Presentata oggi a Roma la seconda stagione della fortunata fiction Le tre rose di Eva, in onda in autunno su Canale 5. Grande l’entusiasmo di Antonino Antonucci Ferrara, direttore Fiction Mediaset, che ne ha sottolineato la “scrittura precisa e accurata” aggiungendo che si tratta un prodotto di “qualità con un piano di produzione audace, sia per i registi, sia per tutti i tecnici sia per gli attori. Un metodo produttivo che Mediaset continuerà a seguire“.
Soffermiamoci dunque su questo nuovo modello produttivo. Praticamente Le Tre Rose di Eva 2 è stata girata con due differenti troupe. E’ come se fossero stati due film. Combinazione, che, è evidente, comporta un abbattimento notevole dei tempi di lavorazione. Come sottolinea Massimo Del Frate, Direttore Dipartimento Fiction di Endemol Italia, non è facile perchè ottenere un buon risultato “richiede un calcolo scientifico tra scrittura creativa e metodo produttivo che si può applicare solo su un lavoro corale. Le scene in comune devono essere poche. E’ un metodo che diventerà di utilizzo frequente nella lunga serialità. Ci devono naturalmente essere attori e registi giusti, per ottenere un prodotto di qualità“.
Insomma, si lavora di più per risparmiare tempo e soldi. Una media di 12 scene al giorno per gli attori, fondamentalmente girate tra il casolare di Primaluce e la tenuta di Pietrarossa, le cui porte si aprono in questa seconda stagione, che conta un totale di 14 puntate da 80 minuti l’una. “Un prodotto di cui sono orgoglioso“, dice Raffaele Mertes, uno dei due registi insieme a Vincenzo Verdecchi, “Visti i tempi brevi, abbiamo dovuto organizzarci meglio. Per dare più respiro alle immagini abbiamo utilizzato i droni, una nuova tecnologia che ci permette di incrementare la qualità e risparmiare tempo e soldi”.