E vissero tutti felici e contenti. Anche questa edizione del Grande Fratello si chiude con una vittoria positiva: dopo mesi e mesi di eccessi e strepiti, a trionfare è colui che ha da sempre saputo mantenere al meglio la misura. In una volata finale che comunque avrebbe permesso al reality di smacchiarsi dalla fama prevalente, tra il vincitore sociale e il vincitore morale la spunta proprio Andrea Cocco che meglio ha racchiuso il catalogo delle virtù umane. Quando si dice che un paio di corna possono cambiare la vita.
Nello studio che pullula di balli e colori l’ultimo exploit di grandi contrapposizioni dirette, anche se il vivamus et amemus di ogni finale affiora dominando gli scambi verbali. Rancori sepolti o quasi: Alessia Marcuzzi dice persino di aver tifato per Guendalina Tavassi tacendo stasera il suo scarso gradimento verso la mamma accalappia-media, accusata dalla stessa presentatrice di sputare nel ricco piatto in cui stava mangiando. Nel clima di bontà fa eccezione solo il fatidico incontro fuori dalla mura della casa tra Margherita Zanatta e Nando, con il ragazzotto maturato ancora ad un’altra evoluzione: anziché tenere la coda tra le gambe si presenta al cospetto della Zanatta ringalluzzito come non mai (“aho, mica so un cagnolino!”) ma subisce l’ennesima mazzata.
Chi invece è cornuto senza mazziato è Andrea Cocco: la maledizione che vuole il trionfo sempre da Roma in su non si sfata nemmeno quest’anno volgendosi addirittura verso l’estremo Oriente. Se già con Ferdi e Jonathan i buoni giudici italiani del televoto si erano affacciati a Levante con il modello cosmopolita, il fascino esotico è davvero ancora più forte. Dato ancora più particolare se consideriamo che lo zoccolo duro delle audience risieda proprio nella parte d’Italia che non annovera nemmeno un vincitore nell’albo d’oro.