Pungente, ironico, ficcante, si è fatto conoscere con La Zanzara, programma radiofonico in onda su Radio24. Adesso è pronto al grande salto con La Guerra dei Mondi, talk generazionale che dal 14 giugno occuperà il venerdì sera estivo di Rai 3. David Parenzo ne parla con noi di DM a due giorni dalla premiere, e non appena lo contattiamo esordisce con una richiesta: “anteprime sulla prossima stagione?”. Alla nostra risposta “pare che il venerdi di Rai 3 possa essere tuo anche per il prossimo autunno“, ci risponde:
Di questo non voglio parlare (ride, ndDM).
Ottimo, vuol dire che qualcosa c’è sul serio.
E’ che sono concentrato sul presente. Come diceva il Poeta “il futuro è tra noi ancor prima che accada”.
Nello scontro generazionale de La Guerra dei Mondi, vista l’età, sarai di parte?
No, assolutamente. Anche perchè devo ancora capire una cosa: noi presentiamo uno scontro tra generazioni ed io, a 37 anni, sarei perfetto per rappresentare la terra di mezzo. Però per l’Italia sono considerato giovane. Diciamo che saro l’arbitro, il più possibile imparziale.
Per te che arrivi da un programma ’scanzonato’ come La Zanzara, il passaggio a Rai 3 che tipo di cambiamento di linguaggio comporta?
Se vengo invitato a colazione al Quirinale mi vesto in un certo modo, tendenzialmente non metto le dita nel naso e cerco di farmi reinvitare. Se vado a pranzo da Ciccio er Porcaro, posso anche mettere le dita nel naso. Fuor di metafora, Parenzo rimarrà sempre ironico e tagliente però si possono raccontare le stesse cose con cifre di diverse. E siccome so di essere nel servizio pubblico, come qualunque persona dotata di un minimo di intelligenza e non malata di mente, saprò come comportarmi.
Ma come si svolgerà una puntata de La Guerra dei Mondi?
Il meccanismo è semplice. Ho sempre avuto a che fare con l’attualità e i politici, anche se qui è una situazione diversa, che rispecchia la tradizione di Rai3: un programma di servizio che dà spazio alla società civile, alle persone e alle storie. L’idea è quella di ricreare un’arena nella quale da una parte ci sono i giovani, dall’altra gli anziani, i diversamente giovani. Il pubblico non è tappezzeria ma partecipa attivamente con storie e racconti che diventano parte integrante del programma. Un Funari più evoluto o involuto, non so. L’idea è anche quella di riprendere una cosa che in televisione si faceva tempo fa ma facendolo con un pubblico più ragionato.
Se tu dovessi scegliere un rappresentante-simbolo per i giovani e un altro per gli over 60, su chi ricadrebbe la scelta?