Enigmistica



27
giugno

PAROLE CROCIATE: DANIELE BOSSARI E UN’ENIGMISTICA TROPPO BANALE

Parole Crociate, Daniele Bossari

Va in onda da alcuni mesi su Iris all’ora di pranzo un nuovo format sull’enigmistica condotto da Daniele Bossari. Mezz’ora scarsa e senza interruzioni pubblicitarie. Intento nobile quello di Parole Crociate, effetto scarso però. Come spesso accade in televisione quella che nasce come un’idea carina muore presto o per una previsione poco adeguata dei ritmi che il mezzo impone o per una banalizzazione eccessiva che rende il programma poco appetibile al target più naturale per quel concept.

La firma di Davide Tortorella sui testi del gioco lasciava ben sperare: nulla può invece l’abilità dell’autore della leggendaria Ruota della Fortuna di prima generazione al cospetto di un programma impalpabile. Due soli giochi: il classico cruciverbone costellato di definizioni di respiro non altissimo e un gioco finale che racchiude un po’ tutta l’enigmistica scimmiottando qua e là la ghigliottina di Raiuno.

Considerato il montepremi in palio, ovvero un ipad2, forse non si può pretendere un gioco più complesso né uno stuolo di concorrenti dalle doti eccezionali, come potevano essere i campioni della ruota finale di Passaparola, però anche in un contesto così dimesso è azzardato giocare così al ribasso. Nella puntata appena trasmessa la concorrente che ha vinto il cruciverba e il premio finale ha praticamente stroncato tutto. Davanti ai toni entusiastici di Bossari che si complimentava per il successo, la sua risposta non si è fatta attendere: non ho praticamente fatto niente.