Artis



15
ottobre

IL SIGNORE DELLA TRUFFA TORNERA’ A COLPIRE?

Gigi Proietti ne Il Signore della Truffa

Gigi Proietti potrebbe tornare a rivestire i panni dell’imbroglione in un eventuale sequel della miniserie Il Signore della Truffa. Non vi è ancora nulla di certo, ma l’attore, in una recente intervista rilasciata al quotidiano Il Tempo, ha dichiarato di essersi sentito perfettamente a suo agio nell’interpretare il truffatore Federico Sinacori.

“Il ruolo di questa fiction mi è piaciuto subito: era già teatrale nella sua realtà di trasformista in bilico fra divertimento e malinconia. È andata molto bene e si parla di un eventuale sequel”

Andata in onda lunedì 3 e martedì 4 ottobre su Rai1, la miniserie ha portato a casa una media di 5.134.000 spettatori e uno share del 19.80%. Risultati ben lontani dai fasti ottenuti ai tempi de Il Maresciallo Rocca – quando si sintonizzavano davanti al piccolo schermo oltre 12 milioni di italiani per seguire le avventure di Giovanni e della sua amata Margherita – ma piuttosto buoni per l’attuale realtà televisiva, nella quale sfiorare un 20% di share, può essere considerato un successo. 




4
ottobre

E’ GIGI PROIETTI IL SIGNORE DELLA FICTION!

Il Signore della Truffa

Nell’immaginario collettivo rimarrà sempre Il Maresciallo Rocca, ma nel corso di oltre cinquant’anni di carriera, divisi con successo tra cinema, teatro e tv, tanti sono stati i ruoli in cui abbiamo potuto ammirare la simpatia e il carisma di Gigi Proietti. Che vesta i panni di un avvocato o quelli di un veterinario, che reciti la parte di un frate o di un ristoratore, l’attore romano dimostra puntualmente di essere uno tra i più validi e poliedrici artisti italiani. L’ennesima conferma arriva dalla miniserie in due puntate Il signore della truffa, il cui primo episodio è andato in onda ieri sera su Rai1 con un ottimo riscontro di pubblico (qui i dati).

La fiction si affida con successo alle indiscusse doti di mattatore di Proietti, perfetto nelle vesti di Federico Sinacori, un abile e incallito truffatore dalla battuta sempre pronta ma, allo stesso tempo, uomo accorto e riflessivo. Un “criminale malinconico”, tormentato dalla sua indole d’imbroglione e i sensi di colpa per un passato che inizia inevitabilmente a tornare a galla. Un personaggio il cui carattere presenta diverse sfaccettature, lontano dunque dai soliti protagonisti della fiction italiana, spesso privi di qualsivoglia spessore e caratterizzazione.

Proietti, da interprete consumato qual è, riesce a reggere l’intera miniserie, la cui trama pur muovendosi sui binari collaudati della serialità made in Italy, prova a dare qualcosa in più al telespettatore. Tra le righe della commedia per tutta la famiglia, traspare, infatti, un accenno all’attuale realtà del nostro Paese, sempre più caratterizzata da un clima d’incertezza. Un’incertezza che spinge i vicini di casa, truffati e sopratutto spaventati dall’idea di finire su una strada, a trasformarsi in un’agguerrita banda di truffatori. Venuta meno la tutela delle forze dell’ordine, sempre più lontane dai cittadini, sembra non resti altro che farsi giustizia da sè, e infrangere a propria volta la legge. 


3
ottobre

GIGI PROIETTI E’ IL SIGNORE DELLA TRUFFA. DA QUESTA SERA SU RAI1

Gigi Proietti ne Il Signore della Truffa

Da santo a truffatore. E’ questo il curioso destino televisivo di Gigi Proietti che smessi gli abiti di San Filippo Neri in Preferisco il Paradiso, è pronto ad interpretare il ruolo di un truffatore di lungo corso ne Il Signore della truffa. La nuova miniserie in due puntate in onda questa sera e domani alle 21,10 su Rai1, racconterà le avventure di Federico Sinacori, un uomo affascinante e dal piglio deciso, che nel corso della propria esistenza ha assunto le più svariate identità.

Attualmente, a Verbania, città dove si è ritirato a vivere in un condominio, i vicini di casa lo conoscono come Nicola Persico, un Generale della Finanza in pensione. La sua vita è fatta di lezioni di ballo, qualche conquista tra le vicine di casa e l’immancabile branzino freschissimo che consuma rigorosamente da solo, accompagnato da immortali arie d’opera.

Il caso vuole che tutti gli inquilini del palazzo in cui abita siano stati vittime di una complicata truffa, che di fatto li espropria dei loro appartamenti, a meno che non saldino entro un mese l’esorbitante debito contratto con una finanziaria. Sinacori, chiamato in causa dai condomini, per il suo passato da ex finanziere, dopo alcuni tentennamenti, accetta di aiutare i vicini di casa e di rispolverare le sue abilità di ladro, colpendo i truffatori con trappole ad hoc architettate con la complicità dei condomini. Dopo l’iniziale stupore, infatti, la paura di perdere casa e la voglia di farla pagare ai malfattori, fa sì che tutti gli abitanti del palazzo si trasformino in un’agguerrita banda di truffatori.





25
ottobre

IL SORTEGGIO: BEPPE FIORELLO E’ UN OPERAIO FIAT NEL FILM TV DI RAI1

Il sorteggio

"Il sorteggio": Beppe Fiorello

Mai come in questo periodo calza a pennello. In una fase non proprio rosea per la Fiat, il cui attuale AD Sergio Marchionne è in rotta di collisione con i sindacati (Fiom CGIL in testa) e gli operai degli stabilimenti di Pomigliano, Melfi, Termini Imerese e Mirafiori, Rai1 scende in campo questa sera con Il Sorteggio, film tv ambientato proprio a Fiat Mirafiori, che farà da contorno ad un intreccio storico politico al cui cardine vi sarà, seppur involontarimente, un operaio torinese dell’azienda automobilistica.

Tonino Barone, interpretato dal “campione d’ascolti” Beppe Fiorello, “uomo qualunque e senza qualità” e operaio presso la fabbrica di Mirafiori è stato scelto come giurato popolare nel processo al nucleo storico delle Brigate Rosse. Siamo nel 1977, in tutta la Penisola e in particolar modo a Torino si respira un clima di paura e terrore: per la prima volta dopo la Seconda Guerra Mondiale, a 46 imputati facenti parte delle Brigate Rosse viene contestato il “reato di costituzione di banda armata finalizzata al sovvertimento violento dell’ordine democratico e delle sue istituzioni”. Un processo complesso (tanti i cittadini che, per paura, rifiutarono il ruolo di giurato popolare) che culminerà con il rapimento di Aldo Moro e che verrà ricordato per l’attentato al Presidente dell’Ordine degli Avvocati del Piemonte Fulvio Croce.

Tonino, in un primo momento non cosciente del rischio a cui si sta per esporre, pur di prendere un periodo di pausa dal duro lavoro in fabbrica, è disposto ad accettare volentieri l’”incarico” offertogli dallo Stato. Ma il pericolo è alle porte e Tonino si ritroverà di fronte ad una scelta che richiederà non poco coraggio.