Arrow
Il successo, un po’ inaspettato a dire il vero, di Arrow, in onda ogni lunedì in prima tv assoluta su Italia1, pone diversi dubbi circa le strategie fin qui adottate, non solo da Mediaset – che pure dovrebbe rimpolpare i canali pay di contenuti in esclusiva per evitare il fuggi fuggi degli abbonati – ma anche Oltreoceano, dal network theCW. La rete nata dalla joint-venture tra Paramount e Warner Bros., che ha sempre avuto come obiettivo primario il target delle giovani donne, sembra vivere nell’ultimo periodo una preoccupante crisi di identità, che si sta inevitabilmente ripercuotendo sulle ultime novità proposte. Arrow è in qualche modo l’eccezione che conferma la regola: partito con 4.14 milioni di spettatori, ha fin qui ottenuto una media di più di 3 milioni, diventando una delle serie più seguite su theCW, assieme a The Vampire Diaries.
Una boccata d’aria fresca ma anche un bel campanello d’allarme: la serie si inserisce infatti nel filone action-adventure di Smallville e Supernatural, tra l’altro due successi storici di theCW oggi e WB in passato, destinato ad un target giovanile senza dubbio, ma prettamente maschile, sollevando più di qualche perplessità sulla linea editoriale fin qui intrapresa dal network americano, alla perenne ricerca degli eredi di One Tree Hill e Gossip Girl. D’altro canto come dimostrato anche dagli ascolti delle prime due puntate, la serie ideata da Greg Berlanti, Marc Guggenheim e Andrew Kreisberg si inserisce perfettamente nel palinsesto di Italia1, che tra l’altro ha potuto curiosamente beneficiare dell’esclusiva assoluta trasmettendola a pochi mesi di distanza dalla messa in onda negli States, senza passare per i canali Premium.
Arrow, basata sul supereroe della DC Comics Freccia Verde – da cui comunque sembra prendere le distanze – , narra le vicende del miliardario Oliver Queen (Stephen Amell) che, salvatosi da un naufragio, ha vissuto cinque anni su un’isola deserta finché non è stato tratto in salvo e riportato a Starling City dove deciderà di abbandonare la vita da playboy ponendosi l’obiettivo di combattere il crimine e la corruzione – come voluto dal padre in punto di morte – a colpi di arco e frecce, indossando le segrete vesti de l’Incappucciato. Ciò che colpisce positivamente della serie, quantomeno dalle prime due puntate, è il potenziale sviluppo orizzontale della trama: Queen infatti sembra essere al centro di un misterioso complotto orchestrato anche dalla madre, e che vede coinvolti proprio quei personaggi che il protagonista intende punire, ma di cui per ora non si conoscono le reali intenzioni.