Cuore e Sapore



3
luglio

CUCINE DA INCUBO: UN TRIANGOLO PER CANNAVACCIUOLO. NAPOLI – TUNISIA – MILANO

Cucine da Incubo

Il ristorante da incubo dell’ottava puntata di Cucine da Incubo è Cuore e Sapore di Milano. La presenza di un proprietario napoletano e di uno chef tunisino ci intimorisce parecchio. Stavolta finisce a margherita con il cous cous sopra e poi altro che le espressioni di disgusto di Antonino Cannavacciuolo. Dunque, riassumendo, un tunisino e un napoletano che gestiscono insieme un ristorante nel centro di Milano.

Potrebbe essere un’ottima trovata di marketing. Il proprietario napoletano attira i clienti tradizionalisti, quelli che lo sanno “che la pasta cresciuta come la fanno a Napoli da nessuna altra parte”, lo chef tunisino quelli fashion, “che il sugo fatto con i pomodorini freschi freschi è buono, ma se cucinato da un tunisino acquisisce quel tocco fusion che lo rende meno cheap”! Potrebbe. Abbiamo usato il condizionale, perchè se non ci fossero dei problemi ovviamente adesso non staremo parlando di Cannavacciuolo alle prese con la sua ennesima, disastrosa, prova menù. Pure lui, però, ogni puntata diventa sempre più schizzinoso. Appena vede nel piatto qualcosa di indefinito, dalla dubbia consistenza e con un odore che non è esattamente un profumo subito lo rimanda indietro.

Comunque, la vita al ristorante è difficile e tra chef e proprietario i dissapori sono sempre più profondi e non sono di quelli che si sistemano cambiando le proporzioni tra curry, cumino, sale e olio d’oliva. Guest star di questa puntata, il secchio della spazzatura, che quasi ruba la scena a Cannavacciuolo. No, niente a che fare con la raccolta differenziata. E’ una questione di piatti, o meglio del loro contenuto, che dribbla lo stomaco dei clienti e va a finire direttamente nelle discariche milanesi. “E io pago”, dice Cannavacciuolo, che in questa settimana si concede un tocco di umorimo british.