Discovery



21
gennaio

MARINELLA SOLDI (AD DISCOVERY ITALIA) A DM: L’ITALIA ADESSO NEI TOP THREE A LIVELLO INTERNAZIONALE. DISCOVERY TERZO EDITORE CON SHARE DEL 6%

Marinella Soldi, ad Discovery Italia

Marinella Soldi, ad Discovery Italia & General Manager Southern Europe

E’ a nostro parere una delle operazioni più interessanti degli ultimi tempi. L’acquisto di Switchover Media da parte di Discovery dà vita ad un interessante polo televisivo che diventa, dati alla mano, il terzo editore italiano con 12 canali, tra free e pay, che sfiorano il 6% di share. Non potevamo non parlarne con l’amministratore delegato di Discovery Italia e General Manager Southern Europe Marinella Soldi.

Dove volete arrivare?

(ride, ndDM) Stiamo già dove volevamo essere. Per noi è anche un grande obiettivo che si fa realtà e la testimonianza di come un gruppo americano vuole investire in Italia, mantenere e creare lavoro, canali e un portafoglio di prodotti, sia free che pay.

L’esperienza free italiana di Real Time e DMax quanto ha influito sulle strategie di Discovery a livello globale?

Discovery è un’azienza prevalentemente pay, come stategia, dna, modello di business, futuro, partnership. Ma in mercati come quello italiano e, più in generale, sud europeo, nei quali la pay si evolve in maniera diversa con discontinuità di mercato importanti, ci sono altre opportunità, oltre al pay, da poter cavalcare. Abbiamo, infatti, dei contenuti straordinari e la capacità di creare dei canali che abbiano una coerenza tra branding, delivery, concept, marketing e posizionamento abbastanza unici. Mentre l’italia era tra i tanti piccoli paesi due anni fa, adesso è nel top three su oltre 200 paesi a livello internazionale.

Quindi, quanto incide nel core business di Discovery?

In Spagna dove avevamo un unico canale pay (Discovery Channel), e dove il pay più di tanto non è potuto crescere, l’esperienza free è dominante. In Italia, dove il mercato pay fa fatica a crescere numericamente, abbiamo 6 canali sul free e 6 sul pay e la nostra strategia è quella di mantenere una diversificazione. Bisogna vedere se questo modello è replicabile in altri mercati. Per quanto ci riguarda, siamo presenti su più di 200 paesi ma ognuno ha una sua dinamica. I canali kids, ad esempio, li abbiamo in India, in America e, ora, con questa acquisizione, anche in Italia (pur non chiamandosi Discovery Kids), ma non esistono altrove.

Con questa acquisizione, i canali di Discovery, pur nella loro tematicità, vogliono essere una sorta di contenitore generalista?

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2
novembre

VENDITA LA7: CLESSIDRA E 3 ITALIA IN VANTAGGIO METTONO SUL PIATTO PIU’ DI 300 MILIONI DI EURO PER I MUX E I CANALI

La7

La7

E torniamo a parlare ancora di La7. Il terzo polo generalista, nelle intenzioni ma non negli ascolti, è di nuovo al centro dell’attenzione dopo i (mega) costi dei programmi in onda. Come già sottolineato, gli interessati all’acquisto della divisione media di Telecom Italia dovranno fare i conti non solo con un palinsesto che ad oggi fa un po’ acqua, ma anche con i debiti che affliggono la società.

Gli interessati hanno avuto finalmente accesso ad (alcuni) dati della società, cosicché possano farsi un’idea più precisa sullo stato di salute di Telecom Italia Media e dei canali del gruppo, per decidere se procedere o meno con una proposta di acquisto vincolante. Stando a quanto rivelato da Milano Finanza, dopo un primo giro di consultazioni, pare potrebbe profilarsi una gara a due tra, ironia della sorte, società che con il mondo televisivo hanno poco a che fare.

In pole position c’è il fondo Clessidra (affiancato da Bain&Co, Kpmg e Chiomenti) che ha offerto la bellezza di 330 milioni di euro per i multiplex e tutte le reti del gruppo, una proposta definita più che convincente – anche se minore rispetto alle valutazioni di Telecom (che ha assegnato all’intero pacchetto un valore pari a 400 milioni di euro). Altrettanto convincente quella di H3G Hutchison Whampoa meglio nota come 3 Italia, che ha messo sul piatto 300 milioni di euro e ha chiesto inoltre una proroga per la presentazione delle offerte vincolanti, ad oggi fissata al 19 novembre (mentre il 5 iniziano gli incontri con TiMedia).


25
ottobre

LAURA CARAFOLI (DISCOVERY) A DM: GLI INGLESI SHOCKATI DA STRISCIA. GRAZIE AL SUCCESSO DI REAL TIME E DMAX, FINALMENTE SIAMO ASCOLTATI A LIVELLO INTERNAZIONALE

Laura Carafoli - Discovery Italia

Laura Carafoli - VP Content & Programming Discovery Italia

E’ competente, preparata, simpatica e – caso raro – sincera. Dopo la prima esperienza televisiva a VideoNovara, in Baldini & Castoldi incontra Carlo Freccero che, entusiasta del gruppo di lavoro di ‘Dire fare baciare’, le propone l’approdo in Rai per la realizzazione di ‘Supergiovani’ sulla seconda rete della tv di Stato. Da lì, alla fine degli anni 90, il trasferimento a Roma per curare il lancio dei canali satellitari Rai… sino all’arrivo in Discovery dove ha contribuito al successo e all’approdo sul DTT di Real Time e DMax, diventati una case history a livello internazionale. Proprio questo è l’oggetto della nostra intervista-radiografia a Laura Carafoli, Vice President Content & Programming di Discovery Italia.

Laura, tanto per iniziare, quando c’è stato per te il grande salto?

L’ho avuto grazie agli americani. Quando il gruppo di Fox arrivò a Roma, io lavoravo in Rai e casualmente, in una casa di produzione, ho incontrato degli argentini che stavano realizzando un promo per il primo canale Fox lanciato. Cercavano persone per i nuovi canali perchè di lì a poco avrebbero lanciato Fox Life e Fox Crime. Mi assunsero e iniziai una carriera molto diversa, molto più strutturata, con figure separate. Mi occupavo di acquisizioni e finalmente potevo sondare il mercato e guardare fuori dall’Italia. Il limite della Rai è quello di tenerti un po’ troppo dentro i confini. E poi ho imparato le tecniche di programmazione con Fabrizio Salini che è stato il mio primo capo.

Due modi di lavorare diversi, quindi…

Adesso anche la Rai si è adeguata, ma sai cosa mi faceva specie? Nessuno sapeva mai i dati Auditel. E invece quando sono arrivata a Fox si lavorava esclusivamente per risultati d’ascolto. Per la prima volta ero valutata in base a dei gol.

Li hai raggiunti tutti?

Si, per fortuna. Ma in quel momento il mondo Fox era doratissimo. Era il periodo di Desperate Housewives, Lost, Grey’s Anatomy… ma anche dei tv movie di Rosamunde Pilcher sui quali nessuno ci credeva ma che, alla fine, sono stati il day time di Fox Life per cinque anni.

Non trovi la Germania poco brillante da un punto di vista televisivo?

A volte si, a volte no. La serialità funziona. Vedi Siska, Derrick, Cobra.

Real Time ha raggiunto il successo sul digitale terrestre. Secondo te anche sul satellite un canale può raggiungere quel tipo di consenso?

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