Gianluigi Paragone



7
ottobre

GIANLUIGI PARAGONE A DM: MI SONO ROTTO DEL TALK SHOW E DEI POLITICI CHE TIRANO IL GUINZAGLIO. TRA SANTORO E LA POLITICA HA VINTO SANTORO.

Gianluca Paragone, L'Ultima Parola

A voler fare il corsaro, Gianluigi Paragone si è trovato in mano la sciabola. Il suo programma L’Ultima Parola, infatti, sta mettendo a punto una formula sempre più tagliente, in grado di infilzare il vecchio concetto di salotto politico in tv. “Smetto i panni del giornalista di centrodestra e torno a fare il cronista” aveva annunciato il conduttore prima di lanciarsi all’arrembaggio. E così è stato. Ad un mese dal suo esordio, la trasmissione di Rai2 ha già mandato a ramengo l’attitudine dei politici al monologo, restituendo il microfono alla gente comune. Roba da far invida alle compiante scorribande di Michele Santoro. Senza fare il Paragone col teletribuno, si noti solo il titolo della puntata odierna dell’Ultima Parola (23.40, Rai2), che è tutto un programma: “Politici, ora basta!“. E, guarda caso, l’annunciata presenza in studio del sindaco leghista Attilio Fontana non è stata confermata. Ci saranno invece  Daniela Santanchè, Pietrangelo Buttafuoco, Maurizio Landini, Maurizio Zamparini e Luigi Furini.

Direttore, un netto cambiamento di prospettiva, annunciato e avvenuto, per la tua trasmissione. Come lo stai vivendo?

“Sono contento perché rischiamo di vincere la scommessa più azzardata, cioè quella di far sviluppare il racconto della politica dal pubblico e non dai politici, che hanno parlato per 15 anni. Penso che la politica si sia dimenticata della quotidianità di questo Paese, trascurando gli studenti, i lavoratori, gli imprenditori, i dipendenti pubblici e le famiglie… Noi portiamo in televisione le loro lamentele e chiediamo ai politici presenti di darvi una risposta“.

Credi che questa ‘inversione di rotta’ abbia in qualche modo spiazzato i telespettatori?

“No, il pubblico ha reagito bene e il programma ha fatto quello che doveva fare. Se analizziamo gli ascolti dei tre talk debuttanti, mi sembra che rispetto al programma di Banfi siamo andati decisamente meglio, mentre rispetto alla trasmissione di Formigli bisogna considerare che lui è durato un’ora in più rispetto alla nostra puntata d’esordio. Storia diversa è la seconda serata: grafici alla mano, noi prendiamo la rete al 3% e la riconsegnamo con una curva che è sempre sul 17-18%, e la media è del 10,5%. Questo nelle prime puntate, per il futuro mi tocco… (ride)”

Con questi risultati speri che L’Ultima Parola possa tornare in prima serata?

“Col senno di poi dico che il nostro è un programma che ha cambiato totalmente formula e punti di appoggio. E’ una trasmissione completamente diversa che cerca di destrutturare il concetto di talk show. Io mi ero rotto le scatole del talk e l’avevo detto sin dall’inizio. Poi, alla luce dell’ultima puntata, credo che la strada che stiamo seguendo sia giusta, anche se non siamo ancora arrivati a destinazione. Quando avrò terminato e messo in equilibrio quello che vuole essere L’Ultima Parola, allora chiederò all’azienda di appoggiare questo nuovo prodotto”.

In questo processo di rinnovamento stai attingendo solo da tue risorse o ti ispiri anche ad altri format? Qualcuno parla di “santorizzazione”…




2
ottobre

L’ULTIMA PAROLA: MAI PIU’ UN LEGHISTA DA PARAGONE. PAROLA DI UMBERTO BOSSI

Umberto Bossi e la guerra a L'ultima parola

L’ultima parola più che a Gianluigi Paragone stavolta spetta ad Umberto Bossi e per il talk show nato per fare da contraltare a Michele Santoro sono cavoli amari. Dal quartier generale della Lega Nord vento di guerra contro il conduttore de L’ultima parola, nonchè vicedirettore della seconda rete della tv di Stato. Il Senatur è stato chiaro, e un quotidiano amico come Il Giornale gli attribuisce questo monito:

Da Paragone non bisogna andarci, se qualcuno ci va è per farsi vedere, vuol dire che pensa a sé e non alla Lega.

A monte dell’improvviso cambiamento di rotta c’è il dietrofront di Paragone, d’ispirazione maroniana, che ha pubblicamente preso le distanze dalla recente politica della maggioranza, un esecutivo che naviga da mesi in acque sicuramente turbolente. Lui deluso dalla centralizzazione del partito che ha smarrito man mano la propria forza propulsiva contro i guai della politica italiana, loro delusi dalla sua disobbedienza e dal suo riversarsi nell’antipolitica generalizzando il malcontento.


14
settembre

L’ULTIMA PAROLA, GIANLUIGI PARAGONE: RACCONTERO’ LA CRISI DEL CENTRODESTRA. SANTORO? FATTO FUORI DALLA POLITICA

Gianluigi Paragone

Gianluigi Paragone gioca a carte scoperte. All’esordio della terza stagione del suo talk show, L’Ultima Parola, il giornalista di Rai2 mostra l’asso della schiettezza e non le manda a dire. Prima striglia il centrodestra, poi invita la Rai ad avera più coraggio, ed infine tende la mano a Michele Santoro: urca, qualcosa sta davvero cambiando. Quest’anno la sua trasmissione racconterà la crisi del mondo politico minuto per minuto, a cominciare dagli autogol della ‘premiata ditta’ Berlusconi & Bossi. Per farlo, ascolterà la voce degli “indignados” italici, cioè gli imprenditori, i giovani e gli operai, che oggi guardano al Palazzo con estrema delusione.

Rimetterò gli abiti del cronista, questa non è un’Italia da raccontare in giacca e cravatta” ha affermato il conduttore alla conferenza stampa di presentazione del programma. Poi, decrivendo la situazione politica attuale, ha ammesso:

Se devo dirla con una battuta, io ho fallito perchè ho puntato tutte le mie fiches su un progetto politico liberale e riformista che è entrato in crisi. Prima ho tifato perché convinto che le ricette fossero giuste e i direttori d’orchestra i migliori possibili, ora invece non regalo più ai politici di centrodestra una fiducia smisurata. Non divento di sinistra, resto convinto che il Paese vada cambiato con ricette di centro destra, ma poi non è colpa mia se la Lega non vuole tagliare le Province o se Berlusconi non fa una manovra di questo tipo”.

Una presa di posizione netta, espressione di quel “taglio critico” che L’Ultima Parola intende adottare nella sua terza edizione. Il programma, in onda da venerdì 16 settembre, avrà uno studio ed un format nuovi: quest’anno il pubblico in sala sarà composto soprattutto da giovani che interagiranno con gli ospiti politici e daranno voce alle problematiche della vita quotidiana. La puntata d’esordio vedrà protagonisti Roberto Formigoni, Matteo Salvini, Antonio Di Pietro, Maurizio Landini e sarà eccezionalmente trasmessa in prime time. Sul ritorno del talk show alle 23.30 a partire dal secondo appuntamento, Paragone ha espresso la propria delusione.





4
settembre

L’ULTIMA PAROLA: DOPO L’ESORDIO IN PRIME TIME PARAGONE TORNERA’ ALLE 23.30

Gianluigi Paragone

L’ultima parola spetta sempre ai vertici Rai. I quali, stavolta, hanno deciso di lanciare nella mazurka dei palinsesti ballerini anche l’unico talk show politico rimasto alla seconda rete. Occhio alla mossa: il programma d’attualità condotto da Gianluigi Paragone andrà in onda in prime time solo nella puntata di esordio di venerdì 16 settembre, poi, dalla settimana successiva, verrà nuovamente spedito in seconda serata. Come mai? L’inusuale giravolta insospettisce gli osservatori più attenti e, secondo alcuni, potrebbe addirittura nascodere risvolti politici.

Dopo la dipartita di Michele Santoro, il conduttore de L’Ultima Parola aveva chiesto al direttore di Rai2 Pasquale D’Alessandro di promuovere la sua trasmissione alla prima serata del venerdì. Tutto faceva pensare che la domanda fosse stata accolta, anche perché l’avvio del programma era stato fissato in prime time, con uno studio nuovo ed una rimpolpata squadra di autori. Di recente, lo stesso direttore della seconda rete aveva assicurato che l’informazione sarebbe rimasta un pezzo forte del palinsesto (leggi qui). Ma sorpresa (e contraddizione?): dopo l’esordio in pompa magna, si apprende che nella seconda puntata il talk di Paragone tornerà alle 23.35.

Il primo ad interrogarsi sulle motivazioni dello slittamento è il quotidiano Libero, di cui Paragone è editorialista, che oggi dà risalto alla notizia. Secondo il giornale diretto da Maurizio Belpietro ”qualcosa sta andando storto“ e forse - si lascia intendere tra le righe – qualcuno non ha digerito gli ultimi articoli del conduttore, critici nei confronti di un Pdl e di una lega che avrebbero deluso i propri lettori. Sarà un caso, ma pare che le quotazioni dell’anchorman in Rai siano calate proprio nelle ultime settimane.


31
agosto

RAI, IL PUBBLICO VOTA LA QUALITA’: PREMIATI REPORT, DANDINI E VESPA. KO SGARBI E L’ISOLA

Vittorio Sgarbi

I promossi li conti sulle dita di una mano. E già ti sembrano tanti. Per il resto, non ce n’è uno che si salvi dal severo giudizio del pubblico. Da Simona Ventura a Gene Gnocchi, fino a Giuliano Ferrara e Vittorio Sgarbi: tutti dietro alla lavagna, raus. Sorprendono e fanno riflettere i dati di un sondaggio realizzato dalla società Pragma, e segnalato sulle pagine web de La Repubblica, con l’obiettivo di monitorare il gradimento dei telespettatori rispetto ai programmi del servizio pubblico. La ricerca, commissionata dalla Rai, si è basa su un campione di 7 mila 558 interviste “in salotto” ed ha riguardato le trasmissioni andate in onda nella primavera 2011. Il pubblico, che è stato chiamato ad esprimersi sull’interesse e la qualità delle varie proposte televisive, non ha risparmiato valutazioni tranchant, sparando una raffica di voti a perdere.

Nell’analisi dei dati, che andiamo ora a scodellarvi, va tenuto presente che la sufficienza si attesta a quota 56 e che quindi solo i programmi al di sopra della suddetta cifra sarebbero da considerarsi ‘promossi’. Di conseguenza, balza subito all’occhio la nutrita schiera di trasmissioni (anche eccellenti) che secondo le stime Pragma gnaa’ fanno. L’Isola dei Famosi di Simona Ventura, ad esempio, viene impallinata da un modesto 40. Un’ingenerosa bocciatura del genere reality oppure no? La qualità del programma satirico L’almanacco del Gene Gnocco ristagna a 53, mentre ottengono consensi Blob (61) e Parla con me (66). Sorrideranno a La7, dove attendono a braccia aperte l’arrivo della conduttrice Serena Dandini.

Sul fronte dell’infotainment, fischi al fiasco di Ci tocca anche Vittorio Sgarbi (qualità 39) e ai monologhi del salottino colto di Qui Radio Londra (43). Ce la fa il Maurizio Costanzo Talk, con un giudizio di qualità pari a 58, mentre tengono botta L’ultima parola di Gianluigi Paragone (57) e Porta a Porta (61). Il programma di Bruno Vespa, schizza a quota 69 nella serata speciale dedicata a Giovanni Paolo II. Bene Ballarò e Annozero, rispettivamente 64 e 60 punti.





30
agosto

PASQUALE D’ALESSANDRO PUNTA SU CABELLO E FACCHINETTI: “SANTORO E VENTURA SONO DUE ASSENZE PESANTI. MINOLI E PARAGONE IN PRIMA SERATA”

Simona Ventura, Victoria Cabello, Francesco Facchinetti e Michele Santoro

Non sarà facile per Pasquale D’Alessandro, neodirettore di Rai2, raccogliere l’eredità di Massimo Liofredi: la sua rete affronterà la nuova stagione senza due jolly come Michele Santoro e Simona Ventura a trainare gli ascolti della prima serata. Da sempre divisa tra linguaggi innovativi e l’istituzionalità del servizio pubblico, la nuova Rai2 riparte da Francesco Facchinetti e Victoria Cabello: il primo proverà a rilanciarsi con Star Academy, al via il 27 settembre in diretta concorrenza con Baila di Barbara D’urso:

Sarei ipocrita se non dicessi che mi dispiace non aver ritrovato Santoro e la Ventura, due assenze pesantiha dichiarato Pasquale D’Alessandro all’Ansa. Ma sono stato felicissimo di aver trovato Facchinetti e la Cabello. Li avrei scelti anch’io. (Star Academy, ndr) è il papà di tutti i talent, una sorta di Operazione trionfo riveduta e corretta, con esibizioni collettive ed eccellenti ospiti musicali, italiani e stranieri. Ne abbiamo posticipato la partenza perché con Endemol stiamo riflettendo sulla giuria, che avrà un ruolo diverso rispetto a X Factor“.

L’ex vj di Mtv, invece, dovrà dimostrare di saper tenere il timone di Quelli che il calcio. Per lo storico contenitore domenicale di Rai2 si parla di un ritorno allo stile di Fabio Fazio, meno “caciarone” rispetto alle ultime edizioni condotte da Simona Ventura. La regia sarà affidata a Paolo Beldì, in omaggio alla tradizione, e per i collegamenti dagli stadi il programma si servirà non solo di inviati famosi, ma anche di gente comune.


26
maggio

RAI: SLITTANO LE PRIME NOMINE DI LORENZA LEI. SPUNTA L’IPOTESI PIROSO A BALLARO’

Lorenza Lei, DG Rai

Sembrava dovesse sistemare tutto in un istante, con ‘un poco di zucchero’ e una randellata a chi la meritasse. Roba che neanche Mary Poppins in versione power. Ma fare la governante a Viale Mazzini non è propriamente un gioco da ragazzi, e pare che il nuovo Direttore Generale della Rai se ne sia accorta suo malgrado. All’indomani della sua nomina Lorenza Lei si era detta pronta a rimettere in sesto la tv pubblica in tempi da record. Neanche venti giorni e oplà, l’azienda avrebbe iniziato a cambiare piega. Sulla sua scrivania erano già pronti pacchetti di nomine e direttive da impartire a destra e a manca. Ma ora, al primo banco di prova, ecco l’imprevisto. Gli ingranaggi del carrozzone radiotelevisivo si inceppano: la rivoluzione della Lei è rimandata, anzi ”slittata“.

Oggi il Cda di viale Mazzini avrebbe dovuto deliberare su una serie di nomine di prim’ordine, ma come sempre in Rai vigono equilibri, resistenze, ambizioni e tempi tecnici che frenano qualsiasi slancio decisionista. Secondo indiscrezioni, all’attenzione del Consiglio sarebbero dovuti arrivare i nuovi incarichi per Rai Fiction, Rai Cinema, ma anche per Rai1 e Rai2.  In particolare, secondo Il Giornale, nei piani del DG, il responsabile della prima rete Mauro Mazza potrebbe andare a Rai Fiction al posto di Fabrizio Del Noce e che la direzione del Tg2 potrebbe essere affidata a Susanna Petruni oppure a Gianluigi Paragone. Maria Pia Ammirati sostituirebbe il reintegrato Paolo Ruffini a Rai3.

In realtà quella della terza rete è una questione delicata. Il nuovo DG, infatti, avrebbe promesso al centrodestra di ridimensionare la corsara Rai3, ma l’impresa si sta rivelando più complicata del previsto. Giovanni Floris, che la Lei voleva spostare ad un programma economico, si sarebbe già rifiutato di trattare. Come riportato da Panorama, nelle intenzioni il suo Ballarò sarebbe potuto andare ad Antonello Piroso. Un niet è arrivato anche da Fabio Fazio, che secondo il settimanale di Giorgio Mulè si sarebbe rifiutato di occuparsi di sport su Rai 1, e di lasciare all’azienda la scelta dei suoi ospiti a Che tempo che fa.


22
marzo

TG2, MARIO ORFEO LASCIA LA DIREZIONE. BRACCIO DI FERRO PDL-LEGA SUL SUCCESSORE

Mario Orfeo

Al Tg2 c’è una poltrona vacante. Ieri Mario Orfeo ha infatti lasciato la direzione del notiziario Rai di cui era responsabile, per approdare al quotidiano romano Il Messaggero. Da lunedì prossimo sarà il nuovo direttore del foglio edito della famiglia Caltagirone. Il giornalista torna dunque alla carta stampata, dopo l’esperienza alla redazione di Rai2 iniziata il 23 luglio 2009 col voto unamime del Cda ed il placet del DG Mauro Masi. In attesa che sgomberi la cadrega, nei corridoi di Viale Mazzini si discute già della sua successione. Non c’è tempo da perdere: voci e nomi si rincorrono e, come accade puntualmente nella tv pubblica, raggiungono anche i Palazzi della politica, là dove il toto-direttore diventa una faccenda seria.

Stavolta a chi tocca? La nomina del nuovo responsabile del Tg2 è una partita destinata a giocarsi all’interno della maggioranza. Pdl e Lega, infatti, si contenderanno il primato per la designazione di un giornalista gradito alle loro rispettive aree di influenza. In particolare, i berlusconiani tifano per l’attuale direttore dei Gr Rai Antonio Preziosi, ma anche per Gennaro Sangiuliano, vice di Minzolini o Susanna Petruni, anchorwoman del Tg1. Fino a qualche tempo fa, però, quest’ultima sembrava piuttosto quotata per la guida di Rai2. Sul fronte Lega, invece, gli esponenti del Carroccio promuovono Gianluigi Paragone, attualmente conduttore del talk show L’Ultima Parola e vicedirettore della seconda rete. A quanto pare la poltroncina in questione è molto ambita.

La nuova nomina potrebbe inoltre permettere a Mauro Masi di procedere all’assegnazione di altri incarichi, ad esempio la direzione di Rai Parlamento, che da tempo attendono di essere ’sbloccati’. La posta in gioco è dunque alta, ma la redazione del Tg2 chiede ai vertici Rai di non temporeggiare ad oltranza. “Il Cdr chiede l’impegno dell’azienda a nominare il più presto possibile il successore di Mario Orfeo. La guida del Tg2 non può e non deve essere affidata in un momento così delicato ad un direttore pro tempore che non avrebbe la possibilità di prendere decisioni determinanti per il futuro di questa testata che da anni svolge un importante ruolo all’interno del servizio pubblico” si legge in un comunicato diramato ieri per dar voce ai redattori del notiziario.