format



3
dicembre

LA PRESSEMEDIA PRONTA A SFORNARE NUOVI FORMAT “ALL’ITALIANA”

La Press Media @ Davide Maggio .it

Chi ha detto che la creatività italiana in tv è morta? Non sono di questo avviso i fondatori di LaPresseMedia, società di produzione nata sul finire dell’estate e controllata da LaPresse Spa. Per ribadire questo concetto Marco Durante, amministratore delegato della società, e Roberto Quintini, direttore e responsabile dei progetti, hanno deciso di puntare tutto sul made in Italy e di sfornare nuovi format originali “all’italiana”, partoriti dalle menti di giovani autori, con l’aiuto di veterani del settore.

Questa operazione coraggiosa porterà alla luce sei numeri zero entro Natale, più altri due nei prossimi mesi. Si tratterà prevalentemente di programmi di intrattenimento, il tutto a costi ridotti rispetto alla concorrenza e destinati ad un mercato solo italiano. Per concorrenza LaPresseMedia si riferisce a Endemol, colosso internazionale del format televisivo, che dopo essere stato comprato da Mediaset, vuole produrre almeno trenta nuovi programmi all’anno, soprattutto numeri zero.

In cosa consisteranno questi nuovi prodotti di LaPresseMedia? Roberto Quintini parla di “programmi che anche noi guarderemmo volentieri e con il sorriso sulle labbra”. Nello specifico saranno:




27
novembre

DE MOL: IL FORMAT ORIGINALE DE LA TALPA (AL TERMINE ALCUNE ANTICIPAZIONI SULLA FINALE DI QUESTA SERA)

The Mole (La Talpa USA) @ Davide Maggio .it

In attesa della finalissima de La Talpa 3, noi di DM siamo andati ad indagare sulla nascita di questo format tanto fortunato. Qualcuno potrebbe pensare all’America come suo luogo di origine, ma in realtà, in questo caso, l’idea nasce nella vecchia Europa e precisamente in Belgio, prodotto dalla Woestijnvis, società belga. Il nome originale del format è De Mol (The Mole, in inglese), che in lingua fiamminga vuol dire appunto “la talpa” ed è stato creato nel 1999 da Michiel Devlieger, Bart de Pauw, Tom Lenaerts e Michel Vanhove.

Trasmesso per la prima volta su VRT (Vlaamse Radio- en Televisieomroep), la televisione di Stato fiamminga, il geniale format si è aggiudicato nel 2000 uno dei premi più prestigiosi del settore ovvero la Rose d’Or (Golden Rose) e, in seguito, è stato licenziato in quaranta paesi di tutto il mondo, tra cui Australia, Svezia, Regno Unito, Norvegia, Danimarca, Ungheria, Paesi Bassi, Israele, Germania, Polonia, Nuova Zelanda, Stati Uniti e naturalmente Italia.

Non tutti però immaginano che il gioco è destinato a concorrenti non famosi: potremmo dire, alla maniera della Ventura, che i partecipanti sono tutti NIP, ognuno con una professione caratteristica (medico, avvocato, grafico, ecc.). Il meccanismo di gioco è identico a quello italiano ma ciò che varia da paese a paese sono le prove a cui i giocatori devono sottoporsi. Alcune sono decisamente spettacolari e cariche di suspance.

Scoprile dopo il salto:


18
febbraio

TI FACCIO UN FORMAT COSI’ / 2

Ti Faccio un Format Così @ Davide Maggio .it

Una risposta così massiccia all’iniziativa lanciata in questo post, non la immaginavo.

Per questo motivo sono ben felice di iniziare questa piccola avventura con tutti i lettori che hanno manifestato un interesse a contribuire, con la propria idea, alla realizzazione di un format televisivo.

Prima di procedere è fondamentale definire l’ “ambito televisivo” sul quale concentrare le forze e un regolamento. 

Ritengo, sempre che non abbia mal interpretato le attitudini dei lettori di DM, che bisognerà creare un prodotto con queste caratteristiche :

Genere : game show 

Fascia Oraria : preserale

Emittente : Canale 5

Target : commerciale (15 – 64)

E’ importante ribadire un concetto. Quello noi andremo a creare è un format o meglio un mix di format che comporrà il nostro game show. Parlare di format è una cosa leggermente diversa dal parlare di un programma televisivo, per così dire… qualunque! E la differenza sta nella struttura.

Le idee che verranno sottoposte, oltre a dover rispecchiare l’ambito che abbiamo delineato alcune righe fa, dovrà avere una struttura decisamente rigida. Questo significa che l’attenzione non dovrà concentrarsi sull’aspetto artistico del programma ma dovrà puntare su quella che viene definita gabbia formattizzante.

A volte gli esempi rendono meglio di tante parole : un varietà ha, di sicuro, una gabbia formatizzante molto debole (se non addirittura assente) poichè l’elemento principale consiste nelle performance artistiche di conduttori e/o personaggi che animano le puntate di un programma del genere. Un format, al contrario, ha il proprio punto di forza in una struttura ben precisa che fa si che il programma possa essere formattizzato. E’ chiaro che anche in questo caso la conduzione ha la propria importanza ma l’elemento che ha permesso, per esempio, a Who Wants to Be Millionaire di diventatare uno dei format più conosciuti è una scalata di 15 domande che porta il concorrente alla vincita di 1 milione di Euro anche grazie ai 4 aiuti che hanno caratteristiche altrettanto definite.

Come procedere, allora? Per scoprirlo,





28
gennaio

TI FACCIO UN FORMAT COSI’

Ti Faccio un Format Cosi’ (Davide Maggio) @ Davide Maggio .it

Il probabile ritorno di Passaparola in preserale e la conseguente, necessaria revisione del programma mi ha fatto ritenere che fosse questo il momento giusto per lanciare una sorta di concorso di idee riservato ai lettori di DM.

Ho pensato di dar vita a questo piccolo progetto dopo aver fatto alcune riflessioni che condivido con Voi.

In due anni di davidemaggio.it (compleanno 19 febbraio), se da una parte ho avuto il piacere di interagire con tanti aspiranti “lavoratori dello spettacolo” con i quali condividere esperienze più o meno singolari intorno al mirabolante mondo dello showbiz, dall’altra ho avuto il privilegio di potermi avvicinare e osservare i dietro le quinte di quella che è croce e delizia della mia vita, la televisione, conoscendone da vicino meccanismi, protagonisti e vicende.

Un posizione privilegiata che mi ha permesso (e continua a permettermi) di mettere a confronto due mondi : quello di chi la televisione la fa e quello di chi vorrebbe farla.

E se posso dire che i luoghi comuni sullo spettacolo hanno, probabilmente, ben ragione d’essere definiti tali poichè è innegabile che l’ortodossia non sia propriamente la regola dell’ambiente in cui tanti di noi vorrebbero lavorare, è altrettanto vero che cercare di farsi strada nel mondo dello spettacolo è diventato una specie di sport nazionale, come se non si trattasse di un lavoro ma di un passatempo e, come il migliore dei passatempi, viene affrontato con lo stesso spirito con cui si affronta un gioco.

Un atteggiamento del genere impedisce a coloro che custodiscono valide idee o innati talenti artistici di emergere con la stessa facilità con cui, magari, può far mostra delle proprie doti un ingegnere aerospaziale.

Questo post vuole essere proprio un’occasione, per tutti coloro che si “dilettano” a scrivere format o programmi per la tv, non avendo la possibilità di farlo per professione.

TI FACCIO UN FORMAT COSI’ si propone di mettere insieme alcune idee dei lettori di questo blog per creare un programma televisivo ben definito per genere, fascia oraria ed emittente.

E’ chiaro che non si tratta di un “compito ufficiale” assegnato ai lettori di DM dall’emittente che sceglieremo per realizzarle un programma, ma l’idea è quella di “mettere in vetrina” le opere di alcuni lettori che andranno a comporre i vari momenti del nostro programma “collettivo”.

Una sorta di factory, insomma, che propone ad un’emittente, tramite il web, un’idea già bella e confezionata (quanto meno sulla carta) per veder realizzato un nuovo prodotto televisivo.

Prima di avventurarci in un’esperienza del genere pero’, e prima ancora di fornire i dettagli tecnici e “operativi”, mi piacerebbe avere un’idea del numero di lettori che prenderebbe parte all’iniziativa con il proprio contributo. E mi piacerebbe che le “buone intenzioni” fossero manifestate nei commenti e non tramite email per far si che tutti gli eventuali partecipanti si possano rendere conto dei ”colleghi” con cui avrebbero a che fare.

Basta scrivere “io ci sono”, nulla di più. Anche i lettori che sino ad ora sono rimasti silenti, sono chiamati a farsi vivi.

Qualora il riscontro dovesse essere interessante, procediamo.

Per dubbi o curiosità, i commenti sono aperti.    

[Live @ ES 9410]


14
gennaio

FACTORY… ALL’ITALIANA!

Factory (Gerry Scotti, Fatma Ruffini, Paolo Bonolis) @ Davide Maggio .it

Le alternative sono soltanto due.

O il sottoscritto sopravvaluta l’autorato italiano oppure nel nostro Paese non si è più in grado e soprattutto non si ha più il coraggio di scrivere la tv così come si faceva un tempo.

La quasi totale assenza di nuovi programmi made in Italy e la quasi totale formattizzazione dei programmi in palinsesto oscura le eccellenti menti televisive nostrane che potrebbero benissimo competere con i colleghi oltreoceano che sfornano un successo dietro l’altro.

Una sudditanza psicologica nei confronti dei format stranieri che fa si che le emittenti del belpaese (o meglio chi ne è a capo) offrano in pasto al pubblico televisivo programmi già rodati e dei quali sia stato possibile analizzare delle puntate già trasmesse in altri paesi.

Sicuramente comodo e sicuramente utile ma decisamente poco originale.

Contemporaneamente stupisce il proliferare di queste factory che dovrebbero preoccuparsi di sfornare nuovi prodotti che svecchino il “portfolio programmi” della nostra televisione e soddisfino le esigenze del nostro pubblico.

Ho usato volutamente il condizionale perchè credo che, in Italia, manchi proprio l’essenza stessa di questi “laboratori creativi”.

Laboratori nei quali alla sperimentazione e all’ideazione si preferisce l’adattamento e l’ottimizzazione dei format stranieri, importati o importabili in Italia, svuotando di per sè quello che è il compito principale che sono chiamati a svolgere.

Un concetto sostanzialmente diverso e sostanzialmente sbagliato di “factory” che dovrebbe caratterizzarsi per il costante e ininterrotto lavoro di un gruppo autorale ma che, invece, nel nostro caso, lavora “su chiamata” o “all’occorrenza”, quando cioè si pone la necessità di scovare e/o adattare il prodotto prescelto per l’inserimento in palinsesto.

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