American Horror Story 3



20
novembre

AMERICAN HORROR STORY FA “TRIPLETE”

Evan Peters e Lizzie Brocheré

Presenze infestanti, alieni venuti da mondi sconosciuti, psicopatici incalliti in cerca di una valvola di sfogo per ottemperare i loro oscuri propositi e religiosi in cerca di risposte da un male oscuro e dilagante, queste sono solo alcune delle caratteristiche dell’horror drama che ha stregato il mondo: American Horror Story. Perché stiamo parlando di un vero e proprio fenomeno, riuscito a dimostrare la malleabilità intellettuale di Ryan Murphy, passato dalle cover danzanti di Glee ai meandri più oscuri della mente umana, e il fascino di un genere televisivo e cinematografico ormai prevedibile e parodiato oltre l’inverosimile.

Visto il successo che la seconda stagione continua a mietere in patria (e non solo), il canale FX conferma la sua serie di punta per una terza stagione composta da 13 episodi, spronato dall’ottima media di ascolto che, nella quinta puntata del ciclo tutt’ora in corso, ha tenuto incollati al televisore ben 3,8 milioni di spettatori. I punti di forza di un prodotto come AHS? La raffinatezza delle riprese, le storie narrate profondamente suggestive, ovviamente, una Jessica Lange straordinaria e perfettamente in sintonia con la psiche contorta e labile dei personaggi che si è trovata a interpretare: dapprima la petulante vicina di casa Constance e ora l’intransigente Suor Jude di Asylum.

La seconda stagione, in particolare, è riuscita a spingersi lì dove la Casa degli Omicidi non è riuscita ad arrivare, trasportando l’ignaro telespettatore in un mondo inedito e avulso come quello di un ospedale psichiatrico, teatro di oscuri esperimenti medici e di intrighi e sotterfugi elaborati con arguzia e estro da alcune delle menti più pericolose e instabili dell’America degli anni ‘60. Immancabile per la terza stagione la riconferma della Lange e di altri membri del cast fra cui speriamo vivamente di ritrovare Evan Peters, riuscito a ritagliarsi un ruolo sempre più complesso e affascinante come quello del presunto killer seriale Kit Walker.