Gigi Proietti non vuole parlare di confronti e paragoni ma, quando a marzo su Rai1 verrà trasmessa la miniserie L’ultimo Papa Re, saranno in tanti a tornare indietro con il pensiero e ricordare In nome del Papa Re, la pellicola del 1977 firmata da Luigi Magni con protagonista Nino Manfredi nei panni del celebre Monsignor Colombo. Il film, vincitore di ben tre David di Donatello ed emblema insieme a Nell’anno del Signore (1969) e In nome del popolo sovrano (1990) di quella cinematografia in grado di raccontare con schiettezza ed ironia i complicati rapporti tra il popolo, l’aristocrazia romana e il potere pontificio, ha, infatti, ispirato la miniserie Rai.
A distanza di 35 anni Monsignor Colombo è pronto dunque a tornare in tv con il volto e il talento di Proietti, uno dei pochi a non sfigurare nel confronto con Manfredi. L’attore romano, che il prossimo 17 febbraio sarà protagonista al Carlo Felice di Genova come narratore di Pierino e il Lupo di Prokofiev, però, non ama i confronti e sulle pagine de Il Giornale dichiara:
“Ah, la dannazione dei confronti! Inevitabili: siamo d’accordo. Ma forse inutili. Se ci fermassimo ai soli ricordi, finiremmo per dimenticare storie magnifiche che, invece, meritano di essere ancora raccontate…A parte che Nino era ciociaro il paragone fra me e lui neppure si pone. Con Manfredi non ho mai lavorato; umanamente l’ho conosciuto poco. Ma da semplice spettatore so che era grandissimo. Dunque non azzardo confronti. Anche se il figlio Luca, regista della miniserie, in proposito mi ha incoraggiato molto”.
Oltre che su Luca, Proietti può contare sulla fiducia della figlia di Manfredi, Roberta, produttrice della fiction con la sua Dauphine Film Company. Ma come sarà il suo Monsignor Colombo?