Gina Nieri



28
marzo

Mediaset, i compensi dei top manager: Confalonieri record con 9,5 milioni. A Berlusconi 1,7

Piersilvio Berlusconi, Felede Confalonieri

Il Paperone della governance Mediaset è sempre lui: Fedele Confalonieri. Con un compenso totale di oltre 9,5 milioni di euro, nel 2018 il Presidente del Biscione ha staccato di gran lunga l’AD Piersilvio Berlusconi, che si è ‘accontentato’ di 1,73 milioni. Il gruzzolo ottenuto dal numero uno dell’azienda comprende anche i 6,5 milioni di euro avuti a titolo di integrazione al trattamento di fine rapporto, dopo le sue dimissioni da dirigente comunicate lo scorso luglio. Confalonieri e Berlusconi, però, non sono gli unici manager Mediaset a percepire stipendi a sei zeri.




29
luglio

MEDIASET: CHIEDEREMO A SKY PAGAMENTO PER LA DISTRIBUZIONE DEI NOSTRI CONTENUTI FREE

Mediaset, protezione contenuti tv (QuiMediaset)

Chiederemo un accordo commerciale con Sky per riconoscere il valore dei contenuti free su piattaforma satellitare“. Il messaggio è stato chiarissimo e perentorio quanto basta: ultima chiamata per il colosso di Murdoch. A lanciarlo è stata il consigliere d’amministrazione Mediaset Gina Nieri nel corso di un workshop tenutosi ieri a Milano sul tema della protezione dei contenuti tv in un mondo che cambia. Argomento di scottante attualità, sul quale i vertici Mediaset hanno deciso di rompere gli indugi. Ora, infatti, agiranno in maniera formale anche sul fronte della pay tv.

La richiesta di accordo riguarderà infatti la retransmission fee, ossia il pagamento di un compenso per continuare a trasmettere i contenuti free sulla piattaforma di Murdoch.


12
aprile

DM LIVE24: 12 APRILE 2014. GINA NIERI (MEDIASET): GOOGLE, UN’ILLEGALITA’ ORGANIZZATA

Gina Nieri

Gina Nieri

Gina Nieri VS Google

Gina Nieri, Consigliere di Amministrazione di Mediaset è intervenuta all’interno di “Password” su RTL 102.5 parlando di pirateria .

Se noi pensiamo a mantenere la possibilità di godere di prodotti che siano libri, che siano musica, programmi TV, film, abbiamo bisogno di garantire la remunerazione delle persone che collaborano alla produzione di questi contenuti. La pirateria che è così forte come fenomeno e che purtroppo è costata negli ultimi anni 20 mila posti di lavoro in meno, e il fatto che si pensi che tutto ciò che si trova in rete è gratuito è qualcosa che sta minando alle fondamenta tutta l’industria della cultura e della produzione audiovisiva non solo in Italia, ma nel mondo. L’esigenza quindi è che anche su internet la legalità sia un bene da difendere perché se quando un ragazzo scarica illegalmente musica, film, programmi, non si rende conto che mette le basi per essere inibito nella sua possibilità un domani di essere uno che crea prodotti, musica, interpreta prodotti dell’ingegno.

Gli altri paesi sono messi meglio?

No, la rete, con tutte le cose positive che ha introdotto anche in stati che ne avevano bisogno in termini di libertà, però ha portato un concetto di gratuità e quello che fa arrabbiare e che è uno dei nostri tentativi di mettere riparo è che non è dovuto ai ragazzi che scaricano, ma a questo fenomeno della pirateria e facilitato da questi operatori globali di internet che poi lucrano su questa pirateria.

Noi abbiamo una causa monstre con Google, che mandava addirittura lo streaming del Grande Fratello senza riconoscere alla Mediaset alcun pagamento di diritto, così è per la musica, così è per i film. Dopodiché non è che il fatto che alcuni postino dei loro contenuti, dei loro video, o dei video piratati su Google è colpa di chi ce li mette perché poi Google vende pubblicitariamente i contatti ottenuti dalla visione dei video agli investitori pubblicitari. Quindi è un’illegalità organizzata.