Difronte ad una tragedia come quella che ha colpito le Marche, la campagna elettorale passa in secondo piano. Anzi, viene giustamente “sospesa”. E’ quanto successo oggi a Pomeriggio Cinque, che avrebbe dovuto ospitare Carlo Calenda, che però ha deciso di fare un passo indietro.
Carlo Calenda
Agcom blocca il confronto Letta-Meloni a Porta a Porta. Delusione di Vespa, esultano Calenda e Conte
Un unico faccia a faccia in tv, quando i leader in corsa non sono soltanto due, per giunta a tre giorni dal voto, non è autorizzato. L’Agcom interviene a gamba tesa sullo speciale di Porta a Porta del 22 settembre e blocca Bruno Vespa e il confronto diretto, come da accordi, tra Enrico Letta e Giorgia Meloni.
Calenda accusa la Rai per il confronto in tv Letta-Meloni: «Violazione della parità di trattamento». Porta a Porta precisa: «Sono invitati anche gli altri»
La notizia del confronto in tv tra Enrico Letta e Giorgia Meloni il 22 settembre a Porta a Porta, a tre giorni dalle Elezioni, ha mandato su tutte le furie Carlo Calenda, che guida la coalizione del Terzo Polo. Il leader di Azione non ci sta e accusa “una violazione della parità di trattamento che i media offrono in ogni paese democratico”.
«Luigi Comencini è il nonno di Carlo Calenda che diresse Le Avventure di Pinocchio. Tutto torna». Bufera in Rai sul condirettore della Tgr Carlo Fontana
Altra bufera in Rai in vista delle prossime elezioni politiche del 25 settembre. Questa volta a cadere nell’occhio del ciclone è Carlo Fontana, condirettore della Tgr. Il giornalista si è lasciato andare ad una critica di troppo su Carlo Calenda, il leader di Azione, che gli ha prontamente risposto innescando anche la reazione di Usigrai, l’Unione Sindacale dei Giornalisti Rai.
Canone Rai, Renzi vorrebbe abolirlo. Calenda lo silura: «Presa in giro»
La Rai ci finisce sempre in mezzo. Soprattutto sotto elezioni, quando lo spettatore diventa votante. E quando occorre racimolare consensi. Stavolta a trascinare il servizio pubblico al centro dell’agone politico sono le indiscrezioni che arrivano dal Pd: secondo Repubblica, infatti, il segretario dei dem Matteo Renzi sarebbe sul punto di proporre nella prossima direzione del partito l’abolizione del canone di servizio della tv pubblica. Una eventuale mossa che il ministro dello Sviluppo Economico uscente, Carlo Calenda, ha subito bollato come una “presa in giro“.