Benedetta Tobagi



21
giugno

PALINSESTI RAI 2013/14 – COLOMBO E TOBAGI TUONANO: POTENZIAMENTO DEL SERVIZIO PUBBLICO? SOLO AUSPICI

Benedetta Tobagi

A leggere il comunicato Rai che parlava di innovazione e di maggior peso dato all’arte e alla cultura nei nuovi palinsesti per l’autunno 2013 (clicca qui per maggiori info), qualche perplessità c’era venuta. Possibile che, nel giro di pochi giorni, la programmazione di Rai1, Rai 2 e Rai3 sia stata stravolta al punto tale da sposare i nuovi desiderata aziendali? Stando alle dichiarazioni dei consiglieri d’amministrazione Rai Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi, che hanno votato contro l’approvazione dei palinsesti, no. I due, in una nota congiunta, dichiarano:

Potenziamento del servizio pubblico? Solo auspici, per il momento. Palinsesti in cerca d’autore e d’identità. Questa mattina (ieri, ndDM), i palinsesti autunnali sono stati approvati con una delibera che includeva una lunga serie di indicazioni da implementare successivamente. Cultura, Costituzione, integrazione, e tanti altri temi di servizio pubblico, per ora sono soltanto auspici ancora da implementare, in particolare sulle reti generaliste. Perché ora, nei palinsesti autunnali presentati, sono molto carenti. E anche per questo abbiamo votato contro. Dopo quasi un anno in Rai, le dichiarazioni di buone intenzioni non bastano più. Specialmente perché un vero, serio dibattito sulle criticità editoriali dell’azienda ancora non s’è visto.

I consiglieri continuano l’affondo lamentando persino una scarsa coerenza sul fronte delle mere intenzioni:

Le tanto attese linee guida editoriali non sono mai state discusse e articolate. Così, nel documento approvato oggi (ieri NdDM), troviamo indicazioni ben poco coerenti tra loro, per esempio sul tema sensibile dell’immagine della donna: da una parte, “orientare la programmazione alla diffusione di una nuova e diversa rappresentazione della donna” e dall’altra, a poche righe di distanza, “sviluppare format adeguati a promuovere la bellezza e il talento femminile nel solco della storia del costume italiano”. Le risorse umane e finanziarie di cui potrà disporre la programmazione culturale restano ancora da definire.