Dario Franceschini



17
febbraio

Andrea Castellari è il nuovo Ad di ITsART. Ma la ‘Netflix della cultura’ è già un flop

Andrea Castellari

Le incertezze sul lancio, gli investimenti stratosferici a fronte di risultati opinabili, il preannunciato rischio di un flop. La piattaforma “ITsART“, la cosiddetta Netflix della cultura creata dal ministero della Cultura e realizzata da Cassa depositi e prestiti e , prosegue il suo farraginoso incedere. Così, dopo le dimissioni lampo dall’AD Guido Casali, ritiratosi dall’incarico a inizio gennaio a soli tre mesi dall’insediamento, è arrivata ora la nomina del nuovo top manager destinato a guidare il progetto.




20
maggio

Dl Sostegni, nuovo Welfare per i lavoratori dello spettacolo: ecco tutte le misure approvate

Nuovo welfare lavoratori dello spettacolo

Dalle indennità di maternità a quelle per la malattia, dall’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali al sistema pensionistico. In più, una nuova indennità di assicurazione per la disoccupazione involontaria (Alas). Sono ad ampio raggio, e potenzialmente rivoluzionarie, le misure del nuovo sistema di Welfare per il settore spettacolo contenute nel Dl Sostegni bis approvato dal governo. Il nuovo sistema “mira a riconoscere ai lavoratori dello spettacolo le tutele che esistono per altre tipologie di professionisti” ha dichiarato il Ministro della Cultura Dario Franceschini, parlando di “giornata storica” e spiegando le misure adottate come correzione ad alcune storture emerse soprattutto nel difficile momento della pandemia.


30
marzo

Pagelle TV della Settimana (22-28/03/2021). Promossi Colapesce, Dimartino e Celentano. Bocciati Zorzi e la promozione Rai ad Amazon

alessandra celentano

Alessandra Celentano

Promossi

9 a Colapesce e Dimartino. A meno di un mese dalla fine del Festival, è la loro  ‘musica leggerissima’ quella che più rimane. Un tormentone delicato e intelligente.

8 a Alessandra Celentano. Ogni anno trova pane per i suoi denti e riesce a non farsi trovare impreparata. Ormai è diventata la cattiva che si ama odiare, molto funzionale al programma anche perchè è una delle poche che rimanda concretamente al concetto di scuola.

7 a Your Honor. La serie di Sky Atlantic segna il ritorno televisivo di Bryan Cranston, alle prese con un personaggio soltanto all’apparenza dissimile da Walter White. L’attore è un giudice, disposto a calpestare la legge per proteggere suo figlio. Un racconto a tratti ansiogeno che all’inizio si dipana come un film lungo per poi ingarbugliarsi in una beffarda reazione a catena. Della serie dovrebbe essere realizzato un remake italiano per mano di Rai Fiction.

6 a Ilary Blasi. D’accordo, le conduzioni scanzonate sono un buon antidoto per chi si prende troppo sul serio, e in questo periodo ce n’è sicuramente bisogno. Ma se sei alla guida di un reality non puoi essere totalmente avulsa delle dinamiche del programma, come se fossi completamente disinteressata. Il risultato è che il pubblico ti segue in attesa della prossima battuta.

Bocciati

5 a Adriana Volpe. L’ex showgirl, cerca di giocare d’astuzia e arriva a festeggiare il dimezzamento del moribondo Ogni Mattina perchè “da contenitore passa a format”. Cosa vorrà dire, chiedetelo a lei.

4 alla promozione fatta in Rai a Lol, nuova produzione di Amazon Prime Video. Se gli spot sono doverosi (perchè pagati) ma comunque un pizzico beffardi, lanciare il programma con ospitata di Mara Maionchi o le domande casuali di Fazio a Fedez è controproducente.

3 a Tommaso Zorzi. D’accordo gongolare per un periodo positivo ma qua si sfiorano “deliri di onnipotenza” da far impallidire i più blasonati personaggi della tv. Nè la figuraccia fatta al Costanzo Show dove si è ammutolito al cospetto di Giorgia Meloni nè l’impaccio mostrato da opinionista sembrano riportarlo con i piedi per terra.

2 a Titolo V. Non sono serviti i mesi di rodaggio, la trasmissione di Rai3 chiude mestamente senza aver mai registrato sussulti in termini d’ascolti. Il venerdì sera è una serata frammentata e non c’è bisogno dell’ennesimo talk condotto da due giornalisti dallo scarso richiamo popolare.

1 al Ministro della Cultura Franceschini che si è scagliato contro la possibilità di avere il pubblico al Festival, in quanto in onda da un teatro, ma non si è neanche accorto della (mini) platea (figuranti tamponati) degli spettacoli teatrali di Comedy Central. Già che il Festival venisse equiparato ad uno spettacolo teatrale faceva ridere, ma che poi non si segua neanche una linea precisa è ancora peggio e fa capire che la “colpa” della kermesse è stata solo la sua mediaticità.





28
gennaio

Sanremo 2021, il Ministro Franceschini: «No a pubblico di figuranti»

Dario Franceschini

Niente pubblico al Festival di Sanremo, nemmeno se composto da figuranti. Il Ministro per i Beni culturali e per il Turismo, ha aggiunto un pesantissimo carico alla discussione sull’ormai prossima kermesse canora. In un tweet lanciato stamane, l’esponente di governo ha di fatto messo un veto alla presenza di «claqueur» all’Ariston prevista dalla Rai.


14
dicembre

«Netflix della cultura», che paradosso: il progetto del Governo esclude la Rai

Dario Franceschini

La maggiore industria culturale del Paese – ovvero la Rai – non farà parte della piattaforma culturale online voluta dal Ministro Franceschini. Il paradosso basta, da solo, a destare legittime perplessità nei confronti dell’ambizioso progetto, per il quale il Mibact ha già stanziato dieci milioni di euro. La cosiddetta “Netflix della cultura“, inserita tra le misure del decreto Rilancio, ha certamente un obiettivo nobile ma le premesse non sono tra le più promettenti. 





27
ottobre

Franceschini: «In tv spazio a teatro, musica, danza e cinema». Ma così non potrà funzionare

Dario Franceschini, Giuseppe Conte

Da una parte il governo chiude cinema, teatri e sale da concerto. Giù le serrande e buona fortuna. Dall’altra chiede alla tv (già di per sé in difficoltà) di promuovere quegli stessi settori. Alcune restrizioni anti-Covid provocano paradossi come questo: in una lettera ai principali network televisivi pubblici e privati, il Ministro per i Beni Culturali, , ha chiesto maggiore spazio nei palinsesti per la danza, la musica, il cinema e gli spettacoli teatrali. 

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3
ottobre

Riforma Franceschini, approvato il decreto su film e fiction italiane in TV. Contrari i broadcaster (a ragione!): «Imposizioni insostenibili e ricadute drammatiche»

Dario Franceschini

Più spazio ai film e alle produzioni italiane in prime time: il Governo ha detto sì. Il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi lo schema di decreto legislativo di modifica delle quote di investimento dei broadcaster in opere europee di produttori indipendenti. Le emittenti italiane dovranno aumentare la quota di film e fiction italiane in prima serata (e quindi gli investimenti), pena forti sanzioni. Ad annunciare il via libera è stato il Ministro dei Beni e delle Attività Cultuali e del Turismo Dario Franceschini, che nei giorni scorsi aveva ricevuto le critiche dei principali editori tv operanti in Italia. Ecco cosa prevede la norma appena approvata.

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