Isola Fiorita



22
maggio

CUCINE DA INCUBO AL CAPOLINEA, L’ISOLA FIORITA RINNOVATA DA ANTONINO CANNAVACCIUOLO

Cucine da Incubo Italia - seconda puntata

Prima dell’inizio di questo post, ci teniamo a sottolineare che alla redazione di DM piace mangiare. E va bene, forse siamo anche un tantino schizzinosi, ma stavolta non abbiamo avuto il coraggio di provare per voi la seconda delle Cucine da Incubo italiane, che, nella puntata di stasera su Fox Life alle 21:55,  Antonino Cannavacciuolo tenterà di trasformare in un sogno. Gli scarafaggi ci hanno fatto optare per la strada della prudenza. Nel senso che ci fidiamo dello chef pluristellato, ma è sullo scarafaggio che nutriamo qualche dubbio. Mettete si sia trovato bene e abbia consigliato il posto ad amici e familiari!?

Siamo a Milano. Zona Navigli. E’ qui che c’era una volta L’Isola Fiorita, una risoteca – gnoccoteca dove gustare riso e gnocchi dai mille condimenti. E alla parola “condimenti” un brivido ci corre lungo la schiena. Che il riso è un po’ come le polpette, alla fine non si capisce mai fino in fondo cosa ci mettono dentro. Senza voler troppo infierire, possiamo supporre che prima dell’intervento di Cucine da Incubo, il ristorante non fosse un amico intimo dei NAS. Nemmeno su Facebook. Al massimo li seguiva su Twitter, ma solo per sapere se fossero in zona!

Comunque, a differenza della prima puntata dove i problemi di Pane & Olio di Roma (qui, la nostra esperienza) erano più che altro di livello imprenditoriale, nella seconda puntata Cannavacciuolo se la dovrà vedere oltre che con l’igiene anche con una serie di dinamiche tra madre e figlio che lavorano insieme nel ristorante. La madre eccentrica e accentratrice, il figlio succube e indifeso. Che probabilmente è il motivo per cui non c’è nessuna nuora a lavorare nel ristorante. Siamo anche un po’ sentimentali, qui in redazione. E’ un grande lavoro quello che stasera aspetta lo chef, anche perché, a livello psicologico, non è facile far tornare clienti in un posto dopo aver mostrato lo stato in cui erano ridotte le cucine. Sarà sufficiente il cambio del nome, da L’Isola Fiorita a Trattoria Al Capolinea, una sistemata all’arredamento e un’iniezione di autostima al figlio per risollevare le sorti del ristorante?

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