La7



10
dicembre

UN CALDISSIMO DICEMBRE: LE OFFERTE DI PREMIUM FANTASY E LA NUOVA PAY TV CON AIRPLUS

DTT @ Davide Maggio .it

Secondo quanto riportato dal quotidiano “Milano Finanza”, Telecom Italia Media starebbe per cedere l’intera rete digitale composta da due multiplex a copertura nazionale. Sarebbe interessato all’acquisto, sempre secondo MF, un fondo americano di private equity di medie dimensioni e inedito sul mercato italiano. Le trattative sarebbero in corso e la cessione avrebbe un valore tra i 200 e 300 milioni di euro.

E’ appena iniziato questo dicembre, freddo solo dal punto di vista meteorologico ma caldissimo sulla tv digitale italiana. Andiamo con ordine.

L’8 dicembre è partita la nuova offerta Premium Fantasy di Mediaset Premium: quattro canali (Disney Channel, Playhouse Disney, Cartoon Network, Hiro) per bambini e ragazzi. Presentato come “il regalo di natale” della pay tv di Cologno, il pacchetto può essere acquistato sia in modalità Easy Pay, a 8 euro al mese (14 se in abbinamento con Gallery e 18 se in abbinamento con Calcio), sia in modalità prepagata, a 59 euro fino al 30/06/09.

A giugno invece, salvo ripensamenti, dovrebbe partire dalle ceneri di La7 Cartapiù, la nuova pay per view curata dal gruppo svedese Airplus. Il 1 dicembre le due società (Telecom Italia Media e Airplus tv) hanno sottoscritto l’accordo definitivo dopo la lettera di intenti dello scorso 17 ottobre.

Dopo il salto le modalità che permetteranno a Airplus di entrare nel mercato italiano, dopo la creazione di pay tv in Spagna, Finlandia e naturalmente in Svezia.




4
settembre

LILLI “LA ROSSA” ALLA CONQUISTA DI LA7

Lilli Gruber @ Davide Maggio .it

La7 non smette mai di stupire i suoi telespettatori e quest’anno per il suo programma di punta, Otto e mezzo, che andrà in onda a partire dal 15 settembre, sfodera una nuova coppia di giornalisti: Lilli Gruber, volto storico dei telegiornali della Rai e prima donna in Italia a condurre un tg in prima serata, e il meno noto Federico Guiglia, giornalista de Il Giornale dai tempi del compianto Indro Montanelli.

Una coppia di conduttori preparati, che animeranno il dibattito politico italiano, e non solo, anche grazie al fatto che sono di due “credi politici” nettamente opposti: Lilli “la rossa” di nome e di fatto, dopo aver denunciato la carenza di libertà d’informazione in Italia, nel 2004 si candida con la coalizione Uniti nell’Ulivo alle elezioni per il Parlamento europeo; Federico Guiglia, invece, oltre alla carriera giornalistica si è cimentato nella scrittura di due libri che non lasciano dubbi sulle sue preferenze politiche (“Gianfranco Fini-Cronaca di un leader” e “Dall’esilio cubano sette storie contro Fidel”).

Come noi di DM avevamo già anticipato in questo post, la Gruber stamattina ha finalmente ufficializzato il suo impegno con La7 e lo ha fatto dalle pagine del suo sito internet, spiegando ai suoi elettori la decisione di non ricandidarsi più alle Europee del 2009 e il suo desiderio di ritornare ad occuparsi della sua più grande passione: il giornalismo.


5
agosto

DARIA BIGNARDI E MAURIZIO CROZZA TRASLOCANO. LA CHIABOTTO A “CONTROCAMPO”. CAMBIAMENTI A “LE IENE”

Rumors @ Davide Maggio .it

E’ notizia fresca fresca. La7, in barba a tutti coloro che prevedevano la soppressione de Le Invasioni Barbariche e Crozza Live, dà il benservito spostando le due produzioni in studi più grandi di quelli che sino ad ora hanno ospitato i programmi di Daria Bignardi e Maurizio Crozza. Si dice, infatti, che ci siano trattative in corso con i ”fortunatissimi” Studi Robinie di Cologno Monzese che prenderebbero il posto dei CineVideoStudio di Via Goacchino Belli a Milano (roccaforte di MTV).

Tira aria di cambiamenti anche nella produzione de Le Iene. Si mormora che per il programma di Italia1, insieme al conduttore (al momento, dopo il “falso allarme” Teo Mammucari, sembra sia la volta di Fabio De Luigi) siano pronte altre sostituzioni eccellenti. Una su tutte il regista.

Sembra che la prossima presenza femminile di Controcampo debba essere Cristina Chiabotto, pronta a prendere il posto, secondo il settimanale Chi, della uscente Elisabetta Canalis.

Sempre a La7, alle voci che volevano Lucia Annunziata ad Otto e Mezzo, seguono in questi giorni quelle che vedrebbero in pole position Lilli Gruber che si approprierebbe così della poltrona che fu di Ritanna Armeni.





16
luglio

LA7: UN AUTUNNO STELLA E STRISCE

Giovanni Stella (AD La7) @ Davide Maggio .it

I nuovi vertici di Telecom Italia Media staranno gongolando.  La crisi del settimo anno sfociata nelle dimissioni di Antonio Campo dall’Orto da AD della società, che tanto dispiacere hanno causato al fedelissimo pubblico di nicchia dell’emittente, ha aperto la strada ad una nuova linea editoriale. Quella linea editoriale che dovrebbe “popolarizzare” La7 togliendole la poco redditizia etichetta di “tv dei fighetti” .

L’assurdo, però, sta nel fatto che la Rete si è attestata nell’ultimo semestre al 3,1% di share nell’intera giornata e, pur senza aver dato il via allo “Sfighettamento”, il proprio record l’ha raggiunto nel mese di Giugno con il 3,3%, allargando il proprio bacino di contatti in tutte le fasce, con particolare riferimento al prime time. Sintomo che Giovanni Stella (nella foto) & Co forse non avevano tutti i torti.

 L’obiettivo di LA7 sarà quello di puntare alla crescita cercando di intercettare fasce sempre più vaste di pubblico. La7 tenderà ad essere sempre di più un luogo accogliente per i suoi telespettatori, con programmi nuovi e nuovi personaggi, senza che questo significhi rinunciare al proprio DNA, confermando anzi quei valori che l’hanno sempre contraddistinta: il pluralismo, la diversità di opinioni, la creatività e l’etica delle persone che la compongono; tutte doti che le consentono di rinnovarsi anno dopo anno.

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18
giugno

SETTEMBRE 2001 – SETTEMBRE 2008 : CRISI DEL 7° ANNO PER LA7

La7 @ Davide Maggio .it

E’ stata definita, con una pizzico di fastidio, la tv dei fighetti.

Ed in effetti La7, nata dalle ceneri di TMC nell’estate del 2001, ha ritoccato, di anno in anno, la propria linea editoriale sino ad arrivare all’apoteosi del radical-chic con la programmazione degli ultimi anni.

Una programmazione che ha mantenuto altissimo il profilo della qualità ma che, per gli stessi motivi, ha condannato La7 a diventare una TV per un pubblico quasi con la puzza sotto al naso.

Un progetto straordinariamente “fallimentare” quello del geniale Antonio Campo Dall’Orto. Geniale per riuscire a caratterizzare in maniera singolare ciascuna cosa a cui decida di metter mano. Straordinario per aver fatto di una piccola emittente un concentrato entusiasmante di qualità ed eleganza e per aver osato facendo, in svariate occasioni, servizio pubblico non curante delle logiche commerciali proprie dell’emittente di via Della Pineta Sacchetti. Straordinario ma “fallimentare”, perchè un raffinato e costoso mix come quello di Campo Dall’Orto ha attratto un pubblico d’elite che poco ha a che vedere col target commerciale che avrebbe dovuto rappresentare una priorità per La7 che insieme alle ”sorella giovane” MTV avrebbe dovuto cercare dar vita a quel terzo polo televisivo che probabilmente non vedrà mai la luce. 

Il dietro-front era inevitabile. Proprio come accadde nel settembre del 2001 quando, dopo pochi mesi di prova in cui la neonata La7 si propose come una TV con caratteristiche simili a quelle attuali, dovette ripiegare su maratone televisive tutte fatte di call game e quiz telefonici per soddisfare i bisogni economici di cui necessita qualunque corposo progetto.

E così, dal prossimo autunno, la tv dei fighetti, sarà orfana, oltre che di Campo dall’Orto, anche di Markette e Crozza, solo per citare alcuni dei programmi soppressi, e a quanto pare anche delle Barbariche Invasioni di Daria Bignardi che potrebbe, a fine contratto (dicembre 2008, ndr), traslocare su RaiDue.

Peccato!

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14
febbraio

GIULIANO FERRARA DA’ IL SUO ADDIO A LA7 (CAUSA ELEZIONI)

Giuliano Ferrara @ Davide Maggio .it

Giuliano Ferrara ha partorito una decisione : la presentazione alle prossime elezioni di una lista che avrà nell’aborto, nella moratoria sulla legge che consente l’aborto, il proprio caposaldo. A prescindere da questa “gravidanza isterica” che sta ossesionando il noto giornalista, questo post vuole parlare, lasciando da parte la politica, delle conseguenze televisive che una scelta del genere ha comportato.

Come annunciato dallo stesso conduttore, infatti, Otto e Mezzo non potrà più contare dal prossimo lunedi sulla presenza di Giuliano Ferrara e vedrà la “povera” Ritanna Armeni da sola (in realtà solo per una settimana) alla guida del salotto politico de La7.

Peccato! Perchè Otto e Mezzo riusciva a proporre quotidianamente, con uno straordinario garbo, discussioni legate alla politica e all’attualità riuscendo a mantenere pacati i toni e, soprattutto, a dare al telespettatore la possibilità di valutare autonomamente le situazioni oggetto di discussione intorno alla “tavola rotonda” del talk show.

Un programma in perfetta sintonia con le scelte di un’emittente che, da subito, ha privilegiato la qualità e un modo di fare televisione che riesce ancora a discostarsi dall’involuzione del piccolo schermo italiano succube, ormai in maniera compulsiva, degli ascolti. Una televisione che non si preoccupa di rimanere di nicchia preferendo privilegiare dei principi mediatici che non possono, per quanto mi riguarda, non essere condivisi.

Ed Otto e Mezzo era e continua ad essere una delle migliori manifestazioni di questa politica mediatica.

Grazie ad una formula giusta ed equilibrata, Giuliano Ferrara e Ritanna Armeni sono riusciti a proporre, ogni sera, un piccolo esempio di buona televisione che ha visto nel confronto il proprio punto di forza. Un confronto che partiva dagli stessi conduttori che, essendo portatori di valori e idee decisamente diversi se non opposti, offrivano relativamente agli argomenti proposti una “visione dei fatti” mai univoca. Un caso più unico che raro in un panorama televisivo fortemente politicizzato e sicuramente fazioso nei confronti di questo o di quell’altro schieramento politico.

Ma “all good things must come to an end”, direbbe qualcuno. E questa volta dobbiamo rinunciare, proprio durante la campagna elettorale, a quel singolare e stimolante contraddittorio che solo la coppia Ferrara-Armeni riusciva a mettere in… onda!


8
dicembre

LUTTAZZI CACCIATO, UN EPURATO AL QUADRATO!

Daniele Luttazzi @ Davide Maggio .it

Solo poche puntate, ma forse anche troppe, ed è arrivato lo stop anche da La7 che ha messo la parola FINE al Decameron di Daniele Luttazi, disepurato proprio dall’emittente del gruppo Telecom.

Un’infelice quanto squallida sequenza di battute nei confronti di uno dei volti storici di La7, Giuliano Ferrara, è costata cara a colui che crede di rappresentare il miglior esempio di satira vivente ma che, in realtà, non riesce a far altro che creare cloache televisive che, a quanto pare, iniziano a stancare paritariamente entrambe le fazioni politiche, principale bersaglio dell’epurato al quadrato Luttazzi.

Perfette le parole di Maria Volpe del Corriere della Sera che scrive “quando la satira diventa offesa, volgarità, insulto irriferibile, la libertà non c’entra più nulla“.

Ed infatti il problema non è più (e forse non lo è mai stato) incentrato su libertà o non libertà della satira ma, più semplicemente, sul buon gusto e, ancor di più, sul rispetto delle persone.

Un rispetto che Luttazzi non ha mai avuto ma che ha sempre preteso, riempendosi la bocca di libertà e principi costituzionalmente garantiti ma ignorando del tutto che anche la libertà dei singoli incontra un limite intrinseco nella dignità, onorabilità e rispettabilità altrui, altrettanto garantite costituzionalmente.

Valori che, per Luttazzi, hanno rappresentato e, a quanto pare, continuano a rappresentare un optional, come se gli altri non avessero gli stessi diritti di chi si cela dietro quella che, per Luttazzi, sarebbe la satira.

Nonostante tutto, gli era stata data una seconda chance probabilmente forti o quanto meno fiduciosi, in quel di La7, dell’indiscutibile audience che l’antiberlusconismo attira anche, e forse soprattutto, quando si superano certi limiti.

Viene, però, il sospetto che questi limiti siano stati superati in maniera subdola e deliberata.

Forse consapevole degli scarsissimi risultati di questo tanto desiderato ritorno (da chi, poi, non si capisce, visti gli ascolti), Luttazzi potrebbe aver rivalutato la propria situazione da epurato e, dunque, perchè disturbarsi a mantenere un certo aplomb quando inveire, insultare, imprecare, giocando con immagini ricorrenti a dir poco ributtanti può portare il “comico” a crearsi una nomea di ripudiato, di epurato da un regime soppressivo che tende a castrare la satira?

Perchè limitarsi se questo lo può portare a riempire teatri e a raddoppiare le vendite dei prodotti collegati alla sua attività?

Crearsi un’immagine a spese della reputazione altrui, entrare nel mito ed avere un ritorno economico insperato potrebbe essere in realtà l’obiettivo di un comico che porta inesorabilmente i dirigenti a liberarsi di lui.

Non la ricerca della verità, nè tantomeno di libertà. Una manovra. Come tante altre, anche se decisamente sopraffina.

Se così non fosse, oltre ad essere un comico irrispettoso, di cattivo gusto ed epidermicamente repellente, Daniele Luttazzi sarebbe inevitabilmente anche un idiota.

E naturalmente questo lo dico in totale libertà, la sua!


16
agosto

LA SECONDA SERATA DI LA7 A GIANNI BONCOMPAGNI?

Gianni Boncompagni @ Davide Maggio .it

L’ho sempre annoverato tra i più originali e singolari ideatori che la televisione italiana potesse vantare.

Un artista come pochi che e’ riuscito a creare trasmissioni che non hanno tardato a divenire oggetti di culto.

Una firma riconoscibilissima quella che Gianni Boncompagni imprime ad ogni suo programma e che, se presa nelle giuste dosi, riesce a sortire l’effetto principale di tutte le sue creazioni, ossia riuscire a distogliere la mente dai problemi quotidiani dispensando ”pillole di divertimento” accompagnate dai motivetti piu’ disparati che arrivano a logorare (nel senso più positivo possibile) il cervello di qualsivoglia telespettatore.

Se proprio si vuole andare a trovare il pelo nell’uovo, a connotare negativamente l’inventore di Non e’ la Rai c’e' una poca elasticita’ che non gli consente di adattare la proprie idee alle “mutate esigenze televisive”. Come non ricordare l’abbandono, due anni fa, di Domenica In dopo una prima deludente puntata che non riuscì a riportare agli onori delle cronache le vecchie edizioni (1987-1990) del contenitore domenicale di RaiUno?

Ma la grandezza dell’autore aretino sta, tra l’altro, nel non voler essere presente a tutti i costi ma nel proporsi quando ritiene d’avere tra le mani qualche idea vincente. Se ne perdono le tracce per anni ma bisogna esser sempre pronti a ritrovarlo in prima fila.

Una mente settantacinquenne che continua a produrre.

L’ultima notizia sarebbe quella di un ritorno di Gianni Boncompagni il prossimo autunno quando dovrebbe “occupare” la seconda serata di La7 orfana di un Piero Chiambretti  che, tutto dedito alla preparazione della 58^ edizione del Festival di Sanremo, non tornerà in video con Markette prima di Gennaio 2008.