Cash Taxi



8
luglio

CASH TAXI: LASCIATO SKY, IL GAME ACCENDE L’ACCESS PRIME TIME DEL WEEK END DI LA7

Marco Berry

Non sarebbe la prima volta che La7 sceglie di mandare in onda in seconda battuta un format satellitare. Non è però il caso di Cash Taxi, prodotto dalla StileLibero per due edizioni per SkyUno (poi finito anche su Cielo) e da questa estate in mano invece alla Verve Media Company – già produttore del fallimentare Il Contratto – Gente di Talento – responsabile per la rete di Telecom Italia Media della terza edizione, in onda nel fine settimana.

C’è voluto parecchio tempo, ma finalmente anche La7 inizia a fare un po’ di intrattenimento generalista puntando per l’access prime time estivo sul game show. Il terzo polo di Telecom Italia cerca quindi di “acchiappare” un po’ di pubblico con un genere tipico della rete ammiraglia Rai, che d’estate va praticamente in vacanza lasciando campo libero alla concorrenza.

E così tra il materiale da magazzino a costo zero di Rai1 e le Veline di Canale5, gli spettatori hanno la possibilità di farsi quattro risate con il giochino condotto da Marco Berry. Nonostante il passaggio di network, il meccanismo di Cash Taxi, basato sul format inglese Cash Cab, è rimasto pressoché invariato: uno o due clienti di un taxi vengono piombati a loro insaputa nel gioco a quiz e, rispondendo ad una serie di domande di difficoltà crescente, hanno la possibilità di arrivare a destinazione gratis vincendo per giunta fino a 500 euro.

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25
luglio

CASH TAXI: LE SGOMMATE DI BERRY PORTANO A SPASSO L’ITALIANO MEDIO

Metti al volante di un taxi-giostra un istrione dalle mille risorse come Marco Berry e fagli caricare in macchina l’italiano medio: lo spettacolo è assicurato. Sono questi infatti gli ingredienti di Cash Taxi che, nonostante questa semplicità di impianto, non è una genialata tutta nostrana ma un format ormai ben consolidato in molti paesi; in Italia è arrivato solo a fine aprile trovando spazio nella piattaforma Sky e potrebbe riuscire magari a baluginare agli occhi dello spettatore indaffarato solo adesso che il convento mediatico passa pasti scadenti e in porzioni risibili, causa ferie delle produzioni (dato che è un periodo fertile di sperimentazioni di game show non sarebbe male vederlo promosso in chiaro).

La formula mordi e fuggi gioca a favore della godibilità estiva del quiz, anche se la parte preponderante dello spettacolo è costituita da quella ignoranza agghiacciante in cui si crogiola gran parte del paese. Con l’escamotage di accompagnare gli ignari passeggeri a destinazione, il pilota Berry diventa un Gerry Scotti metropolitano, che tanto ricorda negli abiti il leggendario taxi driver di Scorsese, e toglie la maschera agli italiani svelandone l’essenza beona, con inevitabili effetti di comicità.

Colti di sorpresa come nella tradizione del candid show, ai concorrenti inconsapevoli vengono spiattellate una serie di domande (a cui corrispondono vincite da gratta e vinci di serie B al tabacchi) con la chimera di un montepremi massimo di duemila euro e il rischio (o meglio l’onta) di essere scaraventati per strada prima del capolinea desiderato ad inizio corsa, qualora il baratro culturale dell’interrogato segnasse il livello di massima allerta.

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