Chi lo avrebbe mai detto. L’austero Presidente della Camera Laura Boldrini alle prese con ragazze strette in costumi succinti, con gli slogan tormentone, con la regia maliziosa di Pier Francesco Pingitore, e con un gruppo di comici sapientemente mixato tra star del Bagaglino e ‘banda’ di Indietro Tutta. Correva l’anno 1988 e l’allora ventisettenne Boldrini, con laurea in Giurisprudenza e tesserino da giornalista in tasca, era riuscita ad entrare in Rai con un contratto a tempo determinato come assistente di produzione di alcune trasmissioni.
Tra queste, il varietà estivo Cocco, condotto da Gabriella Carlucci in diretta dall’auditorium Rai di Napoli al venerdì sera su Rai2 (qui maggiori info). La trasmissione a firma di Alfredo Cerruti, Ugo Porcelli e Arnaldo Santoro, alternava momenti musicali e spazi comici, giochi telefonici e intriganti siparietti, affidati ad un corpo di ballo e ad un gruppo di statuarie modelle, ribattezzate rispettivamente “Spogliatelles” e “Babà”, in onore della città partenopea.
Un varietà tipico dell’estate, per la verità più in linea con le strategie di una tv commerciale che con la tanto strombazzata missione di servizio pubblico della tv di Stato. Uno show che, realizzato ai giorni nostri, sarebbe entrato direttamente nella black list dei modelli televisivi, che proprio l’attuale Presidente della Camera ha stilato qualche settimana fa in un convegno a Roma incentrato sulla violenza sulle donne.
“L’Italia è tappezzata di manifesti con donne discinte e ammiccanti. Tutto si vende attraverso il corpo delle donne. In tv i modelli sono quelli della casalinga o della donna seminuda. Da lì alla violenza, il passo è breve. Se da donna passi a oggetto, il messaggio è chiaro di un oggetto puoi fare quello che vuoi”.