Antonio Di Bella



6
giugno

FAZIO SI CONGEDA DAL PUBBLICO TRA LE POLEMICHE CON UNO SPECIALE IN PRIME TIME

E’ una vecchia legge dell’Auditel: non c’è momento migliore per andare in onda di quello in cui imperversa la polemica. Probabile che in questo caso la coincidenza non sia voluta, ma, comunque, l’ultima puntata (speciale) di Che tempo che fa, in onda questa sera alle 20:30, si candida a diventare un appuntamento di sicuro richiamo.

E’ infatti di poche ore fa la notizia che anche il direttore di Raitre, Antonio Di Bella, ha deciso di dire la sua sulla trasmissione “Vieni via con me”, che Fabio Fazio dovrebbe condurre insieme allo scrittore di “Gomorra” a partire dall’autunno del 2010. Di Bella ha detto che il programma si farà, e con tutte e quattro le puntate, andandosi così a scontrare con quanto dichiarato nei giorni scorsi dal Direttore Generale Mauro Masi, che ne aveva proposto il dimezzamento. Nessun commento finora da parte del conduttore ligure che, tra l’altro, aveva già più volte annunciato dalla scrivania di “Che tempo che fa” il nuovo progetto, non risparmiandosi una certa enfasi. Che ci stia preparando una sopresa per l’ultima puntata?

Certo è che ora tocca a Masi dire, di nuovo, la sua. Continuerà sulla sua strada oppure cederà di fronte alle pressioni della politica e degli stessi vertici dell’azienda? Non dimentichiamo che persino il Presidente della Rai Paolo Garimberti ha dichiarato che «La presenza di Saviano sui nostri schermi dà corpo all’idea di qualità che secondo me deve incarnare la Rai».




27
maggio

PARLA CON ME: SERENA DANDINI E LA VERITA’ NASCOSTA (DI CLAUDIO VELARDI)

Il Direttore Generale della Rai Mauro Masi vuole la “testa” di Serena Dandini, riducendo il “divano rosso” di Rai3 Parla con me ad un solo appuntamento settimanale. Considerando le famose intercettazioni di Trani e le ultime dichiarazioni rilasciate, viene naturale collegare la notizia alla volontà del Premier Silvio Berlusconi di eliminare quelle trasmissioni “pagate con il soldi pubblici che si dilettano ad avere come unico bersaglio il Governo”. A mettere un po’ di pepe sulla questione e a svelarci un’altra verità sul “caso Dandini” ci hanno pensato Fabrizio Rondolino e Claudio Velardi per TheFrontPage.

Vi starete probabilmente chiedendo chi siano costoro. Il primo è stato esponente della FGCI, lavorando poi all’Unità e nello staff di Massimo D’Alema; il secondo è stato esponente del PCI, del PDS e dei DS, lavorando nello staff di Massimo D’Alema, Antonio Bassolino (ex Governatore della Regione Campania) e nel 2010 in quello di Renata Polverini (neo Governatore della Regione Lazio) ed è socio fondatore e vice presidente della Pay per Moon, società produttrice di fiction nata nel 2001.

Veniamo al dunque. Secondo lo “spin-doctor” Claudio Velardi, il “caso Dandini” è strettamente collegato allo “spirito democristiano di Viale Mazzini”. Mentre Gianni Alemanno festeggiava la vittoria alle comunali di Roma (e “il sistema di potere culturale costruito da centrosinistra era dunque virtualmente dissolto”), Walter Veltroni cercava urgentemente una nuova sistemazione per Serena Dandini (e per i suoi collaboratori), all’epoca Direttore Artistico del Teatro Ambra Jovinelli di Roma (“Incassi pochi, sovvenzioni molte”) che di lì a poco sarebbe stato chiuso per sequestro. La soluzione venne fornita dall’ex Direttore di Rai3 Paolo Ruffini, che aveva tutte le intenzioni di sgomberare l’ingombrante Tg3 di mezza sera, diretto dall’attuale Direttore della terza rete Antonio Di Bella. Detto fatto: Parla con me dal 2008 occupa quattro seconde serate e al Tg3 sono stati concessi nuovi mezzi per Linea Notte a patto di partire a mezzanotte.


26
maggio

A RISCHIO IL DIVANO ROSSO DI SERENA DANDINI. IL DIRETTORE DI BELLA MINACCA LE DIMISSIONI.

Serena Dandini (Parla con me)

Si stanno definendo in questi giorni gli ultimi tasselli per i palinsesti della prossima stagione tv. In casa Rai, oltre a un restyling del day time di Raiuno e Raidue, si sta lavorando al caso Dandini. Il programma Parla con me nella seconda serata di Raitre verrà ridimensionato a una sola puntata in settimana (dalle quattro attuali). Ebbene sì, anche il divano rosso di Serena Dandidi è nel mirino dei vertici Rai per via dello spiccato orientamento politico.

Ma non è tutto: se in autunno Parla con me potrebbe avere una cadenza settimanale, da marzo potrebbe addirittura essere cancellato dai palinsesti, accontendando così il premier Berlusconi che ha chiesto l’allontanamento della conduttrice (in un’intercettazione con Trani). E a rimetterci, oltre che alla libertà di informazione e satira, sarebbe la rete che ospita il programma, che ottiene buoni ascolti attorno al 10% di share medio. Le polemiche intanto non si placano, da parte di entrambi i poli.

Sulla questione, il direttore di rete Antonio Di Bella ha deciso di non soprassedere e ha minacciato di dimettersi nel caso la Dandini non fosse confermata insieme al suo programma. Anzi, contro il volere del dg Masi, vorrebbe portare Parla con me in prima serata nel 2011.





27
novembre

QUESTIONI DI POTERE: IL CDA RAI SILURA IL DIRETTORE DI RAITRE RUFFINI, CEDE LA POLTRONA A DI BELLA E APPROVA L’AUMENTO DI STIPENDIO DI BRUNO VESPA

Antonio Di Bella

La settimana che volge al termine ha portato in Rai molte novità di cui da tempo si vociferava: il CdA di Viale Mazzini ha finalmente deliberato su alcune scelte cruciali per la scacchiera politica… pardon… per il palinsesto delle varie reti.

Su tutte, ha tenuto banco “l’atteso siluramento” del  direttore di Raitre Paolo Ruffini a favore dell’ex direttore del Tg3 Antonio Di Bella, a sua volta silurato a favore di Bianca Berlinguer. Una decisione che ha avuto una lunghissima gestazione a causa dei nuovi assetti del Partito Democratico (by Bersani) e che ha visto la luce grazie ai voti favorevoli di 8 membri del consiglio (tra cui quello del presidente del CdA Garimberti che ha parlato di Di Bella come di “un forte innesto di energia”), mentre si era espresso negativamente il consigliere Nino Rizzo Nervo. Ma non è finita qui.

Il CdA ha dato il suo assenso anche ad un altro nodo da sciogliere: il rinnovo contrattuale di Bruno Vespa, che dopo diversi rinvii, ha avuto la sua vittoria. A dispetto delle richieste di moderazione in tempi di crisi e delle analisi economiche, Vespa è riuscito ad ottenere un nuovo contratto, con tanto di aumento. Il giornalista abruzzese infatti guadagnerà dal 1 settembre 2010 al 1 settembre 2013 (con opzione per il 2014) 2 milioni e 124 mila € l’anno, tra base e serate speciali. Il contratto “base” del conduttore di “Porta a Porta” era di soli 1,2 milione di € annui a cui andavano aggiunti i “gettoni di presenza” per serate speciali e partecipazioni varie; con questo rincaro il giornalista abruzzese si vedrà riconosciuto praticamente per intero (300 mila € sui 400 mila € totali) l’aumento richiesto, con buona pace dei detrattori e dei conti economici Rai alimentati per lo più dai cittadini abbonati.


6
novembre

PROBABILE CAMBIO DI VERTICE A RAITRE: FUORI RUFFINI, DENTRO (DI NUOVO) ANTONIO DI BELLA.

Antonio Di BellaEletto segretario del PD Bersani, si stringono i tempi per ridefinire i principali assetti di Raitre, definita da alcuni “Tele-Kabul”. Dopo il passaggio della direzione del Tg3 da Di Bella a  Bianca Berlinguer, il principale nodo da sciogliere rimane proprio la scelta del direttore di rete.

Al comando, per il momento, troviamo ancora Paolo Ruffini che tuttavia, nonostante gli ascolti importanti di trasmissioni come Ballarò, Report e Che tempo che fa, rimane piuttosto traballante. Ruffini infatti, inattaccabile dal punto di vista degli ascolti, si è “macchiato” della colpa proprio di aver cresciuto e alimentato trasmissioni che sono diventate un’ “autentica spina nel fianco (mediatico)” dell’attuale governo, ed è proprio questo il motivo che rende incerto il suo futuro.

In un “gioco di poltrone” che in Rai non passa mai di moda (per la serie: “Bisogna cambiare tutto per non cambiare nulla”), al posto di Ruffini dovrebbe giungere proprio l’ex direttore (silurato) del Tg3 Antonio Di Bella. In tal caso a Ruffini verrebbe offerta la direzione di Rainews 24 o, in alternativa, un ruolo di rilievo in Rai Cinema (ipotesi a quanto pare a lui molto più gradita).





15
luglio

SCHERZA CON I GATTI, MA LASCIA STARE I PAPI: ROBERTO BALDUCCI NON SEGUIRA’ PIU’ I SERVIZI SUL VATICANO PER IL TG3

Joseph Ratzinger - Benedetto XVI

Alla fine Erodiade (per citare un nostro post) ha avuto la sua vendetta e la testa dell’impunito è stata recisa.  “La testa” in questione è quella del vaticanista del TG3 Roberto Balducci, “reo” di aver incaricato i gattini dello chalet a Introd (località in cui villeggerà il pontefice Benedetto XVI) di “strappare un sorriso (al papa), almeno quanto i proverbiali quattro gatti (forse un po’ di più) che hanno ancora il coraggio e la pazienza di ascoltare le sue parole“. (qui il video)

“Balducci.. Balducci..”: se la cosa fosse annunciata da Striscia la Notizia, Greggio e Iacchetti ondeggerebbero in sincrono ripetendo questo nome, e forse poi continuerebbero: “Non lo sai che in Italia vale il proverbio: scherza con i fanti ma lascia stare i santi (che in questo caso potrebbe essere declinato come “scherza con i gatti, ma lascia stare i papi”)?”. E infatti puntuale come la quinta replica dei Cesaroni nei mesi estivi, è arrivata la decisione del direttore del TG3 Di Bella (che se ne stava tranquillo a Berlino in vacanza): Roberto Balducci, dopo due anni, non si occuperà più dei servizi sul Vaticano per il Tg della terza rete Rai, che sarà pure la più defilata delle tre, ma è pur sempre “servizio pubblico”. 

La levata di scudi è stata repentina e bipartisan, inutile la speranza di un passaggio sotto silenzio del servizio incriminato. La miccia è stata accesa dal cattolico “Piddino” Merlo che ha tirato in ballo “il corretto uso del mezzo pubblico” ed è stato lo stesso Merlo a contattare Padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede (già direttore di Radio Vaticano). Padre Lombardi chiede “Maggiore rispetto”, il direttore Di Bella si cosparge il capo di cenere, consapevole che la “slavina mediatica” era oramai partita. E Balducci? Scrive una lettera al suo capo chiedendo scusa se la cosa “può aver procurato danno a te (Di Bella), alla nostra testata, alla nostra azienda.” E conclude dicendo  nella missiva “Per questo soltanto, e per la nostra decennale amicizia mi rimetto ad ogni tua valutazione del caso”. La valutazione di Di Bella c’è stata ed è quella che vi abbiamo anticipato sin dalle prime righe del post.