DTT



12
ottobre

MEDIASET : LE NUOVE FRONTIERE DEL BISCIONE

Mediaset Digitale Terrestre @ Davide Maggio .it

Se tutto sembra tacere (o quasi) sui canali generalisti del Biscione, altrettanto non può dirsi per i cosiddetti nuovi media.

In quel di Cologno Monzese pare sia in atto una vera e propria rivoluzione che vede nella digitalizzazione la chiave di lettura dei prossimi, ricchi progetti di casa Mediaset.

Una rivoluzione che toccherà il DTT (Digitale Terrestre), il DVB-H (televisione su dispositivi portatili), internet e potrebbe addirittura sfociare nella creazione di una vera e propria IPTV (televisione via internet come la TV di Fastweb o Alice Home TV per intenderci) che potrebbe comportare, per trovare realizzazione, l’ingresso di Mediaset anche nel settore della telefonia.  

L’interesse di Mediaset verso queste nuove piattaforme, daltronde, risulta già evidente ai più attenti osservatori che avranno avuto modo di constatare l’arricchimento dei contenuti del portale Mediaset.it e l’attenzione in qualunque programma, promo o spot pubblicitario che sia, richiamata verso i siti web delle relative produzioni.

Ma la prima vera novità dovrebbe arrivare tra dicembre e gennaio quando sul digitale terrestre debuteranno 5 nuovi canali.

Un progetto che rafforzerà notevolmente l’offerta di contenuti di Mediaset e che dovrebbe comportare notevoli investivementi per l’azienda.

Caratteristica principale dovrebbe essere l’assenza completa di produzioni specifiche. I canali in questione, in sostanza, si baseranno sull’acquisto dei diritti di prodotti che verranno dunque “importati” e, ovviamente, trasmessi.

La mente corre subito, com’è naturale che sia, alle serie tv oltreoceano. In effetti uno dei canali in questione dovrebbe avere ad oggetto serie tv tutte al femminile. Ma la serialità dovrebbe essere solo un’aspetto, sebbene il principale, della nuova offerta.

Alcuni di questi canali rientreranno nell’offerta Mediaset Premium, altri, invece, saranno assolutamente gratuiti.

Alcuni dovrebbero essere destinati ad un target specifico, altri dovrebbero essere più ”generalisti”.

Solo per alcuni è, inoltre, prevista  la versione “+1″ ovvero lo stesso canale “ritardato” di un’ora.

Il progetto di cui parliamo potrebbe, successivamente, approdare ad un’altra piattaforma ma per il momento è senz’altro prematuro fare ipotesi, congetture o anticipazioni di sorta.

Tenetevi pronti comunque perchè si dice che sia in preparazione un’efficace e corposa campagna promozionale.




2
agosto

I DELIRI DI UN ANNUNCIATO REGIME : STOP ALLE TELEVENDITE SULLE RETI NAZIONALI

Fidel Castro, Paolo Gentiloni @ Davide Maggio .it

 SCANDALOSO!

Penso non ci siano altri modi per definire ciò che e’ stato “sfornato” ieri dalle commissioni Cultura e Trasporti della Camera.

Un ultimo vergognoso “ritocco” al disegno di legge Gentiloni che ha come fine precipuo quello di eliminare del tutto la Legge Gasparri sul sistema radiotelevisivo.

Un disegno di legge che dietro il falso mito della garanzia del pluralismo si propone, in realtà, di danneggiare Mediaset “offendendo”, di riflesso, anche le emittenti nazionali minori che, sulla base di quanto leggerete, difficilmente potranno sperare di poter raggiungere una fetta di mercato che possa garantire loro un “vita serena”. Tutto questo, sempre a garanzia del pluralismo. Ci mancherebbe altro!

Il punto sicuramente piu’ discutibile e’ senza dubbio quello che prevede l’eliminazione delle televendite dalle tv nazionali (analogiche o digitali) relegandole esclusivamente alle tv locali. Mediaset dovrebbe quindi rinunciare anche al proprio canale di televendite Mediashopping sul digitale terrestre. D’altro canto, se Mediaset non avesse avuto un canale digitale interamente dedicato alle televendite, relativamente a questa faccenda il DTT non sarebbe nemmeno stato chiamato in causa.

Altro spunto di riflessione lo offrono i programmi in pay-per-view (quelli trasmessi su Mediaset Premium e La7 Carta Più, tanto per intenderci) che, grazie al ddl Gentiloni, dovrebbero considerati dei veri e propri canali e non dei servizi come, invece, avviene attualmente. La conseguenza? Semplice… essendo dei canali a tutti gli effetti rientrerebbero in quel 20% di capacita’ trasmissiva che ciascun soggetto non puo’ superare. L’ulteriore conseguenza? Una possibile rinuncia alla trasmissione di questi programmi che, guarda caso, sono a pagamento e rappresentano probabilmente l’unico motivo che spinge alcuni utenti ad utilizzare, attualmente, il digitale terrestre.

Un altro punto che fa sorridere riguarda le frequenze. In linea di principio condivido il passaggio integrale dall’analogico al digitale di un’emittente per la Rai e una per Mediaset. La cosa singolare e’ che, come era stato previsto mesi fa, a passare al DTT, per la Rai, sarà RaiDue. D’altro canto non si poteva pensare di “relegare” al digitale la rossissima RaiTre. Ma la cosa che fa sorridere è che le frequenze che si andranno a liberare torneranno allo Stato che le riassegnera’ a due nuovi soggetti. Per il momento i più accreditati sono Europa 7 e Rete A che, pur avendo vinto una concessione, non hanno mai potuto trasmettere. In linea di principio… mi sembra una decisione giusta ma che credibilita’ ha chi assegna delle frequenze analogiche, atteggiandosi a paladini del pluralismo, nell’ambito di un progetto che vorrebbe regolare proprio il passaggio definitivo al digitale in vista dello switch off dell’analogico previsto nel 2012? Qual e’ l’obiettivo? Un pluralismo finto e limitato nel tempo?!?

Unico punto degno di nota e’ rappresentato dalle regole per la produzione e la diffusione di nuovi televisori con decoder DTT incluso. Il disegno di legge prevede, infatti, che

  • entro 90 giorni dall’approvazione della legge i televisori analogici dovranno avere una targhetta che indica la non abilitazione al digitale;
  • entro 9 mesi dovranno essere prodotti televisori con decoder DTT incluso;
  • entro 1 anno dovranno essere commercializzati.

Questa legge “personam contra” vedra’ mai la luce?!?


18
gennaio

E’ RAIDUE A PASSARE AL DIGITALE TERRESTRE!

TV Digitale Terrestre DTT @ Davide Maggio .it

Avevo paventato quest’agghiacciante prospettiva commentando la riforma del sistema radiotelevisivo proposta dal Ministro Gentiloni che, come saprete, prevede il passaggio al digitale terrestre di una rete Rai e di una rete Mediaset.

L’agghiacciante prospettiva non entrava nel merito della riforma ma riguardava un aspetto, di primo acchito, secondario.

Quali reti sarebbero passate al digitale?

In un primo momento non si è tentennato troppo nel fare i “nomi” di Rai3 e Rete4 : le reti minori dei due gruppi sarebbero state pioniere del DTT (Digitale Terrestre)!

Quest’ultimo è, però, attualmente ben poco diffuso e soprattutto ben poco utilizzato nel nostro paese. Conseguentemente il passaggio di una rete per ciascuno dei due “poli” televisivi italiani significa, senza dubbio alcuno, minori introiti dagli investitori pubblicitari che naturalmente pagano in relazione al bacino di utenza (e, più semplicemente agli ascolti) dell’emittente sulla quale scelgono di fare pubblicità.

E’ stato dunque lecito e soprattutto naturale, in considerazione degli ascolti del Digitale Terrestre inferiori rispetto a quelli della tv tradizionale, supporre che, per obbedire alle disposizioni di legge, Rai e Mediaset avrebbero scelto il… male minore “eliminando” i canali che realizzano gli ascolti meno interessanti.

Se per Mediaset le previsioni sembrano rispecchiare la realtà, per la Rai le cose stanno diversamente.

E’ stato Bruno Vespa a rendere noti al grande pubblico i dubbi circa la scontatezza del trasferimento della terza rete della Rai al digitale terrestre.

Com’è noto, RaiTre è la rete che più rispecchia le ideologie dell’attuale governo (la meno obiettiva e la più imparziale delle 3 reti Rai, per intenderci) e sottrarla al telespettatore analogico per dedicarla esclusivamente al telespettatore digitale avrebbe significato perdere una costante ed importante (se non la migliore) finestra d’attualità politica assolutamente di parte, assolutamente “amica”.   

Si affacciava, dunque, la possibilità che ad essere trasferita non fosse RaiTre ma RaiDue.

E s’è trovata anche una giustificazione a questa scelta fallimentare (meno ascolti = meno pubblicità = meno introiti) che, mettendo da parte la faziosità della rete salvata, fa leva sull’informazione regionale (prerogativa esclusiva di RaiTre) che non può, per ovvi motivi, essere destinata ad un pubblico di nicchia qual è quello del DTT.

In parole povere, RaiTre non può, per forza di cose, essere sottratta alla tv tradizionale.

E così, il passaggio dal dire al fare è stato breve. Le previsioni si sono avverate!

Dal prossimo 1° marzo, a Cagliari e provincia, RaiDue approderà definitivamente al digitale terrestre. Il trasferimento avverrà poi gradualmente nel resto del paese. Stesso discorso per Rete4.