Giorno del Ricordo



9
febbraio

GIORNO DEL RICORDO 2014: LA PROGRAMMAZIONE DELLA RAI

Foibe - Giorno del Ricordo 2014

Domani, lunedì 10 febbraio, si celebra il Giorno del Ricordo, una giornata dedicata alle decine di migliaia di italiani che fra il 1943 e il 1947 furono perseguitati e costretti a lasciare le loro case in Istria e Dalmazia e ai molti altri fucilati e gettati nelle voragini carsiche perché considerati “nemici del popolo” dalle milizie partigiane del maresciallo Tito. Una giornata istituita con la Legge N.92 del 30 marzo 2004 per conservare e rinnovare la memoria di una tragedia troppo a lungo coperta dal silenzio. Come ogni anno la Rai proporrà una programmazione speciale, fatta di documentari, inchieste, programmi di approfondimento e fiction dedicati ad una delle pagine più buie della nostra storia.

Giorno del Ricordo 2014 – L’informazione Rai

Ruolo centrale nelle celebrazioni della ricorrenza sarà giocato dall’informazione Rai. Oltre alla copertura di RaiNews24, anche i Tg si occuperanno della celebrazione nelle varie edizioni e nelle rubriche. Il Tg2 lunedì 10, alle 10.00, dedicherà uno spazio all’interno di Tg2 Insieme. Ampia copertura informativa anche da parte del Tg3, che ricorderà la giornata con servizi nelle varie edizioni dei telegiornali, e dalla TGR. In particolare, TGR Friuli Venezia Giulia dedicherà spazio all’evento in Buongiorno Regione, nei Telegiornali, nei Giornali Radio e nella rubrica a diffusione nazionale televisiva EstOvest.

Giorno del Ricordo 2014 – La programmazione di Rai1 – Magazzino 18

Rai1 celebrerà la ricorrenza con Uno Mattina. In seconda serata, alle 23.20, Porta a Porta presenterà l’inedito spettacolo di Simone Cristicchi dal titolo Magazzino 18, scritto con Jan Bernas e diretto da Antonio Calenda. Il monologo sarà recitato e cantato da Cristicchi con l’Orchestra Sinfonica e il Coro dei bambini del Friuli Venezia Giulia, dedicato ai 350.000 Italiani di Fiume, Istria e Dalmazia che, all’indomani del Trattato di pace del 1947, abbandonarono i propri beni per avventurarsi verso un’Italia disastrata piuttosto che restare, estranei, nella Jugoslavia di Tito, una terra di violenze e soprusi che non riconoscevano più.