Joi



1
dicembre

V – VISITORS, LA SECONDA E ULTIMA STAGIONE SU JOI

V - Visitors

Arriva questa sera su Joi di Mediaset Premium la seconda stagione di V – Visitors, il remake targato ABC della serie americana trasmessa negli anni ‘80. Seconda ma anche ultima chance per Anna e la Quinta colonna che in soli dieci episodi dovranno riuscire a portare a termine tutti i fili della trama.

La storia riprende dall’agente Erica Evans che, dopo aver distrutto le uova deposte per dar vita all’esercito alieno, scopre la ragione per la quale il cielo si era tinto di rosso e quindi le vere intenzioni di Anna e dei visitors. Anna intanto dovrà guardarsi da Chad Deckers: il giornalista portavoce dei visitors si rende conto di essere vittima di manipolazioni e decide di unirsi alla Quinta Colonna.

Gli alieni hanno le ore contate. E se da una parte le scene d’azione continueranno a latitare, la seconda stagione di V sarà resa più interessante dal ritorno di alcuni dei volti storici del cast originale. Già nei primi episodi rivedremo Diana, la madre di Anna, che porterà in scena un delicato rapporto madre-figlia.

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11
aprile

MEDIASET PREMIUM: PUBBLICITA’ ANCHE ALL’INTERNO DEI PROGRAMMI, HIRO OSCURATO PURE DURANTE LA SERIE B.

Claudio Amendola e Luca e Paolo

Claudio Amendola e Luca e Paolo

Poco meno di un mese fa è successo l’inaspettato su Mediaset Premium: uno dei punti a favore della pay tv di Cologno era infatti la totale assenza di spot all’interno di film e telefilm sui canali Joi, Mya e Steel (ma non tra un programma e l’altro). Se i film, almeno per il momento, rimarranno “vergini” (come sulla piattaforma satellitare di Murdoch d’altronde), lo stesso non si può certo dire per le serie, quantomeno quelle di maggiore ascolto.

Per festeggiare la primavera, sui tre canali “fiore all’occhiello” di Premium, Mediaset ha ben pensato di inserire uno slot pubblicitario all’interno dei vari telefilm, dalla durata variabile di circa due minuti . Per alcuni sarà semplicemente una “bazzecola” sulla quale si può tranquillamente soprassedere, per molti altri invece sarà semplicemente il preludio al peggio.

L’assenza di interruzioni all’interno di un programma era proprio uno dei tanti leitmotiv acchiappa-abbonati che Mediaset (così come Sky agli esordi) ha ripetutamente utilizzato nella battaglia contro Sky, colpevole di riempire la propria programmazione con un quantitativo eccessivo di pubblicità. Eppure fu proprio Piersilvio Berlusconi a dichiarare a Il Giornale (dicembre 2009):

“Semmai stiamo pensando di adeguare i listini. Sugli altri canali pay – ricordando che per scelta il nostro affollamento pubblicitario è basso – confermo che a differenza della concorrenza noi non interrompiamo mai i programmi.


3
febbraio

JOI E FOX SI SFIDANO A COLPI DI PRIME TV TRA SERIE DI SUCCESSO E INTERESSANTI DEBUTTI.

Raising Hope

Una serata di prime visioni, una sfida tra canali pay e tra serie tv differenti per caratteristiche, con un unico comune denominatore: Americans do it better, in materia di lunga serialità gli Americani sono maestri! Gli appassionati del genere avranno l’imbarazzo della scelta, il prime time odierno propone episodi inediti di ben quattro telefilm: su Joi andranno in onda la terza stagione di The Mentalist e la prima (e unica) di Undercovers, Fox risponde con la staffetta tra la seconda stagione di Modern Family e il debutto di Aiutami Hope. 

Entrambi i canali, dunque, affiancano un prodotto nuovo di zecca ad un successo già consolidato. Partendo dalle proposte del canale satellitare, c’è grande curiosità per Aiutami Hope! (titolo originale Raising Hope!), programmata alle 21.50: si tratta di una sit com ideata da Greg Garcia  che racconta  la vita di Jimmy, un uomo che dopo aver passato una notte con una misteriosa ragazza, di cui non conosce nemmeno il nome, scopre che questa è Lucy, pericolosa serial killer ricercata dalla polizia. Il frutto di quella notte di sesso è Hope, una bambina che verrà affidata al padre e alla sua stramba famiglia (composta dai giovani genitori di Jimmy e dalla bisnonna affetta da demenza senile) dopo l’esecuzione della condanna a morte di Lucy sulla sedia elettrica. 

Si tratta di una serie legata a doppio filo con My name is Earl: oltre ad avere lo stesso ideatore, si possono trovare diversi riferimenti alla sit com trasmessa da Italia1 e appariranno come guest star anche Jason Lee (nel decimo episodio) e Darnell Turner, il “Gamberone” (nel dodicesimo). La serata di Fox proseguirà alle 22.25 con l’inedita seconda stagione di Modern Family: rivedremo le gag della famiglia Pritchet. Tra le puntate più divertenti, quello in cui i protagonisti saranno alle prese con un terremoto. Sia Raising Hope che Modern Family sono stati rinnovati per una nuova stagione rispettivamente dalla FOX e dalla ABC. 





16
dicembre

PARENTHOOD: DA QUESTA SERA SU JOI LE VICENDE DELLA FAMIGLIA BRAVERMAN CON IL RITORNO DI “LORELAI GILMORE”

Parenthood

Sembra davvero un prodotto di buon livello, quello proposto a partire dalle 21.00 di questa sera dal canale digitale Joi: un regista come Ron Howard (uno che di famiglie se ne intende, avendo interpretato l’indimenticabile Richie Cunningham, il figlio che tutta l’America avrebbe voluto avere), due attori già conosciuti ed apprezzati come Peter Krause (Six feet under e Dirty Sexy Money) e Lauren Graham (Una mamma per amica) e una sigla “cult” come Forever young di Bob Dylan.

Sono questi gli ingredienti di Parenthoodtermine inglese che indica la condizione di essere genitore – l’ennesima storia familiare sviluppata in una serie televisiva made in USA. Parenthood è un’idea di Ron Howard datata 1989 che prende le sembianze di un family drama dopo esser stata declinata in un lungometraggio dall’omonimo titolo (1989) che gli adattatori italiani hanno tramutato in “Parenti, amici e tanti guai” e in una non indimenticabile situation comedy dell’anno successivo (titolo italiano “Fra nonni e nipoti”) trasmessa da Rai1 nel 1990 e replicata da Joi – con il chiaro scopo di avvicinare il pubblico del digitale a questa nuova versione – nel luglio di quest’anno.

Il nucleo familiare raccontato da Parenthood è quello della famiglia Braverman con tre generazioni a confronto: i due genitori settantenni, quattro figli ormai adulti e sposati – che oscillano tra i trenta e i quaranta – e i nipotini. Sembra un copione scontato, con una trama che oscilla tra la comicità di Modern Family e le riflessioni di Brothers and Sisters (il New York Times l’ha definito una “copia” di quest’ultima), in realtà i punti di forza della serie che debutta questa sera sono le caratterizzazioni dei personaggi principali, in particolare di Adam (Peter Krause) – un padre apparentemente perfetto alle prese con la sofferenza di un figlio autistico – e Julia (Erika Christensen), avvocato di successo e punto di riferimento della proprio nucleo familiare, sostenuta da un marito che si occupa di compiti tipicamente femminili come l’accudire la figlia di 5 anni o la cura della casa.


14
novembre

LEVERAGE: IL DEBUTTO AMERICANO DI ELISABETTA CANALIS. DA STASERA SU JOI TORNANO LE “CONSULENZE ILLEGALI”

Leverage: la terza stagione vede l'ingresso della Canalis

Saranno state le indimenticabili performance offerte in film da Oscar come “La fidanzata di papà” o “La seconda volta non si scorda mai” o, molto più maliziosamente (e probabilmente), la love story da copertina con George Clooney a far entrare Elisabetta Canalis nel magico mondo della serialità americana. In ogni caso noi italiani potremo apprezzare la recitazione della velina più popolare di tutti i tempi ed inorgorgoglirci nel vederla accanto a Timothy Hutton (premio Oscar nel 1981) a partire da questa sera alle 21.30 su Joi.

Aldilà delle facili ironie sulla partecipazione della nostra Elisabetta, Leverage – Consulenze illegali è una serie che nasce sulla base di una buona idea autoriale: un gruppo di truffatori professionisti “fanno squadra” per aiutare chi è stato vittima delle speculazioni finanziarie delle multinazionali, riducendosi in miseria. Le prime due stagioni della serie tv (prodotta dal network americano TNT) sono state trasmesse anche in chiaro, riscontrando un tiepido successo di pubblico, anche da La7.

Questa sera debutterà la terza stagione nella quale la nostra connazionale vestirà i panni di una donna intrigante e misteriosa, soprannominata dal team  ” l’italiana“. Il video della premiere di Elisabetta (per vederlo clicca qui) è stato cliccatissimo su youtube ed ha provocato recensioni contrastanti: c’è chi ha definita “a disagio” con la lingua del fidanzato e chi ha ironizzato sulla sua espressività in scena, ma il collega Timothy Hutton è stato benevolo con la ragazza ed ha elogiato il suo impegno nel nascondere l’accento italiano“.





28
ottobre

RUBICON: IL THRILLER COSPIRATIVO MADE IN USA DEBUTTA SU JOI.

Rubicon serie joi

Dopo The Event, (senza dimenticare Flash Forward e 24) gli “aficionados” del genere cospirativo made in Usa si preparano al debutto di una nuova serie tv statunitense che Joi, il canale pay di Mediaset Premium, propone in prima tv da stasera, per ogni giovedi alle 21. Parliamo di Rubicon, il thriller cospirativo creato da Jason Horwitch, prodotto dall’American Movie Classics e trasmesso dal canale via cavo AMC a partire dal 1° agosto 2010.

Ambientata in un’agenzia governativa di New York, la API, la serie in 13 episodi vede al centro delle vicende Will Travers (James Badge Dale, già visto in The Pacific e The Departed), un giovane analista che ha alle spalle un passato difficile: la moglie e la figlia sono morte nell’attentato terroristico dell’11 settembre. Insospettito da strane coincidenze, Will scopre che l’American Policy Institute, è in realtà una società segreta che cospira dietro le quinte del mondo politico, con l’obiettivo di manipolare eventi su scala mondiale. In seguito alla morte del suo capo, nonché ex suocero, Will si ritrova a capo del team di studiosi e, suo malgrado, invischiato all’interno di una di queste cospirazioni dove niente è come appare.

Tutto comincia da un “normalissimo” cruciverba: “cosa mangiano le larve dei lapidotteri fortunati?”, è questa la definizione-chiave da cui tutto parte, il fatidico “punto di non ritorno”, sottinteso nello stesso titolo, Rubicon, che richiama l’evento storico del 49 a.C. in cui Cesare, di ritorno dalla Gallia, attraversò il fiume Rubicone scatenando cosi la guerra civile; “il dato è tratto” in questo caso, nel momento in cui Will accetta l’incarico.

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21
settembre

THE EVENT: ARRIVA SU JOI IN CONTEMPORANEA CON GLI STATES LA SERIE TV “EVENTO” DELLA STAGIONE.

The Event

Il countdown sta per terminare. Dopo una massiccia campagna pubblicitaria,  arriva l’ “evento” più atteso dagli aficionados della fiction made in Usa. Parte stasera, infatti, alle 21.00 su Joi, The Event, la nuova serie televisiva americana targata NBC che strizza l’occhio ai nostalgici di Lost, proponendosi come degno sostituto della serie che ha lasciato con il fiato sospeso, per ben 5 anni, i telespettatori di mezzo mondo.

Quasi in contemporanea con gli States per ovviare al rischio spoiler, il canale a pagamento di Mediaset Premium propone (a distanza di un solo giorno rispetto agli Usa), la puntata pilot in lingua originale con i sottotitoli in italiano, mentre le puntate doppiate andranno in onda a partire dal 28 settembre. Un metodo già sperimentato da Sky proprio con Lost, trasmesso in Italia su Fox HD solo dopo 24 ore dalla trasmissione americana. In seguito la serie andrà in onda ogni martedì con due episodi, uno in originale con i sottotitoli, l’altro, doppiato, ripreso dalla settimana precedente. The Event è un thriller cospirativo incentrato sulla vita di Sean Walker (Jason Ritter), un ragazzo che, indagando sulla misteriosa scomparsa della sua fidanzata Leila (Sarah Roemer), finisce per svelare involontariamente la più grande cospirazione della storia degli Stati Uniti. Sean si troverà a fronteggiare una serie infinita di misteri ed entrerà in contatto con persone di ogni tipo, dal Presidente americano Elias Martinez (Blair Underwood) a Sophia Maguire (Laura Innes), fino al padre di Leila (Scott Patterson). Ma come recita il promo della serie, né il complotto contro Sean, né la scomparsa di Leila sono l’Evento.

Un misto di giallo, thriller, romanticismo e un pizzico di fantascienza, grazie al sussegursi di enigmi, misteri, cospirazioni ed intrighi, che promette di lasciare i fans del genere incollati al teleschermo. Già paragonato dalla critica americana proprio alla serie televisiva creata da J.J. Abrams, a causa del frequente ricorso a flashback e all’elevatissimo di eventi misteriosi, The Event si differenzia dalla serie “sui naufraghi”, per una trama complessa in cui, però, ogni enigma trova una risoluzione quasi immediata, lasciando il posto ad nuovo ed appassionante mistero.

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4
marzo

V – VISITORS: GLI ALIENI VENGONO IN PACE DA STASERA SU JOI

“Porteremo la cura per gravi malattie, porteremo tecnologie che miglioreranno il vostro modo di vivere, porteremo la pace in ciascuna Nazione  del vostro Pianeta. Siamo i Visitors.  Veniamo in pace. Sempre”. Con questo ambizioso proclamo Anna, leader del popolo dei Visitors, annuncia il pacifico arrivo degli alieni sulla Terra. Ma questo è solo l’inizio…

Ebbene sì, anche in Italia, da stasera ore 21 su Joi sbarcano i Visitors. Il telefilm, dal semplice titolo V, è il remake del famosissimo Visitors e ha debuttato lo scorso novembre negli USA, con le prime quattro puntate della stagione, con discreto successo. A differenza dell’originale, che in Italia andò in onda per la prima volta il 7 ottobre del 1985 su Canale 5, i nuovi visitors non indossano nè divise, nè tanto meno usano armi o minacciano guerra. I nuovi visitatori “vengono in pace”, i loro intenti di conquista si celano dietro uno straordinario padroneggiamento dei media e del marketing che porta gli individui ad esser devoti al loro popolo.

Proprio l’efficacia comunicativa e la devozione, con i Visitors che quasi si ergono novelli Messia, sono gli aspetti che colpiscono nell’avvincente pilot. Una puntata, quella che apre la serie, dotata di un’elevata tensione narrativa che si acuisce man mano che si fa conoscenza dei Visitors e si scopre che, in realtà, la loro visita è cominciata già molti anni addietro. Sì, i Visitors erano già sulla Terra a occupare posizioni di potere,  nascosti nell’ombra e pronti ad agire al momento opportuno. E così viene da chiedersi se 11 settembre, corruzione, decadenza della morale, siano le conseguenze di un disegno di conquista da parte degli alieni. Facile allora vedere, a livello macro, nei rettili invasori una metafora della società occidentale che ipocritamente si propone di risolvere problemi e nefandezze da essa stessa causati e alimentati di continuo. C’è, poi, chi ha visto nei Visitors, e nel loro obiettivo di garantire la “sanità per tutti”, una stoccata all’amministrazione Obama.