Il mondo e le sue sfaccettature viste dall’occhio di una telecamera, con lo sguardo attento e disincantato di Pif. La ‘formula segreta’ de Il Testimone è sempre quella: far sorridere e riflettere mostrando al pubblico alcune storie di vita vissuta che hanno come protagonisti personaggi famosi o gente comune. Da lunedì prossimo, 4 marzo, il programma di Pierfrancesco Diliberto tornerà in onda su Mtv alle 22.50 con sedici nuovi appuntamenti. Alla vigilia del debutto, abbiamo intervistato l’ex iena, che dopo cinque stagioni non ha perso la voglia di indagare la realtà a modo suo.
Qual è il motore di tutto?
E’ la curiosità. Quando giro Il Testimone faccio delle domande che nella vita non porrei mai, perché in realtà sono un tipo abbastanza timido. La telecamera però mi permette di superare l’imbarazzo, secondo un meccanismo molto noto nel mondo dello spettacolo.
Nei sedici appuntamenti in programma verranno affrontati vari argomenti. Tra tutti, ne hai uno particolarmente a cuore?
In ogni edizione ho sempre realizzato una puntata sulla mafia perché è una cosa che mi tocca particolarmente, essendo io palermitano. Raccontare in tv le storie di chi non paga il pizzo o si ribella alla criminalità organizzata è anche un modo per far capire che queste persone non sono sole e che i mafiosi sono al centro dell’attenzione. Poi, se tra un’edizione e l’altra mi capita di leggere un articolo interessante o di vedere un servizio curioso al tg, anche questo può diventare uno stimolo… Non c’è un ordine preciso nella scelta degli argomenti.
Hai debuttato come Iena ed ora fai il Testimone su Mtv. C’è continuità tra le due esperienze?
A Le Iene mi ero stancato di fare le candid, dopo tanti anni non mi divertivano più. Però non avrei potuto fare Il Testimone se non avessi intrapreso quell’esperienza, che mi ha insegnato ad affrontare la realtà in un determinato modo, cioè riprendendo e raccontando tutto quello che succede, anche ‘dietro le quinte’.