Augusto Minzolini



21
maggio

MARIA LUISA BUSI RINUNCIA AL VIDEO: COERENZA O VOLONTA’ DI EVITARE UN RIDIMENSIONAMENTO OBBLIGATO?

maria luisa busi rinuncia alla conduzione del tg1

Alla fine ha gettato la spugna. Dopo una serie di screzi e attriti con il suo direttore, Maria Luisa Busi ha deciso di rinunciare alla conduzione del Tg1 delle 20. Una scelta che si è resa inevitabile, come la giornalista spiega in una lettera affissa nel bacheca redazionale, dopo che la stessa ha smesso di riconoscersi nella linea editoriale della testata per la quale lavora. Per questo motivo la Busi ha scelto di utilizzare l’unico strumento, secondo lei, possibile per un conduttore per difendere le proprie prerogative professionali: togliere la propria faccia dal video.

Dietro la rinuncia, però, potrebbe esserci altresì l’ipotesi che Minzolini aveva discusso con la direzione dell’ufficio del personale, ossia lo spostamento della Busi alle 13.30 per dare il via al restlyling dell’edizione. Inevitabili e contrastate le reazioni alle dimissioni. Se Minzolini dice di non condividere la lettera d’addio e respinge le accuse di faziosità al mittente (“Il mio telegionale non e’ mai stato di parte, ho sempre dato voce a tutti e gli ascolti mi hanno dato ragione. Le accuse che mi rivolge la collega sono false. Per questo non condivido neanche una riga della sua lettera”), il cdr del Tg1 è di tutt’altra opinione e sembra appoggiare in toto la dimissionaria.

Questo, un estratto della nota diramata dal comitato di redazione: “La lettera chiama la redazione a una riflessione. Quello di Maria Luisa Busi è un gesto mai fatto prima da nessun altro conduttore nella testata che testimonia il suo disagio e quello che attraversa una parte della redazione sull’indirizzo che Augusto Minzolini ha fatto prendere al Tg1″ - e rincarando la dose nei confronti di Minzolini - “Come la collega Busi siamo preoccupati per la rinuncia del Tg1 alla leadership nella qualità e nella credibilità: anche ieri la clamorosa notizia sulla prima cellula artificiale che ha aperto i siti mondiali (…) è stata ignorata nell’edizione delle 20″




21
maggio

DM LIVE24: 21 MAGGIO 2010

  • La Balivo meglio di Minzolini

sirgeorgebest83 ha scritto alle 16:22

Grasso oggi (ieri, ndDM) scrive: Come più volte è stato notato, sono invece importanti i programmi che non parlano direttamente di politica ma contribuiscono in maniera determinante a creare un nuovo contesto sociale, un nuovo panorama antropologico. In quei programmi, specie al mattino e al pomeriggio, si condividono alcuni valori, si rafforza in maniera surrettizia una certa visione della società, si propaga indirettamente un’ideologia. Paradossalmente, una conduttrice insignificante come Caterina Balivo incide più di un editoriale di Augusto Minzolini, ovviamente su un elettorato inerte.

  • Darla gratis

lauretta ha scritto alle 18:14

Pomeriggio 5 si parla di Silvia Valerio e della sua verginità (vuole offrirla al Presidente dell’Iran, ndDM) e Rosy Dilettuso: “io non la offro… la do gratis!”.

  • Nomi curiosi

osservatore ha scritto alle 19:07

A La vita in diretta si parla di nomi curiosi, che oggi sembra di moda dare ai figli. Nel corso della puntata, Sposini ci propone un elenco davvero divertente di nomi e cognomi di persone realmente esistenti, alcuni dei quali sembrano proprio uno scherzo. Eccone alcuni: Costanzo Sciò, Onorino Lamattina, sig.ra Bianca Farina in Sacchetti, Domenica Chiuso, sig.ra Vera Vacca in Calore, Armida Guerra, Mario Netta…


6
maggio

TELERATTI 2010: ECCO TUTTI I VINCITORI.

Alea iacta est. I vincitori della quarta edizione dei TeleRatti ci sono.

Abbiamo iniziato questa mattina una proclamazione crossmediale tra internet, radio e tv. Alle 9.30 dai microfoni dell’Alfonso Signorini Show, in compagnia del direttore di TV Sorrisi e Canzoni, abbiamo svelato i primi cinque vincitori:

I 5 Minuti da Dimenticare“, ovvero il peggior momento televisivo della stagione, è stato individuato nella Proposta di Matrimonio di George Leonard a Carmela Gualtieri in diretta su Canale5 al Grande Fratello 10. Il Peggior Opionista, invece, è internazionale: la statuetta viene consegnata, difatti, all’italianissima – ma residente in Spagna – Antonia Dell’Atte, musa ispiratrice di Giorgio Armani  e frequentatrice del prestigioso “salotto” dell’Isola dei Famosi di Raidue. Il Peggior Quiz/Game Show è Cuore di Mamma, prodotto da LDM ed in onda su Raidue con la conduzione di Amadeus e Laura Tecce. Vero e proprio colpo di scena, invece, per la categoria Peggior Reality/Talent Show. Il popolo del web – a sorpresa – ha “punito” Io Canto, “colpevole” d’aver tratto “ispirazione” dal dirimpettaio Ti Lascio una Canzone. Il programma ideato da Roberto Cenci dividerà, però, il premio con il web reality di Lele Mora Vite Spiate, arrivato a pari merito sul podio. Le Ultime Parole Famose appartengono a Barbara D’Urso e al suo proclama di inizio stagione. Queste le sue dichiarazioni rilasciate ad Emilia Costantini per il Corriere della Sera l’1 settembre 2009: «Quando (i miei figli) hanno saputo che avevo accettato, ho fatto loro una promessa solenne: vostra madre non si presterà mai alla volgarità». 

Ma per Barbara D’Urso si è trattato di un vero e proprio plebiscito. La conduttrice, oltre ad essere incoronata Peggior Personaggio Femminile dell’Anno, ha portato a casa altri 4 premi. Il nuovo contenitore del dì di festa di Canale5, Domenica Cinque, vince il TeleRatto come Peggior Programma NovitàPeggior Programma di Intrattenimento e il TeleRattone 2010 come Peggior Programma dell’Anno, assegnato in autonomia dai lettori per l’unica categoria che non prevedeva le nominations della Giuria di Qualità (*). Dulcis in fundo, Pomeriggio Cinque si aggiudica la statuetta come Peggior Programma di Informazione e Cultura.

La proclamazione dei vincitori è proseguita su Raiuno dove a Festa Italiana abbiamo annunciato altri 4 vincitori. Insieme al personaggio femminile dell’anno, sono stati resi noti i trionfatori delle categorie Peggior Personaggio Maschile dell’Anno e  Scostumato dell’Anno (ovvero il personaggio peggio vestito della stagione) che vedono trionfare, in entrambe, George Leonard che sbaraglia la concorrenza di Clerici e Setta (per lo Scostumato dell’Anno) e Pupo e Filiberto (per il Peggior Personaggio Maschile). Emanuele Filiberto porta, però, a casa il premio come Miracolato dell’Anno, ovvero il personaggio che meno ha meritato il piccolo schermo per il popolo di ratti-votanti.

Il Flop dell’Anno è, invece, tutto di Francesco Facchinetti e del suo “Il Più Grande” trasmesso da Raidue. Augusto Minzolini, invece, oltre al TeleRatto della Critica – assegnato in autonomia dai 28 giurati – porta a casa la statuetta anche come Personaggio più Fazioso scippando lo scettro a Michele Santoro. Il Peggior Programma Satellitare è SOS Patata, in onda su FX, mentre il Peggior Programma su un’Emittente Locale è stato identificato nelle trasmissioni della Maga Rita Russo. Chiudono la rosa dei vincitori la Peggior Fiction, che i lettori hanno individuato ne I Fratelli Benvenuti con Massimo Boldi, Elisabetta Gregoraci ed Elisabetta Canalis, e il Peggior Spot Pubblicitario Prex: Rosario Elettronico.

Dopo il salto schema riassuntivo dei vincitori:





3
maggio

TELERATTI 2010: LA CRITICA PREMIA AUGUSTO MINZOLINI

La Giuria di Qualità (*) dei TeleRatti 2010 ha raggiunto un verdetto. Dopo delle inaspettatamente frenetiche consultazioni, che si son protratte per oltre una settimana, anche il TeleRatto della Critica ha trovato un degno vincitore. Le 28 prestigiose firme del giornalismo italiano, chiamate ad esprimersi in merito, hanno individuato nel Direttore del TG1 Augusto Minzolini il destinatario ideale del temuto sorcio catodico. Queste le motivazioni:

Il Tg1 ha perso il suo carattere istituzionale, telegiornale principe, ecumenico, rivolto a tutti gli italiani. Non perchè Minzolini non possa fare i suoi editoriali, ci mancherebbe. Ma se sono schierati o peggio, militanti, si può pensare che tutto il resto dell’informazione di quel telegiornale sia orientata allo stesso modo.

La premessa è confermata dal fatto che la tendenza generale della qualità delle notizie e dei servizi si è abbassata. Molta cronaca locale e spicciola, incidenti, guai domestici e molto costume leggero, abitudini frivole, turismo locale, luoghi comuni…

Per essere riuscito, dunque, a trasformare completamente il Tg1, da sempre voce dell’ufficialità, schierato ma neutro, anodino e governativo, attento a bilanciare le sue notizie con cura certosina, assegniamo ad Augusto Minzolini il TeleRatto della Critica 2010.

Ora non resta che scoprire i vincitori di categoria dei TeleRatti 2010. L’appuntamento è fissato per giovedi, 6 maggio 2010, quando all’interno di Festa Italiana, in onda su Raiuno e condotto da Caterina Balivo (in nomination come Peggior Personaggio Femminile dell’Anno), sveleremo in contemporanea a davidemaggio.it i vincitori del nostro premio al peggio della tv. Televisori sintonizzati, dunque, sull’ammiraglia della TV di Stato a partire dalle 14.30.


16
aprile

RAI, POLEMICHE SUGLI ASCOLTI DEL TG1: MINZOLINI TRASCINA SUL RING ANCHE GARIMBERTI

Se va avanti così, questi si menano. Una cosa epica alla Rocky Balboa vs Ivan Drago, con i corridoi di Saxa Rubra come ring. Stavolta l’oggetto del contedere sono i dati d’ascolto del Tg1: da una parte abbiamo il direttore della testata Augusto Minzolini, ultimamente piuttosto rissoso, dall’altra il presidente della Rai Paolo Garimberti. La notizia è che tra i due pesi massimi della tv di Stato ci sia aria di bufera, con repliche e controrepliche, dopo che un consigliere Rai aveva accusato il Tg1 di perdere clamorosamente ascolti. Il giornalista, che certi affronti non li accetta proprio, ha indossato i guantoni. E giù botte. 

In realtà tutto è nato dalla lettura dei giornali, momento che procura comprensibili ansie al direttore Augusto Minzolini. La scintilla è stata un articolo comparso su Repubblica, nel quale il consigliere Rai Nino Rizzo Nervo rendeva pubblici una serie di dati che documentavano un crollo degli ascolti del Tg nell’edizione delle 20. Auditel a picco: dal 32,79 per cento del 2006 con Riotta, al 32,69 nel 2007, al 29,64 nel 2008 al 28,12 da marzo 2009. E ad aprile lo share sarebbe del 27,5 per cento. Rizzo Nervo, consigliere d’opposizione, ha poi annunciato l’intenzione di sottoporre questi dati al Cda della Rai di lunedì, dichiarandosi preoccupato perché il Tg1 non sarebbe più “un riferimento” per gli italiani.    

Augusto Minzolini, che su certi attacchi ormai ci ha fatto il callo, non ha aspettato a replicare. “È in atto una campagna denigratoria da parte di Nino Rizzo Nervo, che parla male dell’azienda Rai. Io ho contenuto il calo di ascolti proveniente dalla gestione Riotta, pagando il prezzo dello switch off e in presenza dell’aumento dei canali del digitale terrestre. Nonostante tutto, ho avviato un circolo virtuoso aumentando la distanza in termini di ascolto con il Tg5”. In sostanza il direttore ha invitato a rivedere i dati da un’altra prospettiva, forse quella giusta. Poi ha assestato un destro su muso del sinistrorso Rizzo: “è fazioso, un uomo ridicolo”.





14
aprile

TG1: TIZIANA FERRARIO CONTRO IL DIRETTORE AUGUSTO MINZOLINI

Non c’è pace per il TG1 di Augusto Minzolini. Dopo l’attacco frontale di Maria Luisa Busi in un’intervista a Repubblica, Tiziana Ferrario, uno dei mezzibusti storici del primo TG Rai e tra i tre “epurati” dalla nuova direzione (nonchè tra i non firmatari della lettera di sostegno al Direttore), ha optato per una lettera sulla bacheca della redazione per esprimere tutto il proprio disappunto sulla linea editoriale adottata e sulle discutibili scelte del Direttore, rivolgendosi direttamente ai colleghi:

“Quello che sta accadendo da mesi in questo giornale, le emarginazioni di molti colleghi, i doppi e tripli incarichi di altri, le ripetute promozioni e le ricompense elargite sotto forma di conduzioni e rubriche sono il frutto di una deregulation che viene da lontano ma che si è ulteriormente inasprita e che a mio parere non promette nulla di buono per il futuro e ci sta portando ad una perdita di credibilità del Tg1.Da mesi siamo sui giornali, sotto pressione non certo per gli scoop che abbiamo messo a segno, perché non vedo scoop da tanto tempo, ma per le aspre polemiche che ci circondano. L’ esperienza del passato mi insegna che è un cattivo segno quando si incomincia a guardare in quale fascia di età stiamo recuperando ascolti, quando è davanti agli occhi di tutti che siamo sempre sotto il 30% di share. Una soglia che una volta temevamo di toccare e vivevamo come una sconfitta.”

Non si è fatta attendere la risposta di Augusto Minzolini, evidentemente uno dei bersagli di questa lettera, che giustifica la scelta di cambiare alcuni volti storici per dare l’opportunità ad altri giornalisti di emergere.


6
aprile

IL SINDACATO DEI GIORNALISTI RAI PREPARA LE PROSSIME MOSSE. MINZOLINI E’ SOTTO TIRO

L’Usigrai gioca a scacchi. Muove le pedine, si guarda attorno e prepara la mossa successiva, forse pensa a un ribaltone. Il sindacato dei giornalisti Rai torna all’attacco dopo lo scontro diretto col direttore del Tg1 Augusto Minzolini, accusato di aver “epurato” alcuni conduttori per motivi politici, e le polemiche sulla chiusura pre-elettorale dei programmi di informazione. Però stavolta lo fa in silenzio, elaborando nuove strategie ed addestrando alcuni esponenti sindacali a colpire con forza chiunque venga considerato un nemico della libera informazione. 

La necessità di rinvigorire le sacche di resistenza all’interno della tv di Stato non verrebbe affatto a caso. Secondo indiscrezioni riprese anche dal quotidiano Libero, una parte dell’Usigrai non gradirebbe la linea dell’attuale segretario Carlo Verna, considerata “troppo morbida”. In parole povere: la mitragliata di critiche a Minzolini, le dichiarazioni di fuoco di Maria Luisa Busi a Repubblica, il tentativo di dare una connotazione politica alle decisioni interne alla redazione, avrebbero sortito l’effetto di un semplice petardo più che di una bomba ad orologeria. Troppo poco, ci vogliono le granate!

Secondo l’Usigrai la libertà di stampa è sempre più in pericolo, ed è giunta l’ora della chiamata alle armi. Dal 13 al 17 aprile, a Salsomaggiore, si terrà il congresso del sindacato e potrebbe essere quella l’occasione per preparare l’attacco e nominare un nuovo segretario. Bisognerà fare alla svelta, perché l’agenda politica segnala un appuntamento per il quale i condottieri della stampa libera non potranno farsi trovare impreparati. Entro la fine di aprile il governo potrebbe varare il discusso decreto sulle intercettazioni telefoniche, un provvedimento che è destinato a suscitare aspri scontri, se approvato negli attuali termini.


2
aprile

GHIGLIOTTINA IN RAI: RIMOSSI DAL VIDEO TRE CONDUTTORI DEL TG1. A RISCHIO ANCHE LAMBERTO SPOSINI.

Non solo quella di Carlo Conti. Dicono che al Tg1 abbiano ripristinato la ghigliottina e che il vento post-elettorale abbia portato con sé la necessità di “tagliare” alcune teste. Zac! La voce si è sparsa dopo che Augusto Minzolini, il direttore di Tg più tartassato del momento, ha deciso di rimuovere dal loro incarico di conduttori tre volti di punta dell’informazione targata Rai1: Tiziana Ferrario (tg delle 20), Paolo Di Giannantonio (13.30) e Piero Damosso (in onda al mattino). Al loro posto andranno Francesco Giorgino, Laura Chimenti e Francesca Grimaldi. Apriti cielo: nemmeno il tempo di capirne le motivazioni e il provvedimento aveva già scatenato polemiche e levate di scudi contro Minzolini e la sua linea editoriale.

 La prima a strapparsi le vesti e a parlare di “epurazione” era stata Maria Luisa Busi, storica conduttrice del Tg1, che in una discussa intervista a La Repubblica aveva dichiarato: “C’è un clima insostenibile in redazione. Non c’è più la dialettica tra le varie sensibilità” e ancora “Credo si tratti di una rappresaglia, nessuno aveva mai osato tanto. Siamo un tg schierato, e perdiamo pure ascolti”. L’accusa della Busi è molto precisa: Minzolini avrebbe fatto fuori quei conduttori che nelle scorse settimane non avevano firmato una lettera in suo sostegno, dopo che era stato preso di mira dalle inchieste di Trani (è in corso un’indagine per violazione di segreto d’ufficio) e dall’opinione pubblica per i suoi editoriali ‘filo-governativi’.

La replica del direttore del Tg1 non si è fatta attendere: “Sono stati assunti diciotto precari per dare un segnale di cambiamento e mostrare volti nuovi. Sono decisioni prese da tempo e i documenti, né quelli a favore né quelli contro, non c’entrano assolutamente niente”. Nessuna epurazione, quindi, ma un semplice cambio generazionale. Come prevedibile, in pochi hanno creduto alla versione di Minzolini e i Pasdaran della libertà di stampa hanno nuovamente imbracciato i fucili contro di lui. Puntare, fuoco!