DocuFiction



11
agosto

AMORE CRIMINALE, MEGLIO TALK CHE DOCUFICTION: PUNTATA SPECIALE DEL PROGRAMMA CONDOTTO DALLA RAZNOVICH

Amore Criminale, Camila Raznovich

Amore criminale, ovvero amore che cambia faccia e diventa morte, violenza, persecuzione. Il concetto di fondo della trasmissione di Raitre (Martedì 10 agosto, ore 21.10) è chiaro, tanto quanto le immagini e il linguaggio adoperato.

Il programma, condotto dalla brava Camila Raznovich, racconta storie di donne vittime di violenza coniugale e non da parte di uomini senza scrupoli, e lo fa attraverso la modalità televisiva della docufiction: in altri termini, si ricostruiscono le varie storie attraverso le testimonianze dei diretti protagonisti (a volte, la stessa vittima fortunatamente sopravvissuta) alternando filmati originali ad altri recitati con l’ausilio di attori. Il risultato è quindi una sorta di film molto realistico: le immagini sono spesso crude e a volte si ha l’impressione che si calchi un po’ la mano, anche a causa della musica di sottofondo che tende a drammatizzare ulteriormente il racconto.

Tuttavia, la puntata speciale di “Amore criminale” andata in onda ieri sera è risultata un po’ più leggera delle precedenti e ciò grazie ad una piccola ma importante modifica all’interno del programma: le due storie (ad esito positivo) presentate dalla Raznovich sono sempre state riscostruite attraverso la modalità della docu-fiction, ma alternate e poi concluse da un sobrio ed interessante talk-show con le dirette protagoniste. Questo piccolo spazio ritagliato all’interno del programma e lontano dal clima ansiogeno dei filmati, ha permesso alle due donne protagoniste di raccontarsi veramente, di spiegare le ragioni che le hanno spinte ad allontanare l’uomo che le ha perseguitate, di mostrare quanto ancora sia difficile la guarigione morale da una ferita così lacerante. Concetti ed opinioni difficilmente spiegabili nei soliti filmati, dove predominano la crudezza delle immagini e le lacrime dei protagonisti.




19
maggio

MICHELE SANTORO LASCIA LA RAI.

L’ordigno “giornalistico” più fazioso degli ultimi 150 anni è esploso? La notizia è di quelle che lasciano a bocca aperta: Michele Santoro, l’acerrimo nemico del Premier, alza bandiera bianca e abbandona il campo. Dopo mille battaglie, inchieste, accuse, critiche e provocazioni, il conduttore di Annozero, il talk show più acceso (e seguito) della tv italiana, dice addio alla Rai. Ieri sera Giovanni Floris a Ballarò ha voluto salutarlo per “l’ultima volta”, a suo modo, mentre l’amico e “compagno” Marco Travaglio, ha commentato sul Corriere della Sera: “Non ne so niente, Per me è un fulmine a ciel sereno”. Sandro Ruotolo invece, braccio destro dell’ex euro-parlamentare ha risposto con un “No comment”.

Altro che fulmine a ciel sereno, era tutto previsto. Pare infatti che il Consiglio di Amministrazione di Viale Mazzini abbia approvato, su proposta del Direttore Generale Mauro Masi, un accordo quadro per la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro dipendente con il giornalista. Per la serie “il cuore a sinistra, il portafogli a destra”, si parla di svariati milioni di euro di buonuscita (le tre annualità previste da contratto), frutto di una trattativa trattativa tra la Direzione Generale della Rai e il manager Lucio Presta.

In realtà il futuro del presentatore non è così incerto e poi così lontano dalla statua del “cavallo morente”. Si cimenterà, secondo indiscrezioni, nella realizzazione di docu-fiction (probabilente per la terza rete pubblica) lavorando come collaboratore esterno. Il rapporto con la Rai  -quindi- non si estinguerà totalmente ma si evolverà per dar luce a nuovi progetti. E chissà che Michele Santoro non abbia accumulato in questi anni talmente tanto materiale scottante da far tremare i muri di Montecitorio. Staremo a vedere.


25
marzo

RAI: TUTTI PAZZI PER LA FICTION. ECCO TUTTI I TITOLI IN CANTIERE NEL 2009

Fiction Rai 2009

La fiction è ed è stata, negli ultimi anni, la principale core-competence che ha consentito alla Rai, in particolare a Raiuno, di prevalere sulla concorrenza. Non stupisce, dunque, che per il 2009 si continui a puntare su di essa con ben 40 titoli in cantiere e investimenti, in crescita, pari a 292 milioni di euro. Ventisei le fiction destinate al prime time di Raiuno, contro le sei di Raidue e le quattro di Raitre.

Malgrado ciò, le fiction di mamma Rai presentano spesso endemici limiti: si va dal provincialismo delle miniserie, alla scelta di attori non adeguati, a sceneggiature spesso imbarazzanti, al target di pubblico sempre più agè, ma è soprattutto la mancanza di originalità la principale falla responsabile dell’omogeneità dell’offerta negli anni (vedi il proliferare di Papi e “uomini straordinari”). Senza contare che le tanto vituperate miniserie, insignite a emblema di qualità, anche se spesso la qualità è solo un miraggio, sono costosissime, non creano indotto e al secondo passaggio vanno quasi sempre male. Le fiction in cantiere per il 2009, che vi andremo, brevemente, di seguito a presentare, sembrano confermare queste teorie, se non aggravarle.

Cominciamo dalle fiction più attese, da pubblico e listino Sipra: la nuova stagione di Un medico in famiglia e i nuovi episodi de Il Commissario Montalbano. La prima, prodotta da Publispei, è la capostipite della lunga serialità per famiglie, la seconda è il fiore all’occhiello della Rai, capace di battere ogni record di ascolti. Come molte altre produzioni di successo di Viale Mazzini, è “prodotta da Mediaset” via Endemol, s’intende, proprietaria di Palomar. La fiction con Luca Zingaretti è anche la più costosa in proporzione al numero di episodi, l’investimento per quattro puntate è pari a 12,5  milioni di euro ossia più di 3 milioni e 100 di euro per episodio.