CdA



18
luglio

CHI NOMINE…RAI? MASSIMO LIOFREDI RISCHIA LA DIREZIONE DI RAI2

Massimo Liofredi, direttore di Rai2

Si prospetta l’ennesimo Cda infuocato. Dopo quello di giovedì scorso sulla crisi di ascolti e pubblicità, il Consiglio d’Amministrazione della Rai sarà alle prese mercoledì 20 luglio con il pacchetto nomine. Dopo rinvii e voci di corridoio, all’ordine del giorno della prossima riunione sono previsti gli avvicendamenti alle direzioni di Rai2, dei canali digitali – Rai4, Rai5, Rai Ragazzi, Rai Gold, Rai Educazione - e delle sedi regionali.

La poltrona di Massimo Liofredi, tra gli altri, è dunque nuovamente in bilico. Da tempo, infatti, sul direttore del secondo canale -che in autunno non potrà più contare su Michele Santoro e Simona Ventura e che ha già criticato l’arrivo di Victoria Cabello- si susseguono voci di un’imminente  sostituzione. Un avvicendamento dettato per lo più da motivi politici, visto che il direttore ha dalla sua i dati d’ascolto, che anche in questi mesi estivi viaggiano attorno al 10% di share. Nella settimana appena trascorsa lo share medio ha toccato il 10.5%, risultando ben al di sopra di Italia1 e a soli cinque punti da Canale 5. Esaustivo il comunicato della rete, uscito, manco a farlo apposta (!), poche ore fa:

Rai2 fa segnare ancora buoni risultati: 10,47% la media della share che ha permesso di confermarsi ancora terza rete nazionale con buon margine di vantaggio. Tra i programmi di produzione ottima la performance della puntata di Emozioni dedicata a Lucio Battisti che ha totalizzato il 10,6% di share; tra i programmi d’acquisto Ncis Los Angeles si conferma leader nel gradimento del pubblico di Rai2 con il 12,80% di share e una media di 2.400.000 telespettatori”.

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7
luglio

MICHELE SANTORO E’ FUORI DALLA RAI. MA RESTA L’IPOTESI DELLA COLLABORAZIONE ESTERNA

Michele Santoro

Ufficialmente Michele Santoro è fuori dalla Rai. Ma attenzione, il portone di Viale Mazzini rimane ancora socchiuso. Con il voto odierno del Collegio dei Sindaci, è stato riconosciuto come valido l’accordo stipulato tra l’emittente pubblica ed il conduttore di Annozero. Il Cda ha confermato dunque l’intesa raggiunta dal giornalista con il DG Lorenza Lei per il suo addio alla tv di Stato con una buonuscita di 2,3 milioni di euro. Il paladino della libera informazione, quindi, non fa più parte della scuderia Rai ma non è esclusa la possibilità che egli possa tornavi collaborare da esterno (come peraltro previsto e consentito dal patto siglato).

La validità e la competenza del contratto sono state poste oggi all’attenzione del Cda. In particolare, l’ordine del giorno prevedeva la votazione della proposta di impegnare il Dg a tenere Santoro in Rai, come richiesto dal consigliere di minoranza De Laurentiis. La richiesta è stata respinta. Hanno votato contro i cinque consiglieri di maggioranza di centrodestra mentre il Presidente Paolo Garimberti si è astenuto.

Si pone ora, più insistente di prima, la questione del futuro professionale di Santoro. Dove lavorerà il conduttore nella prossima stagione televisiva? L’approdo a La7 sembra ormai sfumato, dopo l’interruzione repentina delle trattative con l’emittente e la denuncia, da parte del giornalista, di pressioni e conflitti di interessi che avrebbero ostacolato la contrattazione. C’è poi la possibilità che l’arcangelo Michele costituisca una nuova Telesogno, una tv a sua immagine e somiglianza per diffondere libera informazione in piena autonomia.


6
luglio

STRUTTURA DELTA: LORENZA LEI ANNUNCIA TOLLERANZA ZERO. MA QUALCUNO PENSA AL RIBALTONE (SOGNANDO IL RITORNO DI SANTORO)

Lorenza Lei

Lorenza Lei ha imbracciato il fucile a pallettoni, si salvi chi può. In versione Terminator, il DG Rai ha infatti annunciato tolleranza zero nell’intenzione di accertare l’esistenza e le diramazioni della cosiddetta Struttura Delta, il gruppo di dirigenti e giornalisti che avrebbe lavorato per  indirizzare la tv pubblica a favore di Silvio Berlusconi. I volti, i nomi, i contatti e le attività più o meno lecite di questo comitato strategico, però, sono in parte ancora da riscontrare, e per questo la Direzione Generale della Rai ha dato incarico all’Internal Auditing di avviare “le procedure necessarie per l’acquisizione di tutta la documentazione per aprire l’indagine“. L’obiettivo, almeno nelle intenzioni, è quello di fare chiarezza su episodi che potrebbero gettare fango ed inquietanti ombre sull’operato del servizio pubblico.

La Lady di ferro di Viale Mazzini, a proposito, ha oggi dichiarato che non dovrà esserci “nessuna esitazione all’attività di accertamento di eventuali comportamenti scorretti“, spiegando che ciò avverà comunque nel rispetto ”delle indagini svolte dall’autorità giudiziaria“. All’inizio di questa ‘operazione trasparenza’, Lorenza Lei ha precisato di voler evitare processi sommari che pregiudichino l’immagine dell’azienda e dei suoi dipendenti “prima ancora che siano accertate eventuali responsabilità sulla base di fatti puntualmente dimostrati“. Intanto, però, il fucile a pompa del DG ha già sparato il primo colpo: tra le candidature a nuovo capo del Personale della Rai non è prensente il nome di Carlo Nardello, il dirigente che nel 2005 sarebbe stato parte attiva della Struttura Delta. Bang!

Se intrapresa fino in fondo, la linea della tolleranza zero potrebbe regalare nuovi colpi di scena, anche a discapito della popolarità della stessa Lei. D’altra parte non è una novità che l’operato del nuovo DG stia già suscitando qualche malcontento, soprattutto in relazione al rapporto con il Cda. Finita la luna di miele iniziale, infatti, la relazione con il Consiglio non si è rivelata poi così diversa da quella intrattenuta con l’ex responsabile Mauro Masi, tra rinvii, ostacoli, veti, ordini del giorno andati a ramengo. C’è di più. Secondo indiscrezioni riportare da Dagospia, qualcuno starebbe già preparando (o perlomeno auspicando) un ribaltone nel Cda per sbalzare dalla poltrona Lorenza Lei.





29
giugno

VENTURA: “PER ME UN NUOVO PERCORSO”. LE REAZIONI RAI SUL SUO ADDIO: LA BIANCHI CLERICI ACCUSA RAI2 E LIOFREDI REPLICA STIZZITO

Simona Ventura

Chissà che aria tira in casa Rai dopo il clamoroso passaggio di Simona Ventura a Sky. A tirare troppo la corda si corre poi il rischio che questa si spezzi e la Mona, seppur nelle evidenti difficoltà ormai note ai più, è riuscita nell’intento di rendersi unica artefice del proprio destino. Insomma, il suo addio alla tv di Stato ha tutta l’aria di un benservito a chi ha tentato, in più di un’occasione, di metterle i bastoni tra le ruote.

Intanto, rilascia all’ANSA le sue prime parole da donna Sky:

“Non fatemi parlare, avremo tempo di farlo al momento giusto. Dico solo che ogni dieci anni vivo un nuovo inizio. Dopo un decennio di Rai, ricco di soddisfazione, dalla prossima stagione ci sarà per me un nuovo percorso di ricerca di nuovi linguaggi in un luogo nel quale sarà possibile sperimentare. La Rai è stata la mia casa per tanti anni, ho vissuto tante esperienze importanti e spesso esaltanti. Ma ci sono momenti in cui c’è l’esigenza di sperimentare diversi orizzonti”.

Lei (la Ventura) ha più volte precisato come la Rai non sia un’unica entità: ce n’è una che non l’apprezza e una che invece l’ha sempre appoggiata. E di quest’ultima, evidentemente in minoranza rispetto alla prima, deve sicuramente farne parte Antonio Verro, consigliere dell’azienda, che ha così commentato l’addio alla Rai della conduttrice: “Spiace perdere un’artista del calibro di Simona Ventura”, evidenziandone la grande professionalità che l’ha sempre contraddistinta, anche in quest’ultima occasione in cui “ha scelto un’altra strada nella sua carriera con stile e senza fare ricorso a strategie di gossip e polemiche preconfezionate sui giornali”.

Giovanna Bianchi Clerici, altra “esponente” del CdA Rai, fa i migliori auguri alla conduttrice, lanciando però un vero e proprio allarme:

“Credo che il suo abbandono sia la spia di un disagio molto profondo che riguarda Rai2 e che va avanti da mesi. E’ una questione che spesso ho sollevato anche in cda: evidentemente nella gestione della rete ci sono problemi strutturali molto importanti. Credo che il cda, di fronte all’uscita più prestigiosa da Rai2, non possa non farsi una serie di domande e porre rimedio a questo disagio”.


24
giugno

DE LAURENTIS, CdA RAI: ATTENZIONE AL RISCHIO PLAGIO DI BALLANDO CON LE STELLE

Ballando con le stelle e l'accusa di plagio a Io Ballo

Che fosse una polemica destinata a trascinarsi anche in autunno questo lo si poteva immaginare. Ci pensa oggi però il consigliere dell’Udc Rodolfo De Laurentis a riattizzare il fuoco della polemica su quello che sarà lo scontro a distanza tra Ballando con le stelle e Io Ballo.

Torno a riportare l’attenzione, come ho gia’ fatto in passato in Consiglio di Amministrazione sul rischio di plagio del programma Ballando con le stelle, che, secondo quanto informalmente appreso, sarebbe oggetto di un’ipotesi di imitazione da parte di un competitor attraverso uno schema sostanzialmente identico a quello della popolarissima trasmissione della Rai.

Come biasimare del resto quest’obiezione (e la protesta di Milly Carlucci) che il consigliere ha espresso tramite una lettera alla Lei che tutto puote in questo momento. Si rischia veramente l’effetto grottesco facendo un po’ la cronistoria delle ultime dinamiche dell’intrattenimento italiano. Come se non ci fossero menti brillante disposte a scommettersi in nuove proposte si assiste ormai da anni alla resa alla logica del format, o della fotocopia per meglio dire, già bello e impacchettato. Gravissima dichiarazione di morte della fantasia autoriale se pensiamo che Io ballo segue le orme di Io Canto nell’ispirazione dell’ammiraglia Mediaset a Raiuno (seppur con dei presupposti diversi).





14
giugno

SANTORO PROPONE LA SUA RAI: GUGLIALMI, FRECCERO E GORI DIRETTORI DI RETE. SI ALL’ISOLA DEI FAMOSI. CHI PAGA IL CANONE ELEGGA IL CdA.

Michele Santoro

Il terremoto in casa Rai è più vivo che mai, dalla turbolenta approvazione dei palinsesti autunnali alla vicenda Santoro che ancora tiene prepotentemente banco. E questa volta è lo stesso giornalista a far registrare una scossa tutt’altro che d’assestamento, a margine della conferenza stampa di presentazione di “Tutti in piedi, entra il lavoro“, la manifestazione che venerdì 17 giugno celebrerà a Bologna i 110 anni dalla nascita della Fiom.

L’occasione è ghiotta per tornare a discutere di Rai e del momento che sta attraversando la tv di Stato. Ma più che puntare il dito, il giornalista lancia un vero e proprio monito:

“I tempi dell’editto bulgaro, in cui bastava chiuderci in una stanza e buttare via la chiave, sono finiti. Per sempre. Ora l’emergenza è un’altra: è il futuro della Rai, della sua qualità strategica, della sopravvivenza di una delle ultime grandi aziende di questo Paese”.

Dunque riparte da dove Annozero aveva chiuso, con quella difesa della Rai che lavora e quell’accusa ai partiti politici di aver minato la libertà di fare servizio pubblico. Ma, aggiunge, “non è sufficiente dire che i partiti devono uscire dalla gestione della Rai, bisogna anche cambiare il modo di fare televisione. Per esempio, devono tornare davvero a contare gli autori, con la loro esperienza e la loro capacità di produrre programmi”. Prima ancora degli autori, però, secondo Santoro vanno completamente rivisti i criteri che portano alla nomina dei vertici dell’azienda. Ed è qui che lancia la provocazione:


9
giugno

SANTORO A LA7? E’ GIA’ L’INCUBO DI BERLUSCONI

Michele Santoro

Manco fosse su Scherzi a parte. In questo periodo a Berlusconi ne capitano di tutti i colori. Prima la batosta elettorale, conseguenza di una improvvida campagna mediatica Silviocentrica, e ora l’effetto boomerang originato dal divorzio tra Michele Santoro e la Rai. Gli incubi non vengono mai soli e, se tanto gli dà tanto, stavolta il Cav vince la tombola della sfiga. Ad occhi distratti l’azzeramento di Annozero e l’allontanamento del suo conduttore dagli schermi pubblici potevano sembrare vittorie per il premier, da sempre intenzionato a far fuori l’indomabile giornalista. Sbagliato: dopo la “separazione consensuale” da Viale Mazzini, l’arcangelo Michele ha le ali sciolte e potrà svolazzare indisturbato negli alti cieli della faziosità.

Ora infatti Berlusconi sembra preoccupato dell’eventualità che Santoro decida di approdare a La7, dove avrebbe carta bianca e diventerebbe il volto di punta di un terzo polo televisivo lanciato verso il 15% di share. Tutti ascoltatori che la tv di Telecom, con il teletribuno in testa, rosicchierebbe a Rai e Mediaset. Un autogol per il Cavaliere e per le emittenti del suo gruppo. Nel tentativo di evitare il peggio, si dice che in queste ore ci sia un’intesa attività di pressing su Telecom Italia Media da parte di Mediaset e di uomini vicini al governo. Lo rivela l’Unità, secondo la quale sarebbe in corso un ultimo tentativo di frenare la firma del contratto sul futuro professionale di Santoro.

Il piano sarebbe quello di lasciare il conduttore al palo ma ormai sembra davvero impossibile che si possa fermare un treno in corsa. Anzi, è molto più probabile che stasera il ‘frecciarossa’ Santoro sciolga ogni indugio e comunichi in diretta ad Annozero la sua prossima destinazione lavorativa. Allora i giochi saranno già fatti, e a Berlusconi non resterà che incassare il colpo. Intanto in Rai c’è grande fermento per l’approvazione finale dei palinsesti autunnali che – come saprete – è appena saltata. A riguardo, sembra che i discussi programmi di punta di Rai3 – in via teorica – siano stati confermati e che a Fabio Fazio sia stata nuovamente concessa la prima serata del lunedì, quella con Saviano e Vieni via con me.


9
giugno

BOOM! RAI: PATATRAC, NESSUN PALINSESTO APPROVATO!

RAI: nessun palinsesto approvato

Patatrac. Ci giungono notizie live da Viale Mazzini. Pare che la situazione sia sfuggita di mano e nessun palinsesto sia stato approvato.

Sembra che la Direzione Generale sia in serie difficoltà. Stando all’ANSA, infatti, è saltato il consiglio di amministrazione Rai che avrebbe dovuto approvare i palinsesti autunnali. Secondo quanto si apprende, i cinque consiglieri di maggioranza non si sarebbero presentati alla riunione. In particolare il consigliere Antonio Verro avrebbe chiesto un rinvio della discussione a lunedì prossimo. Rinvio che non sarebbe stato concesso.