanciato il loro grido d’allarme, denunciando come l’emittente stia diventando sempre più “talebana”. Da quella linea aperta, che aveva conquistato il mondo arabo, si è passati ad una estremista e pericolosa che, manco  a dirlo, ha colpito per prime le donne.

La tv, infatti, censura l’abbigliamento. Una prima avvisaglia che qualcosa stesse cambiando, le giornaliste l’hanno avuta quando Ayman Jaballah, direttore della redazione, ha deciso di stabilire in modo insindacabile quale fosse l’abbigliamento più adatto per presentarsi davanti alle telecamere. In barba alla femminilità e alla loro stessa dignità, le presentatrici si sono viste imporre un codice severo: niente pantaloni aderenti, gonne lunghe almeno cinque centimetri sotto il ginocchio, camicette castigatissime. Il look imposto è un segno del cambio di rotta, del fatto che l’integralismo sta iniziando a diffondersi anche via satellite, dagli studi della prestigiosa Al Jazeera. Sull’abbigliamento degli uomini nessuna particolare restrizione, chiaro.

Cinque presentatrici si erano già dimesse, dimostrando con coraggio che su questa battaglia di principio erano pronte a metterci la faccia. Cinque importanti volti della tv, conosciuti in tutto il mondo arabo. Altre nove giornaliste, di recente, hanno invece scritto una lettera di protesta alla direzione. Lo hanno fatto nel silenzio, perché non volevano fare cattiva pubblicità all’emittente, o forse per “precauzione”. Da parte loro, la “resistenza” sta diventando una battaglia di valori, il desiderio di poter affermare certe basilari libertà all’interno di una tv che di fatto è la più seguita dell’intero mondo arabo.




2
marzo

IL CDA RAI SOSPENDE TUTTI I TALK SHOW POLITICI, I PROTAGONISTI PROTESTANO

Caos totale nella giornata di ieri. Il Consiglio di Amministrazione della Rai ha infatti votato, a maggioranza, la sospensione temporanea, per tutto il periodo di campagna elettorale, della messa in onda dei talk show politici quali Porta a Porta, Annozero, L’ultima parola e Ballarò che, per un maggiore equilibrio politico, verranno sostituiti dalle classiche tribune elettorali.

La rigida applicazione del Regolamento della Commissione di Vigilanza (non era prevista, infatti, la sospensione della messa in onda ma un maggiore rispetto della par condicio in base a delle specifiche regole) ha scatenato l’ira di tutti i diretti interessati, pronti a combattere in nome della libertà d’espressione. In prima fila il Presidente del CDA Rai Paolo Garimberti che ha fatto il possibile affinchè non si arrivasse a tale soluzione, tentando per giunta la strada dell’interpretazione formale dalla Vigilanza.

Duro Giovanni Floris, conduttore di Ballarò, che sottolinea il danno per l’azienda, per gli abbonati e per il sistema parlando pertanto di “trionfo del silenzio sull’informazione”. Lo segue a ruota Milena Gabanelli che, per quanto Report (come Presa diretta) non rientri nei “bersagli” del CDA, ha parlato (fonte: Radio Capital) di norma che “viola il principio democratico del diritto di essere informati e ci costringe a calpestare ciò in cui crediamo”.

Ma la decisione del CDA ha dato vita anche ad una guerra interna tra Bruno Vespa e Michele Santoro: